
PRONTI? VIA: LE GRANDI MANOVRE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO SONO PARTITE. MATTEO SALVINI SOSTIENE CHE IL VERTICE DI OGGI A PALAZZO CHIGI SULLE CANDIDATURE SIA “ANDATO BENISSIMO”. MA A ZAIA FRULLANO I CABASISI E STA PENSANDO DI APPOGGIARE UN CANDIDATO DELLA LIGA VENETA. SE MELONI E SALVINI METTONO IN CAMPO IL FRATELLO D’ITALIA LUCA DE CARLO, IL “DOGE” LO ASFALTA ALLE URNE – CAOS PD: NELLA ROSSA TOSCANA ELLY SCHLEIN FA UNA FIGURACCIA ED È COSTRETTA A FARE PIPPA DI FRONTE AL CONSENSO DI EUGENIO GIANI – PER CHI SUONA LA CAMPANIA? IL SINDACO DI NAPOLI, MANFREDI, TRATTA CON DE LUCA E CONTE. E ELLY È FUORI DAI GIOCHI…
DAGOREPORT
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
Le grandi manovre in vista delle Regionali dell’autunno sono partite: oggi a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha convocato un vertice di maggioranza insieme ai due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, e il capo politico di Noi moderati, Maurizio Lupi, con l’obiettivo di individuare i candidati governatori alle prossime elezioni in Veneto, Toscana, Puglia, Campania, Marche e Valle d'Aosta.
Salvini, appena uscito da Palazzo Chigi, gongola: “È andato benissimo”. In realtà, il segretario della Lega deve risolvere la più spinosa delle questioni che attanaglia la maggioranza: il Veneto.
Le indiscrezioni dei quotidiani, oggi, citavano un suo virgolettato con cui evocava un ministero di “compensazione” per Luca Zaia, che non si può ricandidare, anche perché il centrodestra si è rifiutato di concedergli il terzo mandato (che poi sarebbe stato il quarto).
Il “Doge”, che è forte per il consenso bulgaro che ha in tasca, mastica amaro per la decisione di Giorgia Meloni di piazzare al suo posto un candidato di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, plenipotenziario della Ducetta in Veneto.
Zaia avrebbe preferito essere coinvolto nella scelta del suo successore, essendo determinante il suo apporto elettorale: la sua lista nel 2020 ottenne il 44,57% dei voti, conto il 16,92% della Lega. E il divario, negli anni, può solo essere aumentato, considerato il buon governo della Regione e il crollo di consensi del Carroccio.
Il governatore uscente sta seriamente pensando di far confluire il suo bottino di voti alla Liga veneta, che potrebbe presentare un suo candidato, alternativo ai due schieramenti. Prima di “tradire” la Lega di Salvini, però, Zaia aspetta l’ufficialità sulla scelta del candidato del centrodestra.
Secondo i sondaggi, se a guidare la coalizione ci fosse De Carlo, un terzo listino sostenuto Zaia risulterebbe vincente. Se invece Giorgia Meloni rinunciasse a schierare il suo uomo, poco gradito agli elettori, e optasse per una figura più apprezzata nel territorio (come l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, passato dalla Lega in Forza Italia), allora i giochi potrebbero riaprirsi e il sempre prudente Zaia potrebbe avere qualche tentennamento in più.
A sinistra non va meglio: Elly Schlein ha preso un bel ceffone in Toscana, dove alla fine ha vinto Eugenio Giani. Il “Biden del Lungarno” ha fatto capire alla segretaria multigender che un candidato del Nazareno avrebbe portato il Pd alla sconfitta.
Sui territori, bisogna dialogare con chi ha i voti e consensi, e a Firenze e dintorni comanda Giani. A riprova della forza del governatore trottolino delle sagre e delle feste dell’Unità, c’è il sostegno unanime ricevuto da Giani da parte dei sindaci toscani.
Una situazione simile si ritrova in Campania, dove il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, sta mediando tra Giuseppe Conte e Vincenzo De Luca per trovare un nome condiviso tra Pd e M5s.
Come scriveva ieri Carlo Tarallo sulla “Verità”, “il gelo tra De Luca e Manfredi ha come conseguenza che il presidente uscente vorrebbe un altro pentastellato (rispetto a Roberto Fico, che i sondaggi danno perdente, ndR) per la sua successione: Mariolina Castellone o Sergio Costa sono i papabili.
GAETANO MANFREDI VINCENZO DE LUCA
Gli osservatori più attenti delle dinamiche politiche notano che De Luca per superare lo stallo si è rivolto a Conte e non a Elly Schlein, che pure sarebbe la segretaria del suo partito”.
Ps. C'è anche una buona notizia per il Pd: nelle Marche, il candidato dem Matteo Ricci, sostenuto da tutto il campo largo, nei sondaggi è dato al 59%.
Se finisse così, per il candidato meloniano e governatore uscente, Francesco Acquaroli, sarebbe una scoppola. Proprio per questo, infatti, Giorgia Meloni vorrebbe anticipare al 20 settembre il voto nelle Marche, per togliere a Ricci tempo prezioso per irrobustire il suo consenso.
manfredi de luca
MARIOLINA CASTELLONE BEPPE GRILLO
DJANI UNCHAINED