dolce e gabbana

L’INTERVISTA DEFINITIVA A DOLCE & GABBANA: ‘SIAMO ANCORA INNAMORATI, MANCANO SESSO E ORMONI. ECCO COME NACQUE LA NOSTRA STORIA. QUANDO MORIAMO NOI, MUORE IL MARCHIO’ - GABBANA: ‘MI SONO RIFATTO GLI OCCHI, 5 ANNI FA. MI STAVA CASCANDO LA PALPEBRA’ - DOLCE: ‘SE GUARDI I REALITY TUTTI PENSANO DI ESSERE VIP. DICO: MA TU, COS'HAI FATTO? HAI SCOPERTO LA PENICILLINA? SE HAI FATTO LA TROIA, QUELLO LO SANNO FARE TUTTI. IO HO LA FORTUNA DEI BRUTTI. QUANDO NASCI BRUTTINO, NON PUOI CHE MIGLIORARE’ - VIDEO!

 

Stefano Gabbana la maga della pasta

 

 

 

 

 

Massimo Gramellini per Corriere della Sera - Eventi

 

Ma è vero che la gente vi chiama entrambi «Dolce e Gabbana»?

Gabbana : «Mi piace tantissimo questa cosa. Guarda, c' è Dolce e Gabbana!» Dolce : «Io mi arrabbio quando mi chiamano solo Dolce».

G : «O quando invertono i nomi: Stefano Dolce e Domenico Gabbana. Lui va fuori di testa. Perché un sarto che faceva il gradasso con suo padre si chiamava Stefano Dolce».

domenico dolce stefano gabbana

D : «A mio padre chiedevo: perché non reagisci? Solo da grande ho capito che non c' era forma di disprezzo migliore».

 

Da quanti anni vi frequentate?

D : «Io lavoravo già come assistente stilista, avevo 22 anni. Lui voleva iniziare».

G : «Avevo 19 anni. Ero un grafico pubblicitario, ma non conoscevo niente della moda».

D : «Metteva i jeans rotti. Inverno primavera estate autunno. Aveva le gambe a quattro stagioni».

G : «Chiesi alla "buttadentro" di un locale se conosceva qualcuno nella moda. Lei disse: "Ho un amico che fa dei vestiti bellissimi a me e alla Bertè. Giorgio Correggiari. Chiamai e mi passarono il primo assistente. Era Domenico».

 

È nato prima l' amore o il rapporto professionale?

In coro : «Prima il rapporto professionale!» G : «Lavoravamo seduti l' uno di fronte all' altro. Lui si barricava dietro montagne di libri perché non voleva che io copiassi. Praticamente si sdraiava sulla scrivania, si vedeva solo la testa, per questo gli è venuta l' ernia alla schiena».

domenico dolce stefano gabbana terry richardson

D : «Era vero che mi copiava! Io ero molto ambizioso. E lui molto rumoroso».

 

Quando è cominciata la storia?

G : «Lui mi ha dato subito i fianchi, ma io dicevo di no. È andata avanti sette mesi, alla fine ho ceduto».

D : «Ma non sono sette mesi!» G : «Ma se me l' hai detto tu! Comunque, quando lui si stava stancando, ho detto sì».

 

Come la presero le vostre famiglie?

D : «Quando avevo 21 anni - ero già omosessuale, ma ho iniziato tardi - ho chiesto l' approvazione a mia madre...».

 

Davvero?

D : «Mi sentivo più sicuro. Le ho detto: "Mi piacciono gli uomini". E lei: "Se non provi, come fai a saperlo"?».

G : «Io invece l' ho dato per scontato. A 18 anni me ne vado di casa per vivere con uno. Ma sei scemo, te lo devo dire? Mia madre rimase sconvolta solo quando uscì un' intervista su Sette . Mi disse "E ora cosa dico alla vicina?". A volte mi fa: "Ma tu non sei come quelli del Gay Pride". No, mamma, io col culo di fuori ci vado solo in vacanza per divertirmi, non sui carri».

 

Che ne pensate delle adozioni gay?

G : «Sono arrivato lì lì e ho rinunciato. E poi ho avuto un papà e una mamma, quindi mi sembrerebbe strano tirare su un figlio senza una donna accanto».

D : «C' è caso e caso. Ci sono coppie gay che hanno figli felici e coppie etero che hanno figli infelici».

domenico dolce stefano gabbana bianca balti

 

Come avete fatto a rimanere amici dopo esservi lasciati?

D : «Il nostro amore non è mai finito. C' è stato un turbamento ormonale, che è diverso. È attrazione sessuale».

G : «Prima facevamo l' amore, vivevamo insieme, ora non succede più. Ma lo amo sempre».

D : «La gente divorzia e si ammazza per i soldi e per le case. Ma allora non hanno amato. Ancora oggi, quello che è mio è suo, quello che è suo è mio».

G : «Ho una casa al mare: la stanza più grande è la sua. Lui ha una casa a New York: la stanza migliore è la mia».

D : «I nostri compagni lo sanno: se ti va bene è così, se non ti va, è così lo stesso».

G : «Da anziani saremo ancora insieme, come Gianni e Pinotto».

 

D : «Ci conosciamo e sappiamo come trattarci».

G : «Lui davanti a me può fare qualsiasi cosa. Se lui è felice, io sono felice».

D : «Se un amore nasce da giovani - per me è stata la prima esperienza, per lui la prima storia d' amore - è puro, totale».

G : «Se lui mi parla di qualcosa, io so che cosa vede».

domenico dolce stefano gabbana terry richardson

 

Che rapporto avete con i soldi?

G : «Non ho il tempo di spenderli. Sono sempre in ufficio a lavorare! Non me ne frega niente di diventare più ricco, il mio scopo è avere successo».

D : «Abbiamo rifiutato tutte le offerte di acquisto. Puoi avere tanti soldi, ma se non sei più libero che te ne fai? Non vai al cimitero in una bara piena di soldi. Ci vai bello liscio».

 

Chi erediterà la vostra fortuna?

G : «Una volta che saremo morti, saremo morti. Non voglio che un designer giapponese inizi a disegnare Dolce & Gabbana».

G : «Quando ci siamo lasciati, ci siamo detti che era meglio dividere tutto, perché se io avessi preso una botta in testa, lui l' indomani si sarebbe ritrovato con, che so, mia cugina che non c' entra niente, a rovinargli l' azienda. Abbiamo creato un trust che nessuno dei due può toccare. Abbiamo pagato le tasse, eppure è venuto fuori lo stesso il casino».

domenico dolce stefano gabbana terry richardson

 

Quali persone vi hanno ispirato?

G : «Elio Fiorucci. Ma so dirti anche che cosa risponderà lui: Luchino Visconti».

D : «Era un uomo libero, ha saputo raccontare aristocrazia e povertà con la stessa dignità. Io odio la borghesia».

G : «Abbiamo dentro la voglia di rivincita sin da bambini. Lui perché ha capito che la borghesia rifiutava suo padre. Io sono figlio di una portinaia. Facciamo le campagne pubblicitarie con la gente vera, perché noi siamo quello».

 

L' Italia è spaccata in due.

G : «E noi la riuniamo. Lui arriva dal sud e sognava il nord. Io, nato al nord, sognavo il sud. Siamo come Salvini e Di Maio, il futuro governo!».

 

Meglio la flat tax o il reddito di cittadinanza?

D : «Nessuno parla di piccole imprese e di lavoro. Quando hai tutti questi prodotti dall' estero come fai? Perché non mettiamo l' embargo?».

G : «Bravo, così ti dicono che sei fascista Dovrebbero lavorare gli italiani. Produciamo tutto in Italia».

D : «La massa compra cinese perché costa meno. Se gli italiani producessero di più, avrebbero economie di scala tali da permettere un abbassamento dei prezzi».

 

domenico dolce stefano gabbana terry richardson

Ma gli stranieri, per rivalsa, metterebbero dei dazi sui nostri prodotti. Cioè sui vostri

G : «Pazienza. Ognuno starà a casa propria».

D : «Non abbiamo bisogno degli altri».

 

Sareste disposti a guadagnare di meno?

G : «Senza dubbio».

D : «I nostri prodotti li venderemmo lo stesso, anche se costassero di più».

 

L' Europa?

G : «Io sono italiano. Non voglio essere francese o tedesco».

D : «Neanch' io voglio essere tedesco. Sono siciliano».

 

Fate un lavoro che si rivolge ai ricchi.

G : «Il gusto non ha portafogli. Abbiamo un mercato piccolissimo, che è l' alta moda, poi c' è quello più ampio del pret-à-porter, e poi quello dei giovani che hanno un portafoglio meno ampio. Ma devi sempre pensare al bello».

D : «Oggi gli italiani stanno meglio di ieri. Apri il frigo o l' armadio di chiunque e vedrai. Anche il più povero è pieno di roba. La gente è invidiosa. Se guardi i reality tutti pensano di essere vip. Dico: ma tu, cos' hai fatto? Hai scoperto la penicillina? Se hai fatto la troia, quello lo sanno fare tutti. Vanno nei negozi e dicono "Io sono vip". Ma de che?».

 

Come reagite agli insulti sui social?

dolce and gabbana spot

G : «A volte mi arrabbio. Quando i giornali americani denigrano l' Italia, scrivo: "Ma che cazzo dite?" Hanno un complesso, perché noi italiani sappiamo fare bene tutto».

D : «Vorrei sapere chi è che ci mangia dietro questi social Chi è il capo? Io metterei i "like" a pagamento. Vi faccio vedere io come crolla tutta la baracca E quelli che si ritoccano le foto nei profili? In questi giorni ho fatto dei colloqui con dei giovani stilisti. Guardi le loro foto, poi li guardi in faccia e sono irriconoscibili. Dico: ma sei scemo?».

 

Voi non vi ritocchereste?

G : «Su Instagram a volte sono anche peggio che al naturale. Però mi sono rifatto gli occhi, 5 anni fa. Mi stava cascando la palpebra».

D : «Io ho la fortuna dei brutti: quando nasci bruttino non puoi che migliorare».

G : «Vabbè, ma non devi mica diventare la donna gatto!»

 

Come cambia la moda con il prolungamento della vita media? Le modelle più famose hanno cinquant' anni.

D : «Una volta si disegnava per fasce d' età. Oggi si disegna per gusto e stile di vita. Le figlie mettono le cose delle madri, e viceversa».

DOLCE E GABBANA NAPOLI BELLISSIMA

 

La vostra prima sfilata a New York. Al Metropolitan. È un punto di arrivo?

G : «A New York ci sono andato per la prima volta nel 1986. Ricordi cosa dissi? "Beh, tutto qua?" Io ci vado solo perché amo lui».

D : «Per me l' America è la Statua della Libertà, La possibilità di avere successo, di rifarsi una vita».

 

Di solito la creatività è un dono che dura poco. Voi come fate a restare sulla breccia?

G : «Bisogna circondarsi di giovani, così impari».

D : «Ma non è che se te ne vai in giro come una zingara impari. Certe star sono piene di loro stesse. E l' ego è un cattivo consigliere».

G : «Questa è la forza di essere in due. Perché uno dice all' altro "oh!" e lo ridimensiona».

D : «Il problema della gente è che è limitata. Conoscevo uno per il quale la pizza migliore era quella di sua madre. Oh, era la pizza peggiore che avessi mai mangiato, ma per lui era la più buona. Perché? Perché quello era il suo limite. Ti ricordi il film "Miriam si sveglia a mezzanotte"? Devi nutrirti del sangue di tutti, come una pianta carnivora».

G : «Come dei girasoli, dai. Meglio girasoli che vampiri».

 

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