QUEL GENIO DI KAKY ELKANN - FIAT SVALUTA PER 74 MLN LA QUOTA IN RCS: È COME AMMETTERE CHE GRAN PARTE DEI 94 MILIONI SBORSATI DA TORINO L'ESTATE SCORSA PER RADDOPPIARE LA QUOTA IN RCS È GIÀ ANDATA IN FUMO

Carlotta Scozzari per Dagospia

L'investimento nel gruppo del "Corriere della Sera", almeno per ora, porta solo grane alla Fiat presieduta da John Elkann. Il rampollo della famiglia Agnelli, l'estate scorsa, a sorpresa, anche per tentare di seguire le orme del nonno Gianni che negli anni Ottanta e Novanta faceva un po' il bello e il cattivo tempo nel quotidiano di via Solferino, ha sfruttato l'aumento di capitale da 410 milioni per raddoppiare la quota di titoli ordinari dal 10,5 al 20,55% dell'azionariato di Rcs, diventandone così il primo socio.

Non è un mistero che Sergio Marpionne non ne fosse entusiasta, ma ha lasciato fare. Ma ora il primo buco è ben misurabile a bilancio: 74 milioni di euro. E' questa, infatti, la cifra per cui il gruppo automobilistico, nell'esercizio chiuso al 31 dicembre 2013, ha dovuto svalutare la partecipazione nella società editoriale di via Rizzoli, il cui valore "di libro" scende così da 191 a 117 milioni di euro. Con una riduzione della quota da 74 milioni, è un po' come dire che gran parte dei 94 milioni sborsati dalla Fiat l'estate scorsa per raddoppiare la quota in Rcs è già andata in fumo.

Tutto il contrario - a dimostrazione che fare finanza è un po' come giocare alla "Ruota della fortuna" - di quello che è successo al fondo di private equity Clessidra capitanato da Claudio Sposito, che l'estate scorsa ha investito circa 150 milioni di euro in Pirelli e adesso, vendendo le azioni a 260 milioni, si prepara a uscire dalla società degli pneumatici mettendosi in tasca un gruzzoletto da oltre 100 milioni. Se è vero che adesso manager e finanzieri si misurano per la tanto strombazzata capacità di "creare valore", bisogna dire che Kaki Elkann avrebbe fatto meglio, per restare al salotto milanese, a investire quei soldi sul fronte Tronchetti Provera.

A motivare la riduzione del valore della quota nel gruppo editoriale guidato da Pietro Scott Jovane è la stessa società automobilistica nel bilancio: "La svalutazione della partecipazione (...) è da porsi in relazione principalmente alle rilevanti perdite consuntivate dalla partecipata nell'ultimo trimestre del 2012 e nella prima parte del 2013 (derivanti in larga misura da azioni di ristrutturazione) e alla sua difficile situazione finanziaria perdurata fino alla ricapitalizzazione (avvenuta nel mese di luglio 2013) che avevano anche influenzato in modo marcato l'andamento della quotazione di borsa".

Con la svalutazione, come detto, il valore di bilancio di Rcs per Fiat scende a 117 milioni di euro, corrispondenti a 1,34 per ogni azione ordinaria. Un prezzo comunque più basso di quello di 1,8 euro a cui i titoli viaggiano oggi a Piazza Affari, dopo il balzo del 7,5% messo a segno proprio ieri. "Le quotazioni di borsa nei primi due mesi del 2014 sono superiori rispetto ai valori di dicembre 2013", avverte non a caso il bilancio del Lingotto sempre a proposito dell'azienda di via Rizzoli.

Il documento aggiunge poi che la svalutazione della quota "è stata determinata su base prudenziale avendo a riferimento sia i risultati attesi del piano per lo sviluppo 2013-2015 varato dalla partecipata a inizio 2013 sia l'andamento del titolo sul mercato borsistico nel periodo successivo all'aumento di capitale e fino alla chiusura dell'esercizio". E ancora: "A inizio dicembre 2013 la società (Rcs, ndr) ha presentato alla comunità finanziaria un primo stato di attuazione del suddetto piano per lo sviluppo fornendo l'indicazione che i risultati consuntivati fino a quel momento sono in linea, e con riferimento alle azioni sui costi e alla riduzione del debito, anche migliori rispetto ai target prefissati".

E' chiaro, infatti, che le prospettive della stessa Rcs, e di conseguenza anche il trattamento a bilancio della partecipazione da parte di Fiat, siano legate a doppio filo con il piano industriale presentato dall'amministratore delegato Rotolone Scott(ex), in passato sempre sostenuto dalla Fiat e osteggiato da altri soci forti di Rcs come Diego Della Valle (da tempo tra l'altro in aperta polemica con Elkann). Jovane ha ovviamente più possibilità di mantenere la sua traballante poltrona quanto più riuscirà a raggiungere gli obiettivi industriali e di bilancio prefissati. Certo, azionisti permettendo.

 

de Bortoli intervista il giovane editore John Elkann Presidente LA Stampa Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO LA PRESSE il Presidente de La Stampa e di Fiat John Elkann e lAd di RCS Pietro Scott Jovane

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....