GUERRE DI CARTA E BARBE FINTE, PARTE II - EZIO MAURO RISPONDE A FERRARA SUI RAPPORTI TRA PIO-POMPA E IL “FOGLIO”: “VICENDE MISERABILI TRA SERVIZI SEGRETI PARALLELI E GIORNALISTI” - L’ELEFANTINO RIBADISCE: “NOI NON PRENDEVAMO VELINE, ‘REPUBBLICA’ SÌ” - ROCCA: “IL NIGERGATE DI D’AVANZO E BONINI ERA UNA PATACCA COLOSSALE, COME CONFERMATO DA TUTTI I MEDIA DEL MONDO. ‘REPUBBLICA’ COMPRESA”…

1- VIDEO: RIUNIONE DI REDAZIONE CON EZIO MAURO CHE PARLA DELLA QUESTIONE "FOGLIO"-D'AVANZO-SERVIZI SEGRETI: "VICENDE MISERABILI TRA SERVIZI SEGRETI PARALLELI E GIORNALISTI"

Dal minuto 3:50 in poi
http://video.repubblica.it/rubriche/repubblica-domani/corruzione-300mila-firme-contro-l-inerzia-del-governo/107138/105518


2- REPUBBLICA INSISTE CON I COLPI BASSI
Giuliano Ferrara per "Il Foglio"

Ezio Mauro, direttore di Repubblica, è tornato a scambiare colpi (bassi) con il Foglio nella riunione di redazione di ieri, postata sul sito Repubblica.it, in risposta al mio corsivetto del Foglio rosa di lunedì. Breve replica amichevole.

Primo. Noi abbiamo ripubblicato il testo del loro esilarante j'accuse nei nostri confronti, il fair play vorrebbe il reciproco, ciò che non accade mai nei rapporti con il giornale confratello liberal.

Secondo. Mauro come il corsivista non firmatario, forse la stessa persona, insiste anche nella prolusione mattiniera in voce nell'usare D'Avanzo morto contro Ferrara vivo. Non è di buon gusto. Io per primo mi sono doluto dell'obbligo di polemizzare su una vecchia inchiesta del cazzo scritta da due bravi colleghi, uno dei quali è morto. Il 4 settembre scorso ho avuto una cardioembolia dalla quale mi sto riprendendo. Meglio se fossi morto, così facevamo la polemica ad armi pari. Basta, caro Ezio, con questa inelegante bassezza. L'inchiesta fu scritta da D'Avanzo vivo ed è rammentandolo e rispettandolo da vivo che parliamo di quella parte del suo lavoro che non ci piaceva, avendone il diritto.

Terzo. Il nostro giudizio sull'inchiesta Nigergate non è solo nostro. Era una bufala. Punto. Basta leggere lo scritto non smentibile postato da Rocca nel suo blog giusto ieri, che ripubblichiamo esilarati.

Quarto. Già il 7 luglio del 2006, sei anni or sono, Rocca scrisse nel Foglio un delizioso resoconto (che ripubblichiamo volentieri anch'esso) dei nostri rapporti con Pollari e Pompa, essendo i due appena balzati agli onori della cronaca come "servizio deviato" (è la pigra e conformista definizione dei servizi data dal mainstream mediatico da circa sessant'anni in Italia). Lì è tutto abbondantemente spiegato, è da quella fonte (Rocca, cioè noi) che Bordin (nostro apprezzato collaboratore e vecchio compagno Radicale di Rocca) ha tratto spunto per dire in un momento d'ira (la lite in famiglia sull'esilio di Saddam) che Rocca, questo provocatore, si faceva addestrare in via Nazionale da Pompa.

Quinto. Ripeto a Mauro un dato incontestabile, che vale tanto più se ricordato dalla mia cattedra (infatti non ho paura di parlare di servizi, ho raccontato per primo in un mio veritiero curriculum personale sempre postato nel blog del Foglio, con orgoglio e senza bisogno alcuno di farlo, di aver informato la Cia sulla politica italiana nel 1985, e sono sceso in dettagli anche sulla mia retribuzione e sulla mia perdita dell'innocenza): noi non siamo mai stati arruolati da Pollari e Pompa, casomai abbiamo arruolato Pio Pompa come collaboratore con tanto di firma, perché secondo noi è stato un bravo funzionario della sicurezza nazionale (e anche arruolatore di Farina-Betulla e spero di molti altri) messo in mezzo dal solito circo mediatico-giudiziario.

E' contro la legge arruolare giornalisti, come dice Mauro? E il senso del ridicolo dove lo mettiamo? E chi se ne frega della legge. ‘Fanculo il capitalismo. Qualche aiutino opaco o deviato dai servizi è invece arrivato in zona redazione di Repubblica, come Mauro sa bene. E non prendevamo veline, noi del Foglio. Nel traffico di veline, invece, alcuni redattori di Repubblica sono esperti; è una miseria (per dirla con Mauro) non estranea anche agli inchiestisti del Nigergate che si avvalsero di fonti spionistiche e giudiziarie coperte, mais oui Monsieur, loro sì con le mani nel vasetto della marmellata (per dirla con Mauro).


3- REP. E L'INCHIESTA PIÙ SMENTITA DELLA STORIA DEL GIORNALISMO MONDIALE
Christian Rocca per il suo blog, http://www.camilloblog.it sul sito del "Sole 24 Ore"

Giuliano Ferrara ha raccontato per l'ennesima volta come sono andate le cose ai tempi del Nigergate, e sono andate all'opposto di quanto si è letto sabato in un miserabile corsivo di Repubblica che qualifica chi lo ha scritto: non abbiamo mai pubblicato informazioni o veline dei servizi segreti, al contrario di altri, compresa Repubblica, ma solo notizie pubbliche americane e inglesi trovate da me, da solo, senza aiutini, con il mio lavoro da corrispondente dagli Stati Uniti.

Il giornalismo pistarolo mi fa vomitare. Se i corrispondenti di Repubblica erano così scarsi da non essersi accorti che le commissioni bipartisan americane e la commissione indipendente inglese avevano già indagato tutto senza lasciare scampo alla loro barzelletta non è colpa mia, ma della loro incapacità.

Come ha scritto Ferrara, e come avevo scritto io allora, il capo dei servizi italiani ha chiamato l'allora mio direttore dopo la pubblicazione degli articoli, non prima. Avete presente la differenza? E successivamente, come scrissi già allora, dai tre ulteriori incontri con l'uomo dei rapporti con la stampa di Pollari non ho ricevuto suggerimenti, veline e notizie da pubblicare. Basta leggere gli articoli, tutti a disposizione sul blog. Tutto il resto è diffamazione e chi continuerà a farlo questa volta ne dovrà rispondere.

Prima o poi farò un Nigergate for dummies, ma intanto vorrei ricordare che la tesi di Repubblica - ovvero che i servizi italiani pilotati dal governo Berlusconi hanno fornito a Bush la falsa prova regina sull'acquisto di uranio nigerino da parte di Saddam per aiutare a giustificare l'invasione dell'Iraq - è l'inchiesta più smentita della storia del giornalismo mondiale.

Oltre che dai governi americano e inglese e italiano dell'epoca, la Niger-barzelletta è stata smentita nel modo più categorico e senza lasciare dubbi anche da:
- Quattro commissioni bipartisan del Congresso americano, due del 2003 e due del 2008. Quattro, non una.

- Una commissione d'inchiesta indipendente inglese guidata da Lord Butler (Rapporto Butler pag. 125, punto 503, rigo d; ma anche pagina 123).
- Un rapporto Nato.
- Un'inchiesta della magistratura di Roma.
- Una lettera ufficiale del direttore dell'Fbi, Robert Mueller, visionata dai parlamentari italiani membri del Copasir.
- Un libro di memorie del direttore della Cia, George Tenet.
- Ex capo della Cia in Europa, Tyler Drumheller, in un'intervista a Marco Bardazzi dell'Ansa.

- Comitato parlamentare sui servizi segreti del Parlamento italiano all'unanimità, compreso il presidente di centrosinistra Enzo Bianco, i membri dei Ds e di Rifondazione comunista (il trotzkista Luigi Malabarba che ha definito l'inchiesta di Repubblica "favolistica").
- Romano Prodi con una dichiarazione a suo nome del portavoce Silvio Sircana al Foglio.
- Christopher Hitchens su Slate.

- Michael Smith del Sunday Times, uno dei giornalisti investigativi anti Bush e Blair più bravi del mondo: è l'autore dello scoop dei Downing Street Memo, scoop vero, non patacche.
- L'Unità di Furio Colombo e Antonio Padellaro.
- Il Riformista, quotidiano allora dalemiano.
- Europa, quotidiano allora della Margherita ora del Pd.
- Il manifesto, quotidiano comunista e tutti i quotidiani di destra.

- Financial Times e i più importanti giornali del mondo.
- Attenzione, fate davvero attenzione, l'inchiesta di Repubblica è stata smentita anche da Repubblica del 30 ottobre 2005. Non ci credete? Ecco: "Gli sviluppi del Nigergate che, qui (in America, ndr), appare una vicenda interna italiana, perché gli Stati Uniti non hanno mai citato documenti italiani in merito, ma intelligence propria e documenti britannici".

 

 

EZIO MAURO FOTO AGF REPUBBLICA jpegMAURO EZIO GIULIANO FERRARA Giuliano Ferrara Giuseppe D'avanzoGiuseppe D'avanzoBONINI CARLOCHRISTIAN ROCCAGEORGE W BUSH CON GEORGE TENET DIRETTORE CIA ALL EPOCA DEL RAPIMENTO ABU OMAR jpegSADDAM HUSSEINPio PompaNICOLO POLLARI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)