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MARIANGELA: “UNA RANOCCHIETTA COI COGLIONI!” - DALL’ORESTEA DI RONCONI A "MADRE CORAGGIO": IN 250 SCATTI LA STORIA TEATRALE DELLA MELATO - “LA MIA SOSTANZA È IL TEATRO, UN FUOCO CHE MI CONSUMA. E QUEL FUOCO SONO IO”

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Franco Montini per “la Repubblica”

 

"È vero che Visconti disse che ero una ranocchietta coi coglioni, ma in fondo io sostengo che sono bella soltanto se esprimo un sentimento e mi vanto di una sana cattiveria: nel rigore sincero mi trovo più onesta". Quante altre attrici sarebbero disposte a parlare di sé in questi termini? Sono sufficienti queste poche parole per capire la singolarità, meglio l’unicità, di Mariangela Melato. Un'interprete, ma anche una donna, ironica, anticonformista, imprevedibile, appassionata, insieme leggera e complicata.

Sul lavoro, come nella vita, un vulcano di allegria, entusiasmo, passione. È stata l'ultima vera diva del teatro italiano, benché dallo stereotipo della diva fosse lontana anni luce, ma anche una stupenda attrice di cinema. In entrambi i campi, come accade di rado agli interpreti, ha saputo primeggiare: magnetica e lucidissima sul set e in palcoscenico, Mariangela Melato ha offerto di sè immagini contrastanti, proponendo interpretazioni varie e a volte opposte.

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Davanti alla cinepresa ha recitato soprattutto con gli occhi, penetranti e malinconici, ma attraversati da lampi di improvvisa vivacità; in palcoscenico con il corpo, riuscendo ad essere assolutamente credibile sia in un ruolo di bambina, come nello spettacolo Maise, sia in quello di una donna più che centenaria come accaduto in Makropulos.  

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Al cinema è stata un'attrice ricercata dai nostri grandi autori, Elio Petri, Franco Brusati, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, pronta a sostenere senza alcuna difficoltà ruoli drammatici e leggeri, capace di conquistare otto David di Donatello, più cinque Nastri d’argento, due Globi d’oro, ma di sedurre anche le platee popolari, in particolare grazie al lungo sodalizio con Lina Wertmuller e Giancarlo Giannini in film come Mimi Metallurgico, Film d’amore e d’anarchia, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, dove le doti comiche e grottesche della sua recitazione, venivano esaltate al massimo livello.

 

Sul set è stata un’attrice capace di essere speciale raccontando il quotidiano, impersonando, nel bene e nel male, donne in cui era facile riconoscersi.

Invece in teatro, la sua passione più autentica- come si ricava da un'altra fulminante dichiarazione “la mia sostanza è il teatro, un fuoco che mi consuma. E quel fuoco sono io”- Mariangela Melato ha sempre scelto ruoli straordinari, donne fuori da comune, immerse in storie drammatiche, cruente, ingovernabili.

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Da Olimpia nel mitico Orlando Furioso di Luca Ronconi, dove appariva vestita di nero, scatenata e pazza; a Cassandra ne L’Orestea ancora diretta da Ronconi; a Medea per la regia di Giancarlo Sepe; a Madre Coraggio di Brecht nell’allestimento di Marco Sciaccaluga. E ancora è stata la Blanche di Un tram che si chiama desiderio e la Caterina de La bisbetica domata.
 

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Nella sua attività artistica, la Melato ha interpretato personaggi classici e contemporanei, di ogni età, come già accennato, ma anche di ogni condizione sociale, e di ogni provenienza geografica. Lei, così intimamente milanese, di quella Milano di ringhiera, espressione di solidarietà ed etica del lavoro, si è calata con naturalezza perfino in un personaggio sinonimo di napoletanità come Filumena Marturano, interpretata in una versione televisiva.

Se n'è andata troppo presto Mariangela Melato, scomparsa, dopo un’inesorabile malattia, a 71 anni il 13 gennaio 2013. Ora la testimonianza di gran parte delle sue oltre quaranta interpretazioni teatrali sono raccolte in un ricco volume Magnetica Mariangela, a cura di Tommaso Le Pera, autore delle splendide foto del libro, che immortalano gli spettacoli, e di Anna Testa.

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Il volume, realizzato da Manfredi Edizioni e arricchito da una serie di testimonianze di colleghi ed amici della Melato -fra gli altri Renzo Arbore, Toni Servillo, Gabriele Lavia, Eros Pagni, Franca Valeri, Anna Bonaiuto - verrà presentato lunedi 2 maggio alle 18,30 al teatro Eliseo di Roma, oltre che dai due autori, dal critico cinematografico Alberto Crespi, dal critico teatrale Rodolfo Di Giammarco, dal regista Marco Sciaccaluga, dalla sorella di Mariangela, Anna Melato, anche lei attrice.

 

Attraverso le oltre 250 istantanee, tutte diverse e tutte significative per raccontare tanti personaggi e un’interprete che è rimasta nel cuore degli spettatori, emerge prepotente anche il fascino indubbio di un’attrice, la cui bellezza sfuggiva ai canoni classici per imporsi, anche in questo caso, per l’assoluta originalità.

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