AI TELE-MORENTI DELLA TV GENERALISTA PIACE SOLO LA MINESTRINA RISCALDATA - IL NUOVO CHE AVANZA FLOPPA CHE E’ UN PIACERE

1-NOVITÀ A RITMO LENTO: IN PRIMA SERATA TV VINCE L'«USATO SICURO»
Renato Franco e Massimo Scaglioni per il "Corriere della Sera"

Quelle più acciaccate sono Rete4 e Rai3, ma anche le altre qualche sintomo di vecchiaia lo manifestano. La radiografia di due mesi di ascolti (1 settembre - 30 ottobre 2013) restituisce il quadro di una televisione generalista in crisi rispetto al già non floridissimo anno precedente. Perché tutte le reti arretrano in prima serata, con l'eccezione di Rai1 e La7.

La contabilità dei numeri dice che Rai1 è davvero la prima rete con il 18,5 % di share, +0,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Canale5 si attesta al 16,6%, con un calo dello 0,8%. Terza rete in tutti i sensi Rai3 (7,3%, calo 0,9,%), quindi Italia 1 (7,2%, calo 0,4%) e Rai 2 (6,9%, calo 0,6%). Chiudono la top sette, Rete4 (4,7%, calo 1,1%) e La7 (4,2%, crescita 0,3%). Rai e Mediaset si possono consolare con il progresso delle reti tematiche (Viale Mazzini è al 5,8%, mentre Cologno Monzese al 7%). Al piccolo schermo mancano invece più di 500 mila spettatori: il totale della platea tv è sceso da 26.640.000 a 26.028.000 (elaborazione Geca Italia su dati Auditel).

Ma i numeri sono fatti di palinsesto, di ore di video, di volti e trasmissioni e nonostante la vulgata comune racconti che il telespettatore sia stanco di programmi che vanno in onda da anni, la realtà dice che alla fine la ripetizione crea assuefazione e dunque vincono i classici: trasversalmente alle reti, i programmi che tengono sono quelli «storici», o che comunque sono in onda da diverse stagioni: Carlo Conti e Tale e quale Show , il terzetto di giudici Zerbi De Filippi Scotti con Italia's Got Talent , Fazio e Che tempo che fa , Blasi più Mammuccari con le Iene , Santoro e Servizio pubblico . Gli innesti di quest'anno vengono tendenzialmente respinti al mittente: Linea Gialla (2,7% su La7), Radio Belva (2,8% su Rete4, chiuso), Virus (4,0% su Rai2) fino ai super flop di Rai3 (i telefilm The Newsroom e Scandal , sotto il 3%).

In una situazione comunque in lento movimento (verso il basso), al di fuori del prime time, spicca l'erosione di pubblico di Rai1 nella fascia pomeridiana (-3,3% rispetto al 2012), per l'effetto combinato del tracollo della Vita in diretta , rispetto all'edizione degli scorsi anni, e del successo di Canale5 (in particolare grazie alla soap Il segreto ), che registra nella fascia pomeridiana un +4,2%.

La parola alla difesa. «Nel nuovo panorama televisivo, non si può non tener conto della crescita delle reti native digitali, la concorrenza è aumentata. Il calo di Rete4 viene di fatto riassorbito dall'avanzamento di Iris e Top Crime - spiega Giuseppe Feyles, direttore dei tre canali -, sommando lo share, l'ascolto si riallinea al dato di Rete4 di quattro anni fa.
Dopo la stagione della soap e quella dei film (la serie dei Bellissimi, ndr ), ora si apre una fase diversa: dobbiamo riposizionarci con nuove produzioni e il nuovo per attecchire ha bisogno di tempo». E fare anche i conti con budget che per tutti, causa crisi, si sono ridotti.

Sposa la stessa tesi il direttore di Rai3 Andrea Vianello: «Le generaliste si stanno un po' sfarinando come le Dolomiti a causa dell'arrivo delle tematiche, però le Dolomiti sono pur sempre le Dolomiti. E poi la stessa Rai con le tematiche guadagna ascolti». Mette le mani avanti: «I conti comunque bisogna farli a fine anno.

Ci sono motivi che ci fanno non essere affatto preoccupati. Quando mandiamo in onda film e telefilm c'è un netto calo, ma è una caratteristica della rete, il pubblico di Rai3 è abituato a una rete viva, che produce. Abbiamo spostato un programma storico come Report , e anche Presa diretta , dalla domenica al lunedì e il pubblico si deve riabituare a una collocazione completamente diversa. E nonostante questo i nostri programmi di inchiesta battono i talk di attualità di La7 e Rete4: è un risultato più importante del dato secco di ascolto».


2-CAIRO: TENUTI TUTTI I «BIG», FILM E SERIE NON RENDONO
Renato Franco per il "Corriere della Sera"

«È il segno che noi continuiamo a investire in maniera molto forte, pur avendo cominciato una stagione di attenzione ai conti. L'azienda perdeva 96 milioni l'anno, ma siamo riusciti a metter sotto controllo i costi e al contempo a mantenere i programmi di qualità: Santoro, Gruber, Mentana, Formigli, Crozza». Urbano Cairo, editore di La7, è la novità del panorama tv.

Sembra un paradosso, La7 migliora nonostante programmi nuovi come «Linea Gialla» e «La gabbia» siano sotto la media di rete. «Il risultato in valore assoluto non è ancora quello che vorremmo, malgrado questo abbiamo un incremento di ascolto importante: Sottile più 20% al martedì, Paragone più 15% al mercoledì».

Ci sono meno film e serie tv.
«Abbiamo ridotto gli investimenti che producevano pochi ascolti e abbiamo cambiato il palinsesto in quelle parti in cui i programmi funzionavano meno pur avendo costi significativi. E i risultati di ottobre ci danno ancora più in crescita».

Alla fine Crozza non è andato in Rai, ha mandato una bottiglia di champagne a Brunetta?
«In realtà avevo già cominciato a parlare con il manager di Crozza molto prima degli attacchi di Brunetta. Eravamo praticamente arrivati a un accordo due settimane prima che la situazione diventasse pubblica. Sarebbe andata comunque così».

 

 

CARLO CONTI E MATTEO RENZI FOTO LAPRESSE CARLO CONTI LORENZA LEI PAOLO GARIMBERTI JOHN GALLIANO E STEPHANE ZERBIBpiersilvio berlusconi maria de filippiSCOTTI HUNZIKER PAPERISSIMAsantoro berlusconi SANREMO MAURIZIO CROZZA CONTESTATO le iene ilary blasi e teo mammuccariAndrea Vianello urbano cairo

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....