HABEMUS BUSI! - PRIMA TERMINATO E POI RIPUDIATO, IL ROMANZO ‘EL ESPECIALISTA DE BARCELONA”, IL “PIÙ GRANDE SCRITTORE VIVENTE” ANNUNCIA: “A CONTRATTO STIPULATO, L’EDITORE LO LANCIA ALLA FIERA DEL LIBRO DI FRANCOFORTE DEL PROSSIMO OTTOBRE E LO PUBBLICA A GENNAIO 2013” - LA LUNGHISSIMA E TRAVAGLIATA GESTAZIONE: RISCRITTO DA CIMA A FONDO CIRCA SESSANTA VOLTE LOTTANDO CON L’IO NARRANTE…

Aldo Busi - sul sito altriabusi.it

Dopo due informazioni contrastanti da me stesso date a proposito del romanzo ‘El especialista de Barcelona', prima terminato e poi ripudiato, per correttezza ne devo dare una terza.

Circa due mesi fa, a fine lettura, sono stato travolto, in quanto lettore, da un disprezzo cieco per l'io narrante che, sotto la canicola barcellonese del Ferragosto del 2011, nel romanzo si mette a dire io, un anziano ex scrittore seduto da qualche parte nell'atto infinito di dimenticare anche l'ultima storia che lo vide coinvolto nelle umane sorti: trasudava filosofemi infelici e banali, autodenigratori e autocompiaciuti allo stesso tempo;

quel cieco disprezzo di lettore ha coinvolto un disprezzo, rassegnato e implacabile, per me scrittore ormai esaurito malgrado ogni sforzo; mi sembrava inoltre, come sempre, che l'io narrante stesse dando troppe informazioni più su di me che su di sé, il che mi nauseava, e che, in quanto personaggio autonomo, fosse tutt'altro che risolto e volesse più nascondere, nascondendosi, che rivelare;

il romanzo ne risultava squilibrato tra la necessità di dire chi racconta la storia, del mondo, e la storia che racconta; troppa zavorra e il volo tanto pretenzioso quanto modesto, probabilmente un romanzetto con una sua sicura cassetta presso i non lettori di bocca buona, visto quanto era piaciuto ad alcuni addetti ai lavori: il fatto che fosse piaciuto tanto a quelli lì mi ha messo in guardia e per l'appunto, rilettolo, mi sono affrettato a ritirarlo e, per fortuna, a respingere ogni offerta.

La struttura del romanzo, un'affabulazione psichica scritta nella mente che cronologicamente va e viene scavalcando convenzioni temporali implicite in qualsivoglia narrazione di genere, pone le sua basi sulla ripetizione di fatti cui si aggiungono o si sottraggono via via dettagli e illuminazioni improvvise subito soffocate da una nuova oscurità, sicché ogni interpretazione definitiva è solo provvisoria:

una struttura da uscirne pazzi, se si tiene conto che il romanzo è tutt'altro che una riflessione esistenziale di quelle che si leccano l'ombelico, i personaggi, alquanto normali quindi gotici e mostruosi al massimo grado, sono ventitré e ogni singolo dettaglio immesso sulle loro segrete interconnessioni ha comportato che dovessi riprendere la scrittura daccapo

(il romanzo è stato interamente riscritto circa sessanta volte, il che significa che per arrivare alla stesura considerata ogni volta definitiva ho scritto e buttato via cinquantanove romanzi e, alla fine, anche il sessantesimo, e non mi sto riferendo alle 180 pagine con cui pensavo a suo tempo di essermela cavata, bensì a quelle che mi sono ritrovato a forza di sottrarre pigrizia e sfinimento dalla mia volontà-contro, contro l'atto stesso di scriverlo e innanzitutto contro la mia insofferenza politica verso la lingua italiana e il paese che la parla).

Dato il romanzo per perso, come ho subito comunicato, mi sono sentito meglio, non mi sembrava alcuna perdita per nessuno, tanto meno per me, avevo tentato e fallito, pazienza, mi consideravo privilegiato per aver mantenuto tanta lucidità estetica oggettiva da permettermi di non espormi al ridicolo con una pubblicazione zoppicante, allorché io mi proponevo di dare un ultimo capolavoro oggettivamente tale, e figuriamoci se io per primo trovavo il risultato pietoso e miserello.

Un mese e mezzo fa mi sono detto: diamogli un'altra possibilità di assurgere di nuovo alla mia stima; la storia, sedimentata dal 1985 al 6 dicembre 2011 in cui inizio a scrivere, non era di quelle posticce, i personaggi men che meno, ne conoscevo le innervature più profonde anche se mi mancavano gli aggiornamenti, per quanto inessenziali, sulle persone reali cui erano ispirati - non ultimo, gli aggiornamenti sul personaggio che, essendo io senza esserlo, dice io prendendosi sul serio e illudendosi di riservarsi un trattamento di favore ovvero nostalgico e acquiescente rispetto agli altri di cui è lo spietato e sarcastico narratore.

I personaggi stessi, che precipitavano dentro e fuori da un madornale e pertanto realissimo colpo di scena all'altro, mi davano il mal di mare e maledicevo l'idea balzana di essermi rimesso a scrivere un romanzo, niente di meno, dopo un decennio e più di inattività, tuttavia sono andato fino in fondo al mio senso paesano del dovere, per niente curioso di vedere il risultato, che prevedevo comunque risibile rispetto alle mie ambizioni.

Morale: riscritto da cima a fondo altre dieci volte in un mese, dormendo daccapo non più di tre ore al giorno, mi sono riconciliato con El especialista de Barcelona, l'ho infine domato e dominato fino nell'ultima sua più intima fibra, le parti "zoppicanti" o "oscure" o "pietistiche" o "moralistiche" lo sono volutamente fino alle estreme conseguenze della trama stessa, e ora non sono le meno belle, il raccapriccio o disgusto che provocano è funzionale alla rabbiosa comicità della scrittura che germinano e che si irradia dalla prima parola all'ultima e viceversa, tanto che il suo slogan di lancio potrebbe essere "Prima leggilo e poi leggilo". El especialista de Barcelona ora è un capolavoro assoluto anche per me in ogni singola frase delle sue 336 pagine consegnate, quindi andrà in libreria.

A contratto stipulato, l'editore che lo lancia alla Fiera del Libro di Francoforte del prossimo ottobre e che lo pubblica a gennaio 2013 ne darà presto comunicato stampa.

 

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