angelo guglielmi

GUGLIELMI, ANGELO BIFRONTE - LA PROSA DI ARBASINO “SA DI MERDA COME CAPITA ALLA PIÙ RAFFINATA CUCINA FRANCESE”, VITTORINI TRADUCE GLI AMERICANI “MA NON SA L'INGLESE”. CASSOLA, BASSANI E PASOLINI, “LIALE DELLA LETTERATURA”PARALLELAMENTE ALL'ATTIVITÀ DI RIVERITO CRITICO LETTERARIO, DI CUI IL LIBRO POSTUMO, ‘’L'AVANGUARDIA IN BERMUDA’’, RIAVVOLGE L’AVVENTURA DEL GRUPPO 63, DAL 1987 AL 1994 GUGLIELMI RICOPRÌ LA CARICA DI DIRETTORE DI RAI3. SETTE ANNI CHE CAMBIARONO LA TV ITALIANA. MENO CONOSCIUTO IL DOPO RAI DI GUGLIELMI. NEGLI ULTIMI MESI DEL 1995, VENNE CHIAMATO DA VITTORIO CECCHI GORI, NEO PATRON DI TELEMONTECARLO…

angelo guglielmi

DAGONOTA

Guglielmi, Angelo bifronte. Parallelamente all'attività di critico letterario, di cui il libro postumo, ‘’L'avanguardia in Bermuda’’, scritto con il giornalista de “Il Foglio” Carmelo Caruso, riavvolge l’avventura disgregante nella letteratura italiana del Gruppo 63 (vedi il pezzo a seguire), dal 1987 al 1994 Guglielmi ricoprì la carica di direttore di Rai 3. 

pericoli, ghezzi, parietti, parenzo, guglielmi, eco, chiambretti

 

Indicato da Walter Veltroni (ma Guglielmi precisava che “Veltroni mi ha scelto per fare brillare la sua stella”), sotto la sua direzione nacquero programmi cult come Telefono giallo, Samarcanda, Un giorno in pretura, La TV delle ragazze, Blob, Fuori orario. Cose (mai) viste, Chi l'ha visto?, Mi manda Lubrano (poi divenuto Mi manda Raitre), Avanzi, Quelli che il calcio, eccetera.

 

michele santoro samarcanda

E vennero lanciati personaggi come Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Enrico Ghezzi, Marco Giusti, Roberta Petrelluzzi, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Daniele Luttazzi, Maurizio Mannoni e Franca Leosini. Sette anni che cambiarono la televisione italiana, non solo di qualità ma anche di quantità: lo share medio della rete passò in pochi anni da meno dell'1% a oltre il 10%. 

 

Angelo Guglielmi

Meno conosciuto il dopo Rai di Guglielmi. Negli ultimi mesi del 1995, un anno dopo l’uscita da Viale Mazzini, venne chiamato da Vittorio Cecchi Gori, il produttore cinematografico fiorentino, proprietario del canale Videomusic nonché senatore del Partito popolare che aveva appena acquisito Telemontecarlo per una cifra attorno a 100 miliardi di lire dal gruppo Ferruzzi. 

ROBERTO BENIGNI - VITTORIO CECCHI GORI - FEDERICO FELLINI

 

Cecchi Gori propose a Guglielmi di prendere il timone di comando dell’emittente. Ma alla sua richiesta di imbarcare nell’avventura di Telemontecarlo tutto lo staff di Rai3 (oltre ai suoi Augias e Santoro, Chiambretti e Fazio, Dandini e Ghezzi, nonché il suo consigliere-principe, Sandro Parenzo), Vittorione mandò tutto all’aria. Inoltre pare che non gli piacesse l'approccio verso una tv fortemente commerciale prospettato dal novello editore di Tmc-Videomusic.  

augias Angelo Guglielmi

 

ANGELO GUGLIELMI E QUELLE CINQUE GIORNATE DI PALERMO

Francesco Merlo per “la Repubblica”

 

Si incontravano ogni sabato, il vecchio Angelo Guglielmi e il giovane Carmelo Caruso, senza mai parlare della "buona televisione", («non la guardo e non la so fare»), la famosa Raitre, di sinistra ma con Ferrara, «il mio amico Giuliano». Solo letteratura, invece, anche a pranzo, mangiando un uovo sodo immacolato, senza ditate sul bianco: «Il cibo deve stare su un carrello, non a tavola». 

Angelo Guglielmi Lerner

 

Ne è nato il libro postumo di Guglielmi, L'avanguardia in Bermuda, un piccolo capolavoro di malinconia, edito da Aragno, «il solo che non fa libri per fare soldi». È una Spoon River dove la prosa di Arbasino «sa di merda come capita alla più raffinata cucina francese», Vittorini traduce gli americani «ma non sa l'inglese», Calvino in silenzio si interroga «su cosa resterà dopo la fine della Storia». E Cassola, Bassani e Pasolini, «liale della letteratura», hanno il ruolo dei «Salazar, dei despoti». 

 

arbasino eco colombo sanguinetti gruppo 63

Emilio Cecchi è «il papa» che Gugliemi prova a spodestare, Moravia e Dacia Marina si «imbucano» nel vagone letto dell'avanguardia che demolisce «il Canone», ma si incantano a Segesta. E Feltrinelli già deraglia: «Diventa frettoloso, approssimativo, scalmanato». Solo noi lettori siamo allegri, saltellando da un ciglio all'altro dei 28 paragrafi: lì in fondo c'è Sciascia con le antipatie di moralista, al Blu Bar si riuniscono i cardinali, Bo, Montale, Gatto, Sereni e Anceschi, che è «l'irregolare regolato». 

 

arbasino eco sanguinetti gruppo 63

Un bel giorno, forse di maggio, non più «belletrista» ma finalmente «lievitante», «Gadda diventa Gadda». Filippini scopre la letteratura latino-americana ma anche la filosofia di Merleau-Ponty, e Balestrini, che rivendica il numero «transnazionale» 63, si avvelena d'ideologia. 

 

Compaiono le dotte scempiaggini di Toni Negri e si intravedono i mandati di cattura e le fughe a Parigi nella filigrana di questi scritterelli errabondi dove Umberto Eco diventa «di vaga sinistra» e John Cage, nella Pensione Fontana di Milano, compone la "Fontana mix" per risarcire la concupiscenza della signora Fontana, che avrebbe soddisfatto se non fosse stato omosessuale. 

gruppo 63- Guglielmi e Manganelli

 

Si trasforma, alla fine, in un agitato manualetto di letteratura italiana contemporanea per classi di quinto liceo, la serpentina di ricordi avvolgenti che la penna stregata di Carmelo Caruso arieggia e ordina, pur senza mai tradire l'intensità nervosa che di Guglielmi era il fascino. 

foto gruppo 63

 

È vero che il tema è "il gruppo 63", ma è difficile oggi pensare che siano cocci di uno stesso vaso Dorfles e Celati, Giorgio Manganelli e Achille Bonito Oliva, Furio Colombo e Sanguineti. Forse, già allora, le cinque giornate di Palermo degli "illeggibili", abbronzati in bermuda e sbronzati in doppiopetto, non furono un'epica, ma solo un pretesto per il gran finale della letteratura italiana. E per questo libro che le dà l'addio.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO L AVANGUARDIA IN BERMUDA - DI ANGELO GUGLIELMI

 

GIOVEDI’ 12 GENNAIO PRESENTAZIONE DEL LIBRO ALLA TRIENNALE DI MILANO

Proiezione dell’intervista inedita fatta da Piero Maranghi con intervento di Emanuele Trevi e Niccolò Ammaniti

gruppo 63 con al centro giangiacomo feltrinelliangelo guglielmi umberto eco umberto eco

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO