L’OSCAR AL SENSO DI COLPA: COL PREMIO A “12 ANNI SCHIAVO” L’AMERICA PROVA A DEPURARSI DELLA SCHIAVITÙ - IL DISCORSO DI JARED LETO SUI “SOGNI DEGLI UCRAINI” CENSURATO DALLA TV RUSSA

1. L'OSCAR CIVILE - PREMIO CONTRO IL RAZZISMO A "12 ANNI SCHIAVO", CONTRO L'AIDS A "DALLAS BUYERS CLUB"
Lorenzo Soria per "la Stampa"

Era ora che tornasse a vincere un film italiano, devono avere pensato i membri della Academy catturati dalle immagini del film di Paolo Sorrentino. Soprattutto, devono avere risposto allo slogan adottato dalla Fox Searchlight per promuovere 12 anni schiavo: «It's time». Era ora, voleva essere il non troppo sottile messaggio dello studio, che Hollywood riconoscesse la macchia forse più ignobile della storia americana, i milioni di africani deportati con la forza e costretti in schiavitù.

Una storia che il cinema sinora aveva raccontato con toni caricaturali, con favole tipo La capanna dello zio Tom, come uno spaghetti western col Django di Quentin Tarantino. Ma poi e' arrivato 12 anni schiavo, dal titolo del libro in cui Solomon Northup, un afro-americano libero, racconta il suo orrore di ritrovarsi venduto e costretto alla schiavitù in una piantagione della Louisiana per appunto 12 anni.

Un film intenso, viscerale, crudo, che molti non hanno retto e nel quale altri hanno invece visto una conferma dell'impeccabile eleganza stilistica e narrativa di Steve McQueen, arrivato al cinema dopo una ventina di anni nel mondo della visual art. E la Academy ha appunto risposto, anche perchè, come ha sottolineato scherzando ma non troppo la presentatrice Ellen Degeneres, all'inizio della cerimonia i giurati avevano di fronte due scenari. «Possibilità numero 1: 12 anni schiavo vince come miglior film. Possibilità numero 2: siete tutti razzisti».

Tra i nove concorrenti al premio più ambito, quello di «Best film», si sapeva che ce n'erano due che avrebbero potuto ostacolare la marcia, artistica e storica, di12 anni schiavo. Uno era American Hustle, il grande sconfitto della serata: dieci nominations e zero statuette. L'altro era Gravity, un film in 3D che ha incassato 700 milioni di dollari e che ha invece lasciato il Dolby Theater domenica notte con sette Oscar, contro i tre per 12 anni. Ha vinto per la colonna sonora, ha raccattato tutto quello che c'era da prendere nelle categorie tecniche, dal suono, agli effetti speciali. E poi stata la miglior regia, andata al molto ammirato regista messicano Alfonso Cuaron.

La diversità e la tolleranza sono stata anzi il tema portante della serata, che ha visto premiati gli attori di Dallas Buyers Club: Matthew McConaughey nella parte di un texano omofobico che scopre di avere l'Aids e diventa un attivista e Jared Leto in quella di un travestito. Cate Blanchett è invece la migliore attrice per Blue Jasmine, nonostante l'invito di Dylan Farrow al boicottaggio del film perchè suo padre Woody Allen l'avrebbe abusata quando era piccola, un'accusa respinta con veemenza.

La Blanchett ha voluto anzi ringraziare Allen e sottolineare che aveva fatto un film centrato su donne. Ma l'Oscar per il discorso di accettazione più commovente lo ha fatto Lupita Nyong'o, non protagonista in 12 anni schiavo, che ha voluto sottolineare l'ironia che «così tanta gioia venga da così tanto dolore». «I morti ci guardano», ha aggiunto. E per un attimo è sembrato vero.

Nonostante solo tre statuette contro le sette per Gravity ,con la vittoria di ieri notte il film destinato ad entrare nella storia del cinema è 12 anni schiavo. Corregge un torto storico. Ed è stata una soddisfazione personale anche per Brad Pitt, produttore esecutivo del film. Trascinato prima dalla Degeneres in una gag sulle pizze trascinatasi un po' troppo a lungo e poi in un foto di gruppo con Julia Roberts, Meryl Streep e Bradley Cooper che ha mandato in tilt Twitter per i milioni di condivisioni, è stato anzi il primo a prendere la parola, seguito da McQueen che ha detto che senza l'intervento di Pitt il film non sarebbe stato possibile.

E che ha voluto dedicare l'Oscar a tutti quelli che hanno sofferto la schiavitù e ai 21 milioni di individui che ancora oggi hanno la schiavitù come loro condizione di vita quotidiana. «Tutti meritano non solo di sopravvivere ma di vivere», ha detto il primo regista di colore in 86 anni di Oscar a vincere per il miglior film. E così Hollywood ha potuto provare al mondo che non è solo una macchina che mira a produrre dollari, ma anche un agente del Bene. Per una notte l'anno, almeno.


2. LA TV PUBBLICA RUSSA CANCELLA LE PAROLE DI JARED LETO SULLA CRISI UCRAINA NELLA NOTTE DEGLI OSCAR
Da www.corriere.it

Il principale canale televisivo statale russo, Pervi Kanal (Primo Canale), aveva deciso di non trasmettere in diretta la cerimonia di consegna delle statuette degli Oscar, programmando la messa in onda di una registrazione per il martedì successivo. Un portavoce della tv aveva affermato che: «in conseguenza delle notizie che si susseguono sulla crisi tra Ucraina e Russia, Primo canale ha deciso che trasmettere l'intera cerimonia degli Academy Awards sarebbe stato inappropriato. Da qui la decisone di tagliuzzare la lunga maratona hollywoodiana, proponendone una versione-spezzatino. Ebbene, in questa versione della cerimonia, la tv russa si è dimenticata di mandare in onda il discorso di Jared Leto.

A TUTTI I SOGNATORI - Leto è stato l'unico dal palco ad aver fatto riferimento alla crisi ucraina (nonostante sui social fosse stato lanciato un appello a fare riferimento alle situazioni internazionali più critiche). Nel ritirare il premio come miglior attore non protagonista per Dallas Buyers Club, l'artista americano si era rivolto con parole di solidarietà a «tutti i sognatori nel mondo, a tutte le persone che stanno guardando questa cerimonia nel mondo, in particolare dall' Ucraina e dal Venezuela. Vi voglio dire che sosteniamo la vostra lotta per rendere possibile l'impossibile. Pensiamo a voi stanotte». A quanto ha denunciato il canale indipendente Dozhd (Pioggia), il telespettatore russo non ha però potuto vedere questa parte della serata.

 

 

nominati agli oscar duemilaquattordicidodici anni schiavo vince come miglior film Lupita Nyongo in Dodici Anni Schiavo steve mcqueen con il cast di dodici anni schiavo Steve McQueen regista di dodici anni schiavo dallas buyers club best supporting actor winner jared leto also brought his beautiful mother and brother The Dallas Buyers Club Jared Leto Image Lupita intrusa nella foto di Jared Leto matthew mcconaughey lupita nyong o e jared leto

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…