rula jebreal salone del libro

I SOLONI DEL LIBRO – “HO DETTO NO”, RULA JEBREAL SCAPPA DALL’INVIATA DI GILETTI: “'NON E’ L’ARENA' E’ DISINFORMAZIONE” - DA RECALCATI ALLE POESIE DA SPIAGGIA DI JOVA, LA SINISTRA DI FESTIVAL E DI POTERE HA FATTO PERCORSO NETTO AL SALONE DI TORINO – BARBERO E CHAMPAGNE: “LA GUERRA NON E’ UNA NOVITA’, E’ SEMPRE SUCCESSA” - COSE DI CUI NON CI FREGA UN BEATO LINGOTTO: COME ALESSANDRO GASSMANN È DIVENTATO GREEN. IL SEQUEL DI “FAI BEI SOGNI” DI MASSIMO GRAMELLINI. I BAGNI “NO GENDER” DI CATHY LA TORRE. CHE AL SALONE SI FA FATICA A TROVARE LIBERI QUELLI NORMALI…

Luigi Mascheroni per “il Giornale”

 

rula jebreal

Secondo un rapporto di Save the Children di due giorni fa, metà dei ragazzi italiani non riesce a comprendere il significato di un testo scritto. L'altra metà, ieri mattina, dopo una delle code più tortuose della storia delle code di tutta la settimana del Salone, era in Sala 500 - da cui il numero dei posti - ad ascoltare Alessandro Barbero, romanziere premio Strega nel 1996, una storia sulla Bella vita e guerre altrui di Mr.

 

Pyle, gentiluomo, e storico arrivato al successo attraverso diversi canali, il più veloce dei quali è YouTube. Titolo dell'incontro: «Come si spiega la Storia in pubblico». Risposta: come Barbero. Divertendosi a studiarla, che è la strada più sicura per divertire spiegandola; sapere che dietro a un minuto di divulgazione ci sono 99 ore di ricerca; senza spocchia (come, un po', ce l'ha Laura Pepe, accanto a lui); autoironia; e un po' di coraggio (o, nel suo caso, ci sembra, ingenuità): quella che a volte ti porta a dire cose non correttissime, ma magari più vere di quelle troppo corrette. Libera Storia tra liberi libri.

giletti

 

Sì O NO?

«Quando una donna dice NO, è NO. E l'uomo lo deve capire». È stato l'incipit molto agitato, ma anche l'explicit, altrettanto nervoso, dell'incontro di Rula Jebreal.E il NO era reiterato all'inviato della trasmissione di Massimo Giletti, che la inseguiva tra gli stand per intervistarla.

 

Ma la giornalista italo-israeliana-palestinese è stata chiara: quella di Giletti non è informazione, è un talk pieno di bugiardi, sciamani, stregoni, negazionisti, propagandisti, e non vuole andarci. «Una donna ha il diritto di dire No a un uomo, e l'uomo ha il dovere di capirlo». È un diritto di Rula. Ma anche un dovere notare due cose, a margine.

Uno: l'inviato che lo inseguiva era una donna. Due: per fortuna che Giletti lavora per La7 di Cairo-Corriere della sera. Lavorasse con Berlusconi?

RULA JEBREAL

Diocenescampi. Non è l'Arena Bookstock.

 

«LEGGETE!»

Consiglio del regista e scrittore Werner Herzog, protagonista assoluto della domenica Salottiera: «Bisogna conoscere il cuore delle persone. Se non lo si conosce non bisognerebbe fare film o scrivere libri. Spesso i giovani registi vengono da me e mi chiedono cosa devono fare, io gli dico viaggiate a piedi e leggete leggete leggete leggete».

 

CLAP CLAP CLAP!

 Fra insegnamenti, inseguimenti, divismi giornalistici, code e un caldo cambogiano, la giornata ha regalato tre grandi incontri (bisognerebbe selezionare di più: programma più snello fa rima con programma più bello): l'omaggio a Dino Buzzati, starring Lorenzo Viganò; lo show su Giovannino Guareschi messo in scena da Enrico Brizzi; la performance dedicata a Luciano Bianciardi da Tiziano Scarpa. Imperdibili.

 

«E QUINDI!?»

Cose invece di cui non ci interessa un Lingotto. Come Alessandro Gassmann è diventato green. Il sequel di Fai bei sogni di Massimo Gramellini, dieci anni dopo, e anche fra altri dieci. I bagni «no gender» di Cathy La Torre. Che al Salone si fa fatica a trovare liberi quelli normali.

alessandro barbero meme 4

 

NON NE USCIREMO MAI

Percorsi strani. Ce ne sono di due tipi, qui. Miracolosi: come quello di Mircea Cartarescu, che fino a 5-6 anni fa era un oscuro scrittore dell'Est, ospitato di straforo nello stand dell'Istituto Romeno di Cultura umanistica di Venezia, e ieri mattina presto riempiva la sala Azzurra dove parlava del romanzo Solenoide. E poi Misteriosi: come si esce vivi da una settimana di Salone?

 

TUTTO A SINISTRA!

Ieri l'intellighenzia più bella e democratica, la Sinistra di festival e di potere, ha fatto percorso netto. Dalle ore 10 in avanti, in ordine sparso fra tre padiglioni e l'Oval, si potevano ascoltare: Massimo Recalcati, Loredana Lipperini, Umberto Galiberti, Mario Calabresi, Altan e Luca Bottura, Andrea Cortellessa, Marino Sinibaldi, Rula Jebreal («Ho detto NO!»), Erri De Luca, Massimo Giannini, Umberto Galiberti (ancora), Michele Serra, Teresa Ciabatti, Chiara Tagliaferri (è la moglie di Nicola Lagioia), Sandro Veronesi, Lidia Ravera, Loredana Lipperini (ancora), Beppe Severgnini, Veronica Raimo (la sorella di Christian Raimo), Zerocalcare, Massimo Giannini, Marino Sinibaldi (ancora), il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (in visita privata), Fabrizio Gifuni, Gianrico Carofiglio, Cecilia Strada (figlia di), La rappresentante di lista, Massimo Gramellini (e tre), l'ala ultradestra della Sinistra Travaglio-Gomez-Barbacetto, Loredana Lipperini (e quattro), Walter Veltroni (in sala Rossa) e Laura Boldini (in sala Bianca). Sono le 19,30. Ed è abbastanza.

massimo recalcati

 

 

2 - FRA GIOVANI ADELPHIANI E VECCHI LEONI, A TORINO SI CORRE COME JACOBS

Luigi Mascheroni per “il Giornale” - articolo del 22 maggio 2022

 

Cronache dal Salone.

 

CORSE, CORSI E RICORSI

Per i lettori il Salone è una festa. Per editori, scrittori, giornalisti, agenti e uffici stampa, invece, è la settimana dell'anno in cui tutti quelli che conosci stanno al Salone, e vorrebbero essere altrove.

 

cathy la torre

Sono tutti di corsa, fuori dal Lingotto arriva il Giro d'Italia, all'Oval c'è la star dell'atletica Marcell Jacobs, perché a volte i libri sono solo un pretesto, ma va bene così; fa caldissimo, c'è moltissima gente, una sovrapposizione di eventi, code fuori dalle grandi Sale colorate, code per i firmacopie (soprattutto genere fantasy, fumetti, manga et similia), code per i bagni, code per i panini, code nei chioschetti lungo il passaggio che collega il Padiglione 3 e l'Oval, dove il caffè costa due euro (?!), in piedi, che è più di quanto lo paghi di solito al Cala di Volpe, seduto; il biglietto di ingresso costa 13 euro, poi resta poco per spendere in libri. Ma va benissimo. Il Salone è una meraviglia così. Vorremmo fosse già maggio dell'anno prossimo, anche se oggi la temperatura è quella di luglio, per ricominciare tutto da capo.

walter veltroni foto di bacco

 

GIOVANI ADELPHIANI NICHILISTI

Comincia subito benissimo: forse è solo una impressione, ma l'occhio empirico del cronista allenato da anni di servizi al Lingotto ci dice che - per essere sabato - il pubblico è molto più giovane delle altre edizioni. In particolare in alcuni stand la cosa colpisce molto: ad esempio in quello di Adelphi, editore da sempre un po' intellettual-âgée e che ora - una delle tante rivoluzioni post-Calasso - ha appena cambiato il social media manager. Capello lungo, orecchino, 125mila follower su Instagram, Gnosi, colori pastello, post, like, Guenon, Vêdânta e nichilismo.

 

«LAVORATORI.....!!!»

I giovani qui sono protagonisti, sia come pubblico, sia come lettori (un po' meno come autori), sia come personale di supporto. Le hostess ai desk Informazioni, studentesse e laureande perlopiù, guadagnano 4,5 euro all'ora, lordi, per turni obbligatori di 12 ore. Con l'inflazione del Lingotto, una ventina di caffè. Circa. Nel programma della prossima edizione si consiglia di mettere in agenda, oltre ad ambiente e gender, il tema del lavoro e il mondo dei ragazzi, tutele sindacali, precariato e sfruttamento.

 

ALTI E BASSI

fai bei sogni

Il programma, però, è ottimo. Non c'è manifestazione culturale come il Salone di Torino capace di alternare così bene nella sua offerta l'alto e il basso, dalla lectio di Milo De Angelis sul De Rerum Natura di Lucrezio a Elly Schlein, dal dialogo fra due pesi massimi del pensiero come Franco Moretti e Carlo Ginzburg alle Poesie da spiaggia scelte da Jovanotti («Jovanotti sì che è un poeta...», «Beh, sì. Ma anche Montale...». «Chi? Ma è sui social?»), dal reading collettivo su Virginia Woolf (con dieci scrittrici, da Giusi Marchetta a Lidia Ravera, bellissimo, ma il rispetto delle quote azzurre?!) alla storia sportiva del fumetto. Ma si sa, quest' anno è il boom del balloon.

 

OMNIA MUNDA MONDADORI

massimo gramellini

 A proposito. Un editore che fu maestro nell'alternare nel suo catalogo l'alto e il basso, Fitzgerald e Topolino, fu Arnoldo Mondadori: venerdì sera qui a Torino, al Cinema Massimo, all'interno del programma del Salone Off, c'è stata l'anteprima della docu-fiction Rai (la vedremo a ottobre in tv) Arnoldo Mondadori, i libri per cambiare il mondo con protagonista Michele Placido per la regia di Francesco Miccichè. Ieri mattina di rigore la tavola rotonda su «Il caso Mondadori», parlando di tascabili e sceneggiati Rai sotto l'egida del sommo insegnamento di Arnoldo: «Bisogna fare dei libri che il pubblico ha voglia di leggere». E nacque la grande industria editoriale italiana.

 

EDITANDO E BALLANDO

JOVANOTTI

Editori che compiono gli anni e festeggiano al Salone: Gallucci e Nottetempo ne fanno 20, Interlinea ne fa 30, Fanucci 50 (ospite d'onore Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, che si presentava a tutti «Piacere, sono il fratello di Montalbano») mentre Marsilio, nel ricordo di Cesare De Michelis, ne ha compiuti 60, sfoggiando nel suo stand il volume-omaggio sul catalogo storico: strepitoso. Ah, Marsilio vince anche per la cena più elegante. A proposito: Auguri.

 

PASOLINANDO

E auguri anche a Pier Paolo Pasolini, nato cento anni fa. Uno fra gli incontri più belli - parere ovviamente personalissimo - è stato quello di Walter Siti, «Ancora e sempre Pasolini». Siti, curatore delle opere complete di Pasolini nei «Meridiani», ha ripercorso vita, corpi, poesia, polemiche, eros e morte di PPP. E la spiegazione su come leggere Petrolio - di cui Garzanti porta qui una nuovissima edizione - cioè come un romanzo a due ante dietro le quali ci sono, da una parte la fine dell'erotismo di Pasolini dopo l'esplosione perversa di Salò, e dall'altra tutti i segreti che intrecciano il romanzo delle stragi italiane, valeva tutto sommato i cinque giorni di servizio giornalistico al Salone. Il firmacopie di Siti per la sua curatela del nuovo Petrolio purtroppo non ha avuto il successo di Zerocalcare. Ma tant' è.

alessandro gassmann

walter siti

Walter SitiRULA JEBREALcathy la torreRULA JEBREALRula Jebreal

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”