giancarlo de cataldo romanzo criminale

“HO IL TERRORE DELLE POLIZIE MORALI” – IL MAGISTRATO-SCRITTORE GIANCARLO DE CATALDO CONTRO L’ESTREMISMO DEL POLITICAMENTE CORRETTO: “IN ITALIA NON SIAMO AI LIVELLI DI ISTERISMO DEL WOKE AMERICANO, PERÒ NOI CHE SCRIVIAMO CI RITROVIAMO A PATTINARE SU LASTRE DI GHIACCIO” – IL SUCCESSO DI “ROMANZO CRIMINALE”: “QUANDO L’HO SCRITTO ERO IN UNA SPECIE DI TRANCE. KIM ROSSI STUART MI GELÒ CON UNO SGUARDO SUL SET” – “NON SAPREMO MAI CHI UCCISE SIMONETTA CESARONI”

 

Estratto dell’articolo di Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”

 

GIANCARLO DE CATALDO 3

Giancarlo De Cataldo, cosa voleva fare da grande?

«Il pilota di Formula 1. Poi, diventato grande, a momenti non prendevo nemmeno la patente. Non ho mai imparato bene a guidare».

 

Alla fine ha fatto il magistrato, lo scrittore, lo sceneggiatore.

«Sono state tutte scelte adulte. Da ragazzo invece avevo la mania delle esplorazioni planetarie».

 

La passione per i pianeti però le è rimasta: è vero che crede agli oroscopi?

«Da buon meridionale...».

 

[…]

 

Una angoscia che ricorda di aver vissuto?

«Quella per via di Goffredo Fofi».

 

GIANCARLO DE CATALDO 2

Che le ha fatto Fofi?

«Cosa non mi ha fatto. Non ha detto una parola alla rappresentazione della mia prima pièce teatrale. Mi era seduto accanto e per tutto lo spettacolo ha continuato a scuotere la testa. Non un commento, solo sguardi di commiserazione. Era il 2001, ancora lo ricordo».

 

Romanzo criminale: un libro, un film, una serie. Un brand, praticamente. Come è nato?

«Quando l’ho scritto ero in una specie di trance».

 

Che vuol dire?

GIANCARLO DE CATALDO- ROMANZO CRIMINALE

«Non capivo cosa stessi scrivendo. Credevo un romanzo che raccontava quindici anni di storia italiana, sulla falsa riga del romanzo francese dell’Ottocento».

 

E invece?

«Dopo mi sono reso conto che la forza di “Romanzo criminale” stava tutto nei personaggi. Non erano agiti dalla storia, ma determinavano la Storia».

 

[…] Zio Giancarlo: è in contatto con quella banda di attori?

«Non che si va a mangiare la pizza la sera, ma ci sentiamo. Con Pierfrancesco Favino quando ci incontriamo facciamo le finte radiocronache della Roma».

 

Cioè?

«Lui fa il tifoso lamentoso della Roma che telefona alla radio. Io gli faccio da spalla. Ridiamo molto».

 

Che ricordi ha del set di quel film? Oltre a Favino c’erano Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria...

«Sono i primi giorni delle riprese: Kim Rossi Stuart si sta preparando a entrare in scena, siamo alla Madonna del Pellegrino. Mi avvicino, avevo avuto dei dubbi sulla parte che gli era stata data. Mi presento: “Sono De Cataldo”. Mi gela con uno sguardo ieratico. Dubbi fugati: era lui il Freddo».

GIANCARLO DE CATALDO

 

Se dovesse scrivere oggi «Romanzo criminale» cosa ne verrebbe fuori?

«Non potrei scriverlo. Sono passati più di vent’anni, la criminalità è cambiata. Un gruppo che cerca di affermarsi come la banda della Magliana oggi non c’è. L’unica strategia per affermarsi oggi sembra lo scontro frontale».

 

La banda della Magliana di «Romanzo criminale», il delitto di via Poma, l’omicidio di Marta Russo: c’è un caso tra quelli eclatanti della storia di Roma che come magistrato non ha seguito?

«Mafia capitale».

 

Però poi l’ha raccontata in «Suburra».

«Già. Anche se alla fine l’indagine ha deciso che tutta la vicenda non aveva a che vedere con la mafia».

 

E la vicenda di Simonetta Cesaroni? Chi l’ha uccisa?

romanzo criminale il film

«So dire con certezza chi non l’ha uccisa: Raniero Busco, il fidanzato».

 

Sono passati trentatré anni da quel delitto, per la cronaca il delitto di via Poma. Sapremo mai chi ha ucciso Simonetta?

«No. Perlomeno dalle carte che ho visto io è impossibile stabilirlo». […]

 

Suona qualche strumento?

«Lasciamo perdere».

 

Perché?

«Tra i progetti della mia vita adulta c’era quello di suonare il sax».

GIANCARLO DE CATALDO 4

 

E non le è riuscito?

«Ho dirottato sulla chitarra. Ma la suono molto male. Ed è bene che non mi faccia vedere da mia moglie con la chitarra in mano».

 

Ha un mito?

«Leonard Cohen».

 

Autori contemporanei che le piacciono?

«È una scelta diabolica. Io sono onnivoro e sono capace di trovare cose buone anche in chi è molto lontano da me. Leggo tutti i miei amici e amiche del noir italiano ma non voglio dire chi mi piace di più».

 

giancarlo de cataldo con alberto mattioli foto di bacco

Qualcuno che non le piace?

«È una scelta diabolica».

 

Crede ai miracoli?

«Credo agli eventi sorprendenti. Chi ha la fede li qualifica come miracoli. Ma il concetto non cambia».

 

Cosa la rende felice?

«Avere in mano materialmente una cosa che ho fatto io. Un film, un libro, persino un articolo sul giornale. Mi dà un senso di salvezza».

 

E una cosa che le dà fastidio?

«L’estremismo del politicamente corretto. Lo trovo insopportabile».

 

Cosa intende dire?

romanzo criminale il film 2

«Ho il terrore delle polizie morali. In Italia non siamo ai livelli di isterismo del woke americano, però troppi di noi che scriviamo ci ritroviamo a pattinare su lastre di ghiaccio nella paura di dire qualcosa che possa spaventare o terrorizzare».

 

Un grande amico del mondo del cinema con cui ha lavorato?

«Mario Martone, “Noi credevamo”, il film sul Risorgimento è stata un’esperienza profondamente coinvolgente che ancora oggi ci accompagna. Ci salutiamo ancora come faceva Mazzini con gli altri cospiratori».

 

Che saluto è?

«Uno dice “Martirio”. L’altro risponde: “Resurrezione”. Ci salutiamo sempre così anche se sono passati tredici anni dal film».

giancarlo de cataldoLa svedeseCARLO BONINI GIANCARLO DE CATALDO - SUBURRAgiancarlo de cataldo foto di bacco

 

giancarlo de cataldo. foto di bacco

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO