1. L’EX MANAGER MICHELE TORPEDINE TRASFORMA ZUCCHERO IN DIETOR: “È BUGIARDO” 2. “OGNI VOLTA CHE TORNA INDIETRO CON LA MEMORIA, MENTE. VA A DIRE IN GIRO CHE HA SCOPERTO BOCELLI, RIDICOLO. DUBITAVA : “MI SEMBRA UN PO’ PATETICO”. PENOSO” 3. “ZUCCHERO LEGA I GRANDI NOMI CON I QUALI HA COLLABORATO ALLA FILANTROPIA ARTISTICA. MA DIETRO C’ERANO I SOLDI. ALL’EPOCA MILES DAVIS VOLLE CENTO MILIONI DI LIRE PER TRE MINUTI. SENZA I SOLDI NON CI SAREBBE STATO NESSUNO, È PACIFICO” 4. ‘’ORA DICE COSE BELLISSIME SU GIORGIA, MA LA BOLLÒ COSÌ: “CANTA SENZA LA GNOCCA” 5. ‘’ZUCCHERO AMAVA “ATTINGERE” AI BRANI ALTRUI CHE NEL CASO DE ‘’IL MARE IMPETUOSO’’, DERIVATO DA UNA POESIA DI PIERO CIAMPI, CI COSTÒ UNA CONSIDEREVOLE QUERELA’’

1. VIDEO: ZUCCHERO A PORTO CERVO - INSULTI E LANCI DI BOTTIGLIE
Da youtube. com

 

2 - TORPEDINE: "ZUCCHERO MI SNOBBI MA TI HO INVENTATO IO"
Malcom Pagani per "Il Fatto Quotidiano"

La persona che parla ha un cognome elettrico e fosforo e fantasia necessari a non lasciare campo libero al rimpianto: "È una questione di verità" dice Michele Torpedine, ex batterista risalito sulla dorsale adriatica, dal Salento di fine anni 50 a Bologna, per ritmare uno spartito di melodiche intuizioni non troppo lontane dalla tripla cifra.

Musicista di diporto con Lucio Dalla e con gli Stadio nei decenni ribaldi delle Osterie di fuori porta e degli eskimo dettati dalla gioventù, manager e padre legittimo di 81 milioni di dischi venduti scivolando tra le note di Gino Paoli: "Era stato messo ai margini da tutti, ma oggi, a distanza di 30 anni, dopo averlo risollevato sono io che sento il bisogno di ringraziarlo perché gli devo tutto. È un maestro di vita e non solo".

Poi Ornella Vanoni, Pino Daniele, Luca Carboni, Andrea Bocelli e Adelmo Zucchero Fornaciari, l'ex portiere bambino della Reggiana, diventato uomo e bluesman transcontinentale grazie a Torpedine. Oggi la fratellanza di un tempo è un sibilo di serpente e Torpedine vorrebbe trovare l'antidoto al veleno dell'oblìo: "Ogni volta che Zucchero torna indietro con la memoria, mente. Dimentica i passaggi fondamentali della sua carriera, omette di citarmi quasi avessi la lebbra. Mi dispiace per lui, come fa ad affrontare lo specchio con il peso di tutte quelle balle?".

E racconta. Dei primi soldi prestati al cantante all'epoca in cui per andare d'accordo bastava una stretta di mano: "Trenta milioni, gli stavano per pignorare la casa, glieli diedi senza pensarci un istante", delle esistenze che cambiano direzione, di quella volta che a Mosca, con il fantasma di Gorbaciov a soffiare sull'incanto, Zucchero suonò sotto le volte del Cremlino: "Ci guardammo, mi ringraziò: chi avrebbe mai pensato che mi avresti portato fin qui?".

Giorni fa, durante una delle tante interviste rievocative che abbracciano il lussuoso percorso di chi può guardarsi indietro, Zucchero ricordava l'incontro con Miles Davis, anche qui, nessuna parola per Torpedine che, giura, quel consesso organizzò nei minimi dettagli: "Seppi che avrebbe fatto tappa al Bussola tenda di Forte dei Marmi e mi precipitai con Mimmo D'Alessandro che organizzava il concerto per proporgli una collaborazione con uno dei miei artisti. Lo accompagnammo in macchina e ne approfittai per infilare nell'autoradio la cassetta di Pino Daniele.

Risultato?
Miles sussurrò qualcosa di definitivo, shit music o giù di lì e frullò la cassetta dal finestrino.

Un bell'inizio.
A cena, in sottofondo, passò casualmente un pezzo di Zucchero in diffusione e improvvisamente, Davis si destò. That's good, disse. Proposi immediatamente una collaborazione e dopo non poche trattative, riuscimmo a combinare l'incontro.

Fu difficile?
Zucchero finge di non saperlo e lega i grandi nomi con i quali ha collaborato alla filantropia artistica. Ma dietro c'erano i soldi. All'epoca Davis volle cento milioni di lire per tre minuti. Senza i soldi non ci sarebbe stato Davis, Ray Charles, come d'altronde nessun altro, è pacifico.

Perché Zucchero non dovrebbe riconoscerle il lavoro congiunto?
Non lo so, è inspiegabile. Va a dire in giro che ha scoperto Bocelli, ridicolo. Basta leggere il libro scritto da Andrea per capirlo. Lo avevo appena portato in gara a Sanremo e andai da Zucchero per chiedergli se volesse produrlo. C'era già stato Aleandro Baldi e l'arrivo di Bocelli scatenò ironie cattive. I discografici lo guardavano con supponenza , facevano battute cattive: "Gli mancano solo il bastone e il cane per i ciechi". Il mondo della musica può essere spietato. Malevolo. Adelmo non si discostò dal mucchio. Dubitava : "Mi sembra un po' patetico". Oggi racconta altre storielle. È una cosa triste, penosa.

Non meno mesta delle battute su Bocelli.
Si stupisce? Mia Martini e Marco Masini non le dicono nulla? L'ambiente è quello, le educande abitano altrove.

Domina l'ignoranza?
Certo, e io e Zucchero non facciamo eccezione. Quando mi chiedono qual è l'ultimo libro che hai letto, sono onesto. Dico sempre "il primo e l'unico che ho aperto". Non c'era tempo di far letteratura. Avevamo fame. Ci sfamammo. Però riconoscere l'importanza di chi ti è stato vicino nelle difficoltà ha a che fare con una sfera più profonda. Pensi a Guccini, a Paolo Conte, avrebbero mai negato l'aiuto che diede loro Renzo Fantini? Mai. Altra pasta, altro livello.

Zucchero con lei ha guadagnato molti soldi?

Milioni di euro, ma non è questo il punto. È che avidità e ingratitudine sono brutte bestie. Una porcheria.

Zucchero è un ingrato?
È un bugiardo. Altera la realtà. Inventa vicende mai avvenute e colora il passato a suo piacimento. Ora dice cose bellissime su Giorgia, ma quando eravamo insieme gli apprezzamenti erano diversi.

Diversi come?
La bollò in un secondo. Non ha talento, voce, bellezza, cose così. "Canta senza la gnocca" diceva. Tradotto, senza personalità, senza che la voce venisse dal ventre. Cazzate. Tenga conto che per me Giorgia è un fenomeno. Persino superiore a Mina.

Ne è sicuro, Torpedine?
Sicurissimo.

Tornando a Zucchero, andrete in giudizio?
Non è mai partita una querela, non me ne importa niente. Non voglio sporcare ciò che è stato o peggio dare l'impressione di dire certe cose per questioni professionali. Il mio lavoro va benissimo, continuo a far vendere milioni di dischi. A viaggiare. A vedere il mondo. Il mio problema con Zucchero è diverso.

Che problema è?
Un problema di coscienza. Mi disturba la falsità, la bugia patologica, la rimozione a tavolino di interi pezzi di esistenza. Io c'ero. So come è andata. E Zucchero mi deve tutto.

Detta così sembra semplice.
È cambiato, d'altronde cambiamo tutti. Ma ripensare al passato con onestà gli farebbe bene. Attenuerebbe le nevrosi. Come si fa a negare la verità in modo così sfacciato?

Le darà retta?
Non lo so. Lo spero. So che i grandi artisti non hanno paura di riconoscere agli altri ruolo e meriti. Forse Zucchero, che amava "attingere" ai brani altrui per qualche ispirazione che nel caso de Il Mare impetuoso, derivato diciamo così da una poesia di Piero Ciampi, ci costò una considerevole querela, appartiene a un'altra categoria. Certi recenti spettacolini a Porto Cervo lo dimostrano.

Non le piace lo Zucchero recente?
Polvere di stelle.

 

 

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