roncone libro roma

DALLA GRANDE BELLEZZA AL “GRANDE TROIAIO” - RONCONE: “UNA CITTÀ LURIDA CON UN'IMMIGRAZIONE SOVERCHIANTE. LA CAPITALE STA MORENDO - PRIMA ALEMANNO, POI MARINO: I ROMANI ORMAI SONO RASSEGNATI. PENSANO CHE NON CI SIA POSSIBILITA’ DI SCAMPARLA. IL 50% NON ANDRA’ A VOTARE”

RONCONERONCONE

Goffredo Pistelli per “Italia Oggi”

 

Fabrizio Roncone, 52 anni, romano de Roma, è un inviato speciale del Corriere della Sera. Scrive su tutto, dai grandi fatti dell' attualità alle beghe di Palazzo, agli psicodrammi della politica. La sua penna è infatti uno scanner formidabile, capace di raccontare con maestria il dettaglio del quadro, ma facendo innamorare il lettore anche della cornice. Uno così non poteva, prima o poi, che scrivere un romanzo. Il suo La paura ti trova (Rizzoli) è appena uscito in libreria e, nei giorni scorsi, alla libreria Feltrinelli che sta nella Galleria Sordi a Roma, a due passi dalla redazione di ItaliaOggi, sono andati a presentarlo Walter Veltroni e Aldo Cazzullo.

 

Scrutando la sala, forse si potevano riconoscere anche il Muto, l' Avvocato e Picasso, gli avventori della vineria di Marco Paraldi, il protagonista, un giornalista che ha chiuso col giornalismo, e dalla quale si dipana un giallo che sarebbe riduttivo definire tale.
 

aldo cazzullo walter veltroni fabrizio ronconealdo cazzullo walter veltroni fabrizio roncone

In questo libro d' esordio di Roncone, oltre al plot poliziesco, con personaggi che ricordano certe figure, sgangherate ma sublimi, di Fruttero e Lucentini, c' è soprattutto un strepitoso affresco di Roma, ormai sfatta.  Domanda. Roncone, a un certo punto, quando la storia ormai volge al termine, uno degli sgarruppati malavitosi pronuncia una frase che potrebbe essere un ideale sottotitolo: «Roma è un immenso troiaio a cielo aperto».
 

libro presentatolibro presentato

Risposta. Direi che è la frase chiave. Roma la conosco, ci sono nato, c' ho fatto per anni il cronista di nera, a Paese Sera, dove sono entrato giovanissimo, so cos' è il mondo politico, che ho seguito all' Unità, dove mi assunse il direttore Massimo D' Alema, e poi al Corriere.
 

D. Roma è la protagonista vera di questo libro.
R. Mancava, secondo me, il racconto di come la città sia oggi.
 

dago e ronconedago e roncone

D. E dire che di narrazioni di Roma e della romanità non erano mancate, negli ultimi anni.
R. È vero. Ce ne sono state almeno tre, nell' ultimo periodo, tutte straordinarie quanto fuorvianti. Prenda quel bellissimo romanzo che è stato Romanzo Criminale di Giancarlo De Cataldo, la fiction che ne è stata tratta.
D. L' epopea dalla Banda della Magliana.
R. Un racconto che va dalla fine degli anni '70 ai primi anni '80, e quindi per niente attuale.
D. Lei cita, ma molto en passant, un certo bar di Testaccio che vide nascere quel clan che poi dettò legge per anni. Ma liquida la vicenda in poche righe.
R. Conosco molto bene quel quartiere, mia madre ci ha insegnato per anni, ho visto la «batteria» di testaccini e trasteverini diventare un clan che trattava con Cosa nostra. Ma appunto, roba di un' altra epoca. Così come ho visto il quartiere cambiare volto.
 

fabrizio ronconefabrizio roncone

D. Pulizia immobiliare ed etnica, lei scrive.
R. Sì perché la bolla immobiliare degli anni '80, ha deportato da lì, da Piazza Farnese, da Trastevere, da Campo de Fiori, i romani, comprando le loro case, quattrini alla mano, e prospettando l' acquisto di un paio di appartamentini nuovi a Tor Bella Monaca.
D. Ma stavamo parlando delle chiavi di lettura di Roma, l' ho distratta.
R. Sì, un' altra è stata quella de La Grande Bellezza. Stupenda anche quella, ma inadeguata a raccontare la Capitale di oggi.


D. Perché?
R. Perché gli anni di Jep Gabardella, il protagonista, sono quelli in cui finisce la Prima Repubblica, siamo alla fine degli anni '90, primi anni 2000. Ha presente quella grande terrazza dove il film comincia?
D. Certo, la musica sincopata, i balli di gruppo, i nani e le ballerine...
R. È un grande attico che un signore, mi pare un architetto, affitta per queste mega feste e io ricordo di aver partecipato, in quegli anni, a un paio di party là sopra e, vedendo il film di Paolo Sorrentino, m' è parsa di vivere un flash-back. Del resto...

D. Del resto?
R. Del resto Sorrentino e Umberto Contarello, che l' hanno sceneggiata, hanno dichiarato di ispirarsi alla Roma dei salotti delle Angiolillo, Verusio, Carraro, che non ci sono più. Ai Cafonal di Roberto D' Agostino.
D. I protagonisti del potere impietosamente inchiodati, con la tartina in bocca e i volti sfregiati dal botulino, dall' obiettivo di Umberto Pizzi, che ha fatto le foto alla sua presentazione, per Formiche.net.
R. Sì e D' Agostino era in sala pure lui, una bella capriola infatti.
D. E dunque, di nuovo un racconto che non è dei giorni nostri.
R. Esatto. E poi c' è stata anche Suburra, il libro di Carlo Bonini con De Cataldo, ma era come un microscopio su una realtà particolarissima, l' incrocio fra criminalità e potere. E quindi troppo parziale, per raccontare il tutto.

D. Senta ma perché Roma, dalla Grande bellezza, è diventato il «grande troiaio», per usare le parole del suo criminale?
R. Quella frase descrive in modo plastico l' Urbe qual è: una città orizzontale.

D. Che vuol dire?
R. Vuol dire che il Bene e il Male si incontrano, si sganciano, si incontrano di nuovo. Non c' è più l' alto e il basso.
D. Faccia un esempio, Roncone.
R. A Ponte Milvio, il sabato sera, lei trova migliaia di ragazzi. Da quelli di Vigna Clara e dei Parioli...
 

aldo cazzullo filippo ceccarelli andrea vianelloaldo cazzullo filippo ceccarelli andrea vianelloaldo cazzullo legge il libro di ronconealdo cazzullo legge il libro di ronconeLA GRANDE BELLEZZA LA GRANDE MONNEZZA DAL SITO ROMA FA SCHIFO LA GRANDE BELLEZZA LA GRANDE MONNEZZA DAL SITO ROMA FA SCHIFO

D. ... i quartieri ricchi...
R. ... mescolati a quelli del Tuscolano, zona popolarissima. Assieme agli uni e agli altri, gli spacciatori di Piazza Euclide. Ne ho avuto la percezione, giorni fa, si ricorda quando le liste di Stefano Fassina alle comunali erano saltate?
 

SERENA GRANDI LA GRANDE BELLEZZASERENA GRANDI LA GRANDE BELLEZZA

D. Certo. Ma che c' entra?
R. C' entra perché il direttore m' aveva spedito al suo quartier generale che sta a Tor Pignattara. E dunque sono partito, facendo la Casilina, passando il Pigneto, oggi riqualificato.
D. E trendy...
R. Ficaiolo, si dice ora. Dove anche i fuorisede con due soldi in tasca, si fanno affittare la casa lì, tanto è di moda. Bene, duecento metri, non due chilometri dopo, comincia appunto Tor Pignattara e lì capisci che Roma sta morendo.


D. Perché?
R. Perché vedi una città lurida, sporca, con un' immigrazione soverchiante: non trovavo la via a cui ero diretto. E, ogni volta che accostavo con la macchina, per chiedere informazioni, non c' era un italiano a rispondermi.
D. Infatti il libro inizia sulla spiaggia di Capocotta, dove c' è di tutto, l' ibridazione totale.
R. È così: i fighetti hanno smesso d' andare a Fregene e vanno lì. Così come in Piazza del Fico, trovi i coatti di Capocotta.

D. In questa orizzontalità che è successo?
R. È successo che il Male e il Bene si incontrano spesso, ma il Male ormai ha preso il sopravvento: questa città non è innocente, diciamo la verità.

D. In che senso, Roncone?
R. Nel senso che chi di noi, oggi, non parcheggia in tripla fila? Che si occupano regolarmente i parcheggi riservati agli invalidi. Ma proprio per fare due esempi banali, intendiamoci. È all' interno di questo piccolo male quotidiano, che è Roma, ambiento la mia storia.
 

CARMINATI ARRESTO 3CARMINATI ARRESTO 3

D. Una storia dove però si lascia scappare qualche stereotipo: i «destri», dal tassista razzista, al giovane fascio che insulta una cameriera, sono sempre brutti e cattivi.
 

R. Beh, quei personaggi sono l' espressione di una destra che esiste solo a Roma, becera e manesca, e che conosco abbastanza. Non la trovi più a Milano o Napoli, ma qui resiste. La città nel suo complesso è di destra, Giorgia Meloni ha qui il suo serbatoio di voti, idem Francesco Storace, ma in quel tipo di destra quei personaggi si trovano solo a Roma.
 

D. Altro stereotipo, buono stavolta, a sinistra: gli ex-compagni di corteo degli anni '70, del protagonisti, tutti nerboruti rugbisti, angioletti.
R. Ma no, uno fa il dentista e viaggia in auto di lusso, uno fa l' orologiaio di livello e indossa UN grandeun Rolex «che Putin si sognerebbe», un altro ha ereditato i supermercati del padre: no li sfotto un po' perché, come accade spesso in questo Paese, chi voleva fare la rivoluzione, si ritrova fra i ricchi

 

D. E il protagonista, mi scusi? Paraldi in uno dei rari dialoghi di politica, rivela d' essere un veltroniano.
R. Ma no, è uno che ha fatto il tipico percorso della sinistra extraparlamentare, e che poi, negli anni dell' antiberlusconismo militante, capisce che ha ragione Veltroni a voler battere il Cavaliere sul piano della politica.
 

D. E non glielo han fatto fare, dice Paraldi.
R. Fu così, infatti.
 

ALEMANNO MARINOALEMANNO MARINO

D. Senta di politica si parla poco, alla fine. Mafia capitale non c' è per niente.
R. Volutamente. Perché Roma è una metropoli di quattro milioni di abitanti, ridurre tutto a «Mafia capitale» significava avrebbe significato volerne vedere solo un pezzettino. Questa mafia esiste, perché esiste una città così. In un' altra grande città, chessò Barcellona, sarebbe stato impossibile che Massimo Carminati...
 

D. ... l' ex-Nar diventato uno della Banda della Magliana. Er Cecato che, dalla sua pompa di benzina, governava i traffici dell' Urbe...
R. ...che Carminati facesse quello che faceva. In un' altra capitale, avrebbe fatto il benzinaio davvero: uno che, uscito di galera dopo anni, provava a rifarsi una vita.

D. Senta Roncone, ma in tutto questo "Roma fa schifo", a cui anche lei non si sottrae, non è che c' è un certo autocompiacimento dolente?
R. No, il romano è rassegnato proprio. Sono otto anni che se la deve cavare da solo, perché i primi cinque anni ha avuto Gianni Alemanno, la cui giunta è stata una sciagura per la città. Nei restanti due, ha avuto Ignazio Marino.
D. Che non è stato un toccasana, diciamo.
R. Dopodiché il romano pensa che non ci sia possibilità di scamparla. Il 50% non andrà a votare.

D. E l' altra metà?
R. Lo farà con un senso di abitudine, di incertezza, di scetticismo, non credendo o credendo pochissimo alla figura del sindaco.

D. E come ne uscirete?
R. È necessaria una rinascita complessiva della città, coi suoi cittadini, uno scatto etico, morale, globale, collettivo.

D. Ma le pare possibile?
R. Guardi anni fa, a Napoli, con Antonio Bassolino ho visto qualcosa di quello che ci vorrebbe a Roma: i napoletani si facevano un punto d' orgoglio di fermarsi ai semafori rossi, di non suonare il clacson.
 

ignazio marino presenta il suo libro  11ignazio marino presenta il suo libro 112 monnezza a roma dal sito romafaschifo2 monnezza a roma dal sito romafaschifo

D. Pochi finì pure lì. E qui i problemi sono enormi.
R. Sì, ci sono quartieri, come il Tuscolano, grandi come una città media, tipo Perugia. Però il sindaco che verrà...

D. Chi voterà Roncone?
R. No, mi spiace, non glielo dico. Ma chiunque venga, deve fare subito poche cose.

RONCONE  LIBRO ROMARONCONE LIBRO ROMA

 

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)