I GUAI PER CONTE NON FINISCONO MAI - I CARABINIERI SU SALERNITANA-BARI DEL 2009: PARTITA VENDUTA DAI PUGLIESI - NEGLI SPOGLIATOI LA SPARTIZIONE DEI 300MILA EURO? - DAI VERBALI DEL PORTIERE GILLET E DI KUTUZOV EMERGONO SOSPETTI - CONTE AVREBBE CHIESTO A COLOMBO DI GIOCARE - LA RISERVA: “MISTER IO LA FACCIA IN QUESTA FARSA NON LA METTO” - PROVO’ CON KUTUZOV: “ALMENO TU IMPEGNATI” - ALLORA IL PARRUCCHINATO SAPEVA DELLA COMBINE?...

Giuliano Foschini e Marco Mensurati per Repubblica

Le parole pronunciate nei giorni scorsi da Antonio Cassano non sono la peggiore notizia arrivata da Bari per Antonio Conte. Maggiori preoccupazioni potrebbero causargli le parole contenute nell'inchiesta della Procura che i Carabinieri hanno appena concluso, consegnando l'informativa finale. L'oggetto è la partita tra Salernitana e Bari (3-2), del maggio del 2009. Partita truccata, hanno accertato le indagini degli uomini del nucleo operativo: gara comprata dai campani e venduta dai baresi. Gli indagati sono più di venti. Il reato è frode sportiva. Tra di loro non c'è Antonio Conte. Nelle carte che stanno partendo però alla volta della procura Federale, dove verranno esaminate da Stefano Palazzi, ci sono un paio di particolari che, ininfluenti dal punto di vista penale, potrebbero costare all'allenatore della Juventus un nuovo deferimento per omessa denuncia.

KUTUZOV E GILLET
Lo spogliatoio del Bari aveva deciso di vendere, praticamente all'unanimità, la partita agli avversari. Era una gara inutile per la classifica: Bari già promosso, Salernitana a caccia di punti salvezza. Costo dell'operazione: una cifra non ancora ben definita che va dai 160 ai 300mila euro. I giocatori si riuniscono in un paio di occasioni. Tra i promotori c'è l'allora difensore (poi diventato collaboratore dell'allenatore della Juve), Christian Stellini. Conte però non si accorge e non sa nulla. Prima della gara, negli spogliatoi, dà la formazione come al solito.

Qui è importante concentrarsi sul racconto di Gillet, il capitano di quel Bari, e uno dei protagonisti della combine. Il portiere - oggi al Torino - ricorda che Conte chiese a Colombo, attaccante di seconda fascia, di giocare titolare. «No, mister, già non gioco mai, io la faccia in questa farsa non la metto» avrebbe risposto, in sintesi, l'attaccante. Inutile la sfuriata di Conte. Colombo non ne voleva sapere. Da qui la decisione di schierare titolare Kutuzov, con il quale Conte si raccomandò, racconta lo stesso giocatore, di impegnarsi particolarmente. «Almeno tu». Le due dichiarazioni fanno intendere quindi che Conte sapesse che c'era qualcosa che non andava in quella partita. E che i suoi giocatori non volessero giocare per vincere.

«CONTE NON SAPEVA»
Tutti i giocatori interrogati da Bari (sono più di venti, tutti indagati, ma quasi la metà si è avvalsa della facoltà di non rispondere, compreso Colombo), anche quelli che hanno ammesso le proprie responsabilità, hanno però precisato che «il mister non sapeva nulla della combine ». Gli stessi Kutuzov e Gillet non hanno in nessun modo accusato Conte, ma i problemi potrebbero arrivare dalle pieghe dei loro discorsi. Non è un caso che l'attaccante abbia già spiegato pubblicamente, con interviste televisive, che non voleva in nessuna maniera dire quello che ha detto. E anche il portiere ha fatto sapere che le sue non volevano essere parole che potessero creare in qualche maniera problemi all'allenatore della Juventus.

I verbali sono però depositati. Appena Palazzi li riceverà riconvocherà tutti i giocatori: toccherà a loro poi precisare, spiegare meglio e in questo caso, eventualmente, dire il contrario di quanto detto ai magistrati penali con tutto quello che una scelta del genere comporta.

LA DIFESA DI CONTE
L'allenatore della Juventus è stato ascoltato come testimone dai magistrati baresi. E proprio su Salernitana-Bari ha risposto a tutte le domande che il procuratore Antonio Laudati e i sostituti Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro gli hanno posto. Ha spiegato che ci sono «segreti dello spogliatoio» che rimangono tali, anche a un allenatore attento ai particolari come lui. Di quel Salernitana-Bari ricordava tutto: mai aveva sospettato che addirittura fossero girati soldi negli spogliatoi. E se aveva chiesto particolare impegno ai suoi calciatori era stato proprio per scongiurare il rischio di una partita di "fine stagione".

«La partita con la Salernitana - ha spiegato in sintesi agli investigatori - era assai particolare. Erano in qualche modo gli stessi tifosi a chiederci di perdere, visto che c'era un gemellaggio con la squadra campana che aveva bisogno di punti per salvarci. Io però non ci stavo: eravamo promossi, ma lottavamo per il primo posto a cui io tenevo particolarmente. E io gioco sempre per vincere. Per questo ho chiesto ai ragazzi di impegnarsi come sempre».

 

ANDREA AGNELLI ANTONIO CONTE ANTONIO CONTEconte antonioANTONIO CONTE jpegANDREA AGNELLI E ANTONIO CONTE antonio laudati

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?