goffredo fofi anita raja

L'AMICO GENIALE - GOFFREDO FOFI CONFERMA L'IDENTITÀ DI ELENA FERRANTE (RIVELATA DA DAGOSPIA), NASCONDENDOSI DIETRO UN BIZZARRO 'SOSPETTO': ''HO SEMPRE SOSPETTATO CHE DIETRO IL NOM DE PLUME SI NASCONDESSE ANITA RAJA E CHE I SUOI ROMANZI FOSSERO ANCHE IL FRUTTO DI UNA COLLABORAZIONE CON SUO MARITO, DOMENICO STARNONE'' - ALTRO CHE 'SOSPETTO': FOFI HA FATTO DA MEDIATORE PER I DIRITTI DEI ROMANZI, SA BENISSIMO DI CHI SI TRATTA...

 

 

Mirella Serri per ''La Stampa' - TUTTOLIBRI'

 

GOFFREDO FOFIGOFFREDO FOFI

«José Saramago, che gran signore! Elegantissimo, raffinato e molto di sinistra. E lo dichiarava senza mezzi termini: quando il premio Nobel portoghese intervenne a una pubblica manifestazione a Roma volle che ci fossi io a dialogare con lui, desiderava un interlocutore politicamente affine. Elsa Morante è stata un grande amore, il nostro è stato un rapporto caratterizzato da un intenso coinvolgimento non solo emotivo e culturale ma pure molto fisico ed erotico»: fluiscono come un fiume i ricordi di Goffredo Fofi, critico teatrale, cinematografico e letterario nonché maître à penser del nostro tempo (ma guai a definirlo così! non ama nemmeno essere chiamato intellettuale).

 

Al centro della memoria del saggista vi sono i suoi privilegiati e intensi rapporti con i grandi della letteratura, da Yehoshua a Salman Rushdie, da Kurt Vonnegut a Derek Walcott per arrivare a Roberto Saviano, Antonio Scurati, Nicola Lagioia e Elena Ferrante. Queste e tante altre celebrità hanno dato il loro contributo alle numerose e storiche testate create e dirette da Fofi come i Quaderni Piacentini , Ombre rosse , Linea d' ombra e Lo Straniero .

 

Adesso quest' ultima pubblicazione chiude i battenti e la sua avventura politica e artistica la possiamo ripercorrere nella mostra «Resistere all' aria del tempo.Venti anni de Lo Straniero » (testi letterari e 200 splendide copertine sono esposti nella rassegna realizzata presso la Biblioteca Centrale nazionale di Roma a cura di Alessandra Mauro e Alessandro Leogrande con Contrasto).

 

Fofi, gli autori che hanno scritto per i suoi periodici sono stati dunque anche le presenze più assidue della sua vita?

«In alcuni casi certamente: per tornare alla Morante è stata per me un punto di riferimento, la chiamavo la Regina: era sicura di sé e consapevole delle sue capacità.

Goffredo FofiGoffredo Fofi

Non si tirava mai indietro quando c' erano discussioni e polemiche. Anna Maria Ortese, al contrario, era spaventata e sempre sulla difensiva.

Aveva alcune debolezze molto commoventi e molto femminili: "Goffredo tu non mi vuoi bene", mi disse una volta. "Di Elsa hai scritto che era una bella donna e di me non lo hai mai detto"».

 

Lei è stato anche maestro, assistente sociale e ha spesso scelto come suoi interlocutori i movimenti giovanili. Ne ha ricavato molte soddisfazioni?

«Grazie ai ventenni a volte il discorso culturale è diventato vivo e incisivo. Ai giovani va il merito in alcuni casi di saper coniugare pensiero e azione. Tra le doti che mi riconosco c' è una grande curiosità e il desiderio di partecipare. Ero ancora un ragazzo quando sono salito su un treno per andare in Sicilia e dare il mio contributo alla comunità di Danilo Dolci insegnando ai bambini. Poi mi sono trasferito a Torino dove una delle esperienze più travolgenti è stata la collaborazione con Ada Gobetti al Centro dedicato alla memoria di Piero. Mi sentivo a mio agio in quel contesto segnato da un' impronta etica e morale molto forte».

ANITA RAJAANITA RAJA

 

Centrale è sempre stato per lei il rapporto tra espressione artistica e realtà. A quali romanzieri e poeti vanno le sue preferenze?

«A Svetlana Alexievich che sembra quasi un personaggio di un romanzo di Tolstoj, molto semplice, animata da un fuoco interno e da un interesse fortissimo per chi soffre. Carmelo Bene quando lo conobbi mi conquistò come una persona veramente speciale: in privato era dolcissimo e per nulla intollerante e aggressivo come appariva in pubblico. Celava però un' ombra di diffidenza. Ti accettava solo quando aveva capito che di te si poteva fidare. Pier Paolo Pasolini era affabile, cortese (a volte persino troppo) e generoso.

 

Quando seppe che Linea d' ombra era in difficoltà mi offrì un contributo che rifiutai per non trovarmi in un conflitto d' interessi: lui era un regista e io un critico cinematografico. Nonostante la grande disponibilità, Pasolini manteneva una specie di distanza tra sé e gli altri, che superava solo con il suo ristretto gruppo di intimi, di cui facevano parte, oltre la nipote Graziella Chiarcossi, Alberto Moravia ed Enzo e Flaminia Siciliano».

 

ANITA RAJAANITA RAJA

A lungo è stato detto che fosse lei l' autore dei romanzi firmati con lo pseudonimo Elena Ferrante. Lusingato?

«Lo hanno detto anche di altri. Io ho fatto da mediatore tra la casa editrice e/o che pubblica la Ferrante e Mario Martone quando voleva trarre un film da L' amore molesto . Ma ho sempre sospettato che dietro il nome de plume si nascondesse Anita Raja e che i suoi romanzi fossero anche il frutto di una collaborazione con suo marito, Domenico Starnone. Ne riconosco lo stile. La Ferrante però ha una sua profonda autonomia e scrive spinta da un' esigenza affettiva caratterizzata da un notevole super io».

 

I libri della sua formazione?

Domenico 
Starnone 
Domenico Starnone

«Mio padre era un operaio emigrato, leggeva l' Avanti! e la Gazzetta dello Sport . Fin da piccolo sono stato avido di giornali e fumetti e poi sono arrivati i Fratelli Karamazov di Dostoevskij che mette in scena mirabilmente la complessità dell' animo umano e le opere di Carlo Levi che mi hanno fatto capire la vita dei contadini del sud. Ma le mie letture spaziavano in tanti settori, da Schopenhauer a Roberto Longhi ai narratori italiani come Romano Bilenchi, Italo Calvino e Paola Masino».

 

«Lo Straniero» lascia un vuoto nella nostra cultura e anche nella sua esistenza? Cosa farà?

«Mi dedicherò al mensile Gli asini . In queste pagine redatte da scrittori dai 25 ai 35 anni si parla di grandi banche ma anche dei nuovi movimenti studenteschi attivati dalla presidenza di Trump. Ci siamo anche assunti l' incarico di indicare quel poco di buono e di accettabile che c' è nella nostra folle editoria che sforna ben 18 mila romanzi ogni anno. La cultura deve assumersi le sue responsabilità ed essere non solo qualcosa di digestivo e di consolatorio».

ELENA FERRANTE 2ELENA FERRANTE 2

 

ELENA FERRANTE COVERELENA FERRANTE COVER

L' epigrafe che accompagna la mostra dedicata a «Lo Straniero» è tratta dal Congedo del viaggiatore cerimonioso di Giorgio Caproni: «Ma, cos' importa. Sia/ come sia, torno/ a dirvi, di cuore, grazie/ per l' ottima compagnia». Ma Fofi, gran viaggiatore con bastone, eskimo e barba bianca, non rinuncia alle sue esplorazioni: il sottotitolo di questa sua ultima rivista è «Dentro un mondo nuovo».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”