enrico ruggeri

“UNA VOLTA C’ERA LENNON, ORA ABBIAMO GLI ONE DIRECTION. NON E’ UN CASO” - ENRICO RUGGERI SPIEGA CHI E’ “L’ANTICRISTO” CHE CI DOMINA: "C'È UN PUGNO DI PERSONE CHE DECIDE I DESTINI DEL MONDO...IL GOVERNO M5s-LEGA È STATO BRAVO AD AVVICINARSI A CHI È IN DIFFICOLTÀ. MA SPETTACOLARIZZARE LA COMUNICAZIONE È UN ERRORE" - "UNA VOLTA GLI INFLUENCER ERANO ECO E FLAIANO. ORA SONO PERSONE CHE TI DICONO CHE SCARPE METTERE - IL RAP È DIVENTATO POP. LO ASCOLTANO ANCHE I BAMBINI, HA SOSTITUITO PEPPA PIG" - VIDEO

 

Maurizio Caverzan per la Verità

 

«Lo so, non dovrei», ammette Enrico Ruggeri mentre si accende una sigaretta.

enrico ruggeri

«Le dà fastidio il fumo?». Il fatto è che in agosto ha dovuto sospendere il tour a causa di un edema alle corde vocali e sarebbe meglio astenersi. Ma si sa. «Facevo più fatica Voce rauca», racconta. «Me l' hanno tolto e l' hanno analizzato. Sì, un filo di apprensione, ma non più di tanto». Adesso ha ripreso i concerti da solista e con i Decibel, mentre continua a fare le sue solite mille cose, dal programma su Radio24 a scrivere testi, a pensare romanzi. Quest' anno però non andrà a Sanremo.

 

«L' ho fatto l' anno scorso. È buona norma saltare». Chi è L' Anticristo al quale ha dedicato l' ultimo album dei Decibel?

«Per noi è un protocollo comportamentale».

Cioè?

ENRICO RUGGERI

«Siamo fermamente convinti che ci sia una decina o quindicina di persone che si trova da qualche parte e decide chi sarà il presidente degli Stati Uniti, il cancelliere della Germania, quando scoppierà la prossima bolla finanziaria, quando inizierà il nuovo flusso migratorio. Sono i veri potenti che indirizzano le sorti del mondo. Il loro primo obiettivo è l' abbassamento della consapevolezza della gente».

 

Addirittura?

«Prendiamo il mio campo.

Trent' anni fa c' erano Bob Dylan e John Lennon, adesso chi c' è? È tutto standardizzato.

Si è voluta eliminare la forza dirompente dell' arte per renderla innocua».

 

Il protocollo comportamentale è un divertissement?

«Mica tanto. Secondo lei il fatto che una volta ci fosse Lennon e ora abbiamo gli One Direction è un caso?».

La qualità dei polli dipende da quella del mangime.

«Appunto, hanno cambiato mangime. Chi lo distribuisce?

Quegli artisti influenzavano il mondo. Quando Lennon con Yoko Ono fece il bed in per «dare una chance alla pace», i giovani e la stampa arrivarono da tutto il mondo. Ora cantanti e artisti non hanno più peso sull' opinione pubblica».

Ce l' hanno gli influencer

«Il paragone tra il tweet di un influencer a una canzone di Dylan avvalora la mia tesi».

sanremo

 

Chi sono questi 15 potenti?

«Secondo me non sono famosi, vivono in maniera monacale. Il loro interesse è modificare gli assetti mondiali.

Questo per noi è l' Anticristo».

 

Sono la fonte dell' omologazione?

«Del pensiero che ha poca consapevolezza, poco spirito critico».

 

I social favoriscono questo livellamento verso il basso?

«Sono l' esaltazione della mediocrità. Chiunque pensa di aver voce in capitolo, di poter scrivere al Papa o a Trump. Una volta gli influencer erano Umberto Eco, Pier Paolo Pasolini, Ennio Flaiano. Adesso sono persone che ti dicono che scarpe mettere o se quest' anno va il rosa o il giallo».

 

Non è un controsenso fare un disco sull' Anticristo quando non si parla più di Cristo?

«Il primo a elogiare il disco dei Decibel è stato il cardinal Gianfranco Ravasi: una delle poche menti profonde rimaste all' interno della Chiesa e della società».

ENRICO RUGGERI

 

Che cosa pensa delle polemiche sui presepi nelle scuole che disturberebbero gli alunni di altre religioni o che sarebbero contraddittori rispetto alla scarsa accoglienza verso i poveri e i migranti?

«Un altro degli obiettivi dei poteri forti è annullare le identità. Creare un magma nel quale tutti consumino le stesse cose. Oggi un centro commerciale di Singapore è uguale a uno di Roma. Ogni difesa della tradizione è un ostacolo sulla strada dell' omologazione perché tradizione vuol dire identità. Perciò va abbattuta».

 

Difendere la tradizione non significa essere rivolti al passato?

«Per me non è un' offesa.

ruggeri padre e figlio

Si costruisce un grande futuro solo partendo dal proprio passato».

 

Chi viene ai suoi concerti coglie questa critica del presente?

«Forse non tutti, ma il mio destino non è scrivere per tutti».

 

In Lettera dal Duca canta: «Se guardo dentro me vedo l' infinito, supero i miei limiti più di quanto immagini». Anche il senso religioso è un ostacolo all' omologazione?

«L' anima è un fattore scomodo. La ricerca introspettiva è un tentativo di affrontare e risolvere i problemi partendo dalla propria interiorità. Invece si vuole che vengano risolti consumando. Più sei infelice più consumi. Per far lievitare i consumi bisogna aumentare l' insoddisfazione. Più l' anima è povera e più si cerca di arricchirsi acquistando beni dei quali forse non si ha bisogno».

 

enrico ruggeri e i nastri arcobaleno

Che ruolo hanno i grandi marchi della tecnologia?

«La tecnologia è il braccio armato di questa operazione.

Tutto deve diventare un magma senza identità».

Però iniziano ad alzarsi voci dissidenti nei confronti della globalizzazione. Si comincia a coglierne il lato negativo

«Passata l' infatuazione, tutte le grandi invenzioni rivelano i loro effetti negativi. Il fuoco fu scoperto per riscaldare durante le stagioni fredde. Dopo un po' si iniziò a usarlo per bruciare la capanna del vicino.

Il problema non è fermare il progresso, ma canalizzarlo nelle giuste direzioni».

 

Quest' estate è finito al centro di una querelle per un tweet dopo il rifiuto di un euro dato a un ambulante mentre era a cena con sua figlia. Cos' era successo esattamente?

enrico ruggeri

«Un venditore di rose aveva rifiutato degli spiccioli. Avevo percepito una certa arroganza e ho fatto delle considerazioni che qualcuno ha capito e altri no. Se respingi un' elemosina solo perché fatta con gli spiccioli vuol dire che non ne hai davvero bisogno».

 

Si è scatenato il putiferio?

«Una volta c' erano le lettere anonime, oggi sui social si può conquistare una certa visibilità senza esporsi. Ognuno si sente in diritto di dare lezioni o di insultare. È curioso che in 40 anni che faccio questo mestiere nessuno mi abbia mai detto in faccia che non gli piacciono le mie canzoni o che il mio pensiero gli fa schifo. Queste cose avvengono quando ci si nasconde dietro la tastiera.

Ma quello che succede a me è niente rispetto a chi è stato insultato su Facebook, magari dopo la morte di un figlio».

 

Il problema è l' anonimato o anche il potere del politicamente corretto?

«Come hanno dimostrato le ultime elezioni la parte che si abbarbica al politicamente corretto è minoritaria».

Però continua a influenzare la cosiddetta narrazione della vita pubblica.

«Perché controlla i grandi media, giornali e televisioni».

La trovo ottimista.

«Qualcosa sta cambiando, anche se sei mesi sono pochi per giudicare. Per cambiare un paese come l' Italia servono dieci anni non dieci minuti».

 

Che cosa le piace del governo gialloblù?

«Penso che siano stati più bravi a intercettare le istanze della gente, avvicinandosi a chi è in difficoltà. In tutta Europa si sta verificando un cambiamento epocale: i poveri votano a destra e i ricchi votano a sinistra. Questo dieci anni fa era impensabile ed è un fatto positivo. Aggiungerei che chi è al governo ha contro i poteri forti e perciò fa la corsa in salita».

 

Invece, che cosa non le piace?

enrico ruggeri 5

«L' eccessiva spettacolarizzazione delle loro azioni. Io non voglio che un ministro faccia bei tweet, ma che faccia buone leggi. L' unica persona che nel dopoguerra può dire di aver salvato l' Italia è Alcide De Gasperi ridando dignità a un Paese povero e sconfitto. Da persona schiva non si metteva mai in vetrina. Ci ha pensato la storia a dargli ragione».

Oggi la politica è comunicazione.

«È così».

 

Chi sono secondo lei i principali oppositori del governo?

«Mi sembra che non piaccia alle banche. Questo non vuol dire di per sé che sia buono. Ma che fa cose invise ad alta finanza e mercati».

 

Che cosa pensa della politica di Matteo Salvini sull' immigrazione? È un argomento sovrastimato?

«È il territorio di scontro per eccellenza».

 

È giusto che lo sia?

«Lo è per interesse di entrambe le parti. A Salvini piace parlare di immigrazione perché è un argomento nel quale si sente forte. All' opposizione piace parlarne perché ritiene sia il punto su cui Salvini è moralmente più attaccabile. Mi sembra un argomento su cui tutte e due le parti dicono quello che i loro elettori vogliono sentirsi dire. A nessuno piace parlare di scuole e ospedali».

enrico ruggeri 3

Mentre

«Ce ne sarebbe bisogno. Ci sono problemi altrettanto e forse più urgenti dell' immigrazione».

 

Dopo il tour cosa farà?

«Sto scrivendo canzoni, ma senza scadenze né fretta».

 

Per i Decibel o per lei?

«Per me. Avendo il mio studio, posso lavorare in tutta tranquillità».

 

Per altri interpreti non scrive più?

«Ho scritto una canzone per Mimmo Locasciulli, un amico.

Difficile che io lo faccia per i nuovi virgulti».

 

E per Pico Rama, suo figlio?

«Più facile che scriva lui una canzone che piace a me che il contrario».

 

La scena musicale è dominata dal rap: troppo?

«Ormai il rap è diventato pop. Lo ascoltano anche i bambini, ha sostituito Peppa Pig. È una fiera di personaggi che cambiamo e spariscono continuamente».

 

enrico ruggeri 4

C' è qualcosa o qualcuno da salvare?

«Il mio primo concerto da spettatore fu di Emerson Lake & Palmer. Poi ho visto David Bowie e Paul McCartney. Come faccio a entusiasmarmi per le nuove leve... Vedo molta piaggeria: pur di essere trasmessi e scaricati si accetta di abbassare il tiro. Le cose migliori sono quelle che se ne fregano del mercato».

 

Ai giovani che consiglio dà?

«Di avere pazienza e costanza. Di non aspettarsi di diventare ricchi e famosi in poco tempo. L' epoca alla quale appartengo, quella di Franco Battiato e Vasco Rossi, è stata un' anomalia. Era più facile, c' era meno concorrenza. Eppure, nessuno di noi ha sfondato al primo disco. Io ebbi un contratto per cinque album.

ENRICO RUGGERI

Oggi la selezione è spietata. Se il primo cd non sfonda, dopo sei mesi hai già cambiato mestiere».

 

Enrico Ruggeri Lapresse Sanremo

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…