cristicchi meloni

L’ENIGMA DEL “TEOCON” SIMONE CRISTICCHI, IL NUOVO BENIAMINO DELLA DESTRA CHE PIACE ALLA MELONI E IMBARAZZA IL PD - IL BRANO SULLA MADRE MALATA DI ALZHEIMER, APPREZZATO "TANTISSIMO" DALLA SORA GIORGIA, ENTUSIASMA LA MAGGIORANZA CHE RICORDA L’ATTENZIONE DEL CANTANTE AL RICORDO DELLE FOIBE, OLTRE ALLA SUA CONTRARIETÀ ALLA MATERNITÀ SURROGATA – NEL PD APPLAUSI PER CRISTICCHI SOLO DA SCHLEIN E DA BOCCIA: “DEDICAI UN SUO BRANO A MIA MOGLIE NUNZIA” (CHE OGGI A SANREMO CANTA E BALLA CON ACHILLE LAURO: VIDEO) – DALL’INNO DEL RIFORMISTA ALLA MITOLOGICA CANZONE DOVE “PONZA FACEVA RIMA CON PATONZA”, DALLA PASSIONE PER LUBAMBA FINO ALLO SPETTACOLO SU SAN FRANCESCO: LA DAGO-RICOSTRUZIONE

NUNZIA DE GIROLAMO CANTA CON ACHILLE LAURO - SANREMO

 

CRISTICCHI E L’INNO DEL RIFORMISTA

https://www.dagospia.com/media-tv/cristicchi-nuovo-idolo-destra-scrisse-l-inno-riformista-canzone-ponza-fa-424598

 

 

 

Tommaso Labate per corriere.it - Estratti

 

cristicchi meloni

«Tanto, anzi tantissimo», ha risposto Giorgia Meloni agli amici che le hanno chiesto se avesse apprezzato il brano. Brano che, sempre in privato, Elly Schlein ha definito «bello», anche a costo di alimentare i mugugni della sua cerchia ristretta di sanremofili accaniti che quest’anno orienta il proprio tifo facendo lo slalom tra l’ortodossia del nuovo cantautorato di Dario Brunori e Lucio Corsi, l’Elodie che non voterebbe a destra «neanche se mi tagliassero una mano», Achille Lauro, Olly e persino Massimo Ranieri, spinto a colpi di sms al televoto dal solo Andrea Orlando.

 

(...)

 

simone cristicchi e amara

L’apprezzamento bipartisan ai massimi livelli alimenta il vero enigma politico-culturale dell’edizione 2025 del Festival: e cioè proprio lui, Cristicchi, che quanto a orientamento politico-culturale rappresenta il più visibile degli oggetti misteriosi di Sanremo, con la sua biografia – artistica e non solo – aperta e chiusa a mo’ di fisarmonica da di in queste ore chi cerca disperatamente di incasellarla o, addirittura, di intestarsela.

 

 

Il Padre nostro declamato nella Chiesa di San Siro a Sanremo e la grande attenzione al ricordo delle foibe, oltre alla sua manifesta contrarietà a quella maternità surrogata che la maggioranza ha di recente iscritto tra i reati universali, l’ha reso una specie di nuovo beniamino della destra di governo, che in un certo qual modo ritrova nel trittico «Dio, Patria e famiglia» una sorta di sintesi che mette d’accordo più di una legge di bilancio; poi però c’è quel San Francesco portato in giro per i teatri – «rivoluzionario, estremista, innamorato della vita, che visse per un sogno», si legge nella locandina – in cui si riconoscono i tanti esponenti del cattolicesimo democratico progressista che dal 1994 hanno fatto dell’appartenenza al centrosinistra una professione di fede, oltre praticamente a tutto il Movimento Cinquestelle che era stato creato «francescano» da Beppe Grillo «perché noi dobbiamo essere i pazzi della democrazia come lui era il pazzo di Dio».

 

 

simone cristicchi

 

 

 

L’enigma Cristicchi, insomma. Nuovo beniamino della destra, il cantante ufficiale per cui tifare a Sanremo, avamposto conservatore dentro la nicchia del cantautorato nostrano che ancora confida nel sogno del campo larghissimo degli avversari? O scheggia impazzita della sinistra, che vent’anni fa – come ha ricostruito Dagospia – scriveva la canzone che si sentiva telefonando al centralino del quotidiano Il Riformista, all’epoca punto di riferimento dei seguaci della via italiana al blarismo che sognavano un partito unico dei riformisti prima che venisse costruito il Pd?

 

E che dire, sogghignano tutti coloro che a Palazzo in questi giorni spulciano gli archivi delle agenzie di stampa alla ricerca di indizi, della volta che Cristicchi aveva suonato nel 2011 sullo stesso palco in cui a Cagliari, alla campagna per le comunali, erano saliti il futuro sindaco «arancione» Massimo Zedda e l’allora leader della sinistra radicale Nichi Vendola?

 

(...) Giovanni Donzelli, l’uomo-macchina di Fratelli d’Italia, confessa invece di essere riuscito a sentire, tra le poche, anche «la canzone di Criticchi, bellissima, mi piace e faccio il tifo per lui». Maurizio Gasparri è estasiato: «Finalmente sul palco dell’Ariston qualcuno che parla di valori che possono e devono essere condivisi, dell’attenzione ai fragili, agli ultimi, non c’è dubbio alcuno che faccio il tifo per Cristicchi e spero davvero anche riesca a vincere, anche se ci credo poco».

 

simone cristicchi nella cattedrale di san siro a sanremo 2

Dall’altra parte della barricata, il gradimento al brano del cantautore romano ha praticamente messo Schlein in minoranza per la prima volta da quando è segretaria del Pd. In minoranza ma non del tutto da sola, vista la presenza di alcuni cristicchiani della primissima ora nascosti tra i corridoi del Nazareno o del gruppo parlamentare. Uno di questi viene allo scoperto ed è Francesco Boccia.

 

boccia schlein

«Sono cresciuto con Vasco Rossi, De Gregori e De Andrè ma seguo e adoro Cristicchi da prima che fosse conosciuto al grande pubblico. Non sono d’accordo con lui sulla gestazione per altri ma non per questo non lo ascolto. Un suo brano, La cosa più bella del mondo, fu il primo che dedicai a mia moglie Nunzia». Poi si ferma, Boccia, e aggiunge: «Io sono dell’idea che la musica dobbiamo tenerla fuori dalla contesa politica, posso dirlo?». Facile. Anche se solo a dirsi.

simone cristicchi nella cattedrale di san siro a sanremo 1simone cristicchiselvaggia cristicchi rolling stone 2023simone cristicchi 3simone cristicchi 2simone cristicchi 1simone cristicchi nella cattedrale di san siro a sanremo 4simone cristicchi 5simone cristicchi 4simone cristicchi nella cattedrale di san siro a sanremo 3

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…