otello luglio musicale trapanese

TANTO NUDO PER NULLA - “L’OTELLO” DI ANDREA CIGNI AL LUGLIO MUSICALE TRAPANESE E’ STATO PRESENTATO COME “UN PORNO GAY”, VISTA LA REGIA CONSIDERATA “HARD” MA LO SPETTACOLO E’ STATO APPREZZATO - NESSUNO SI E’ FATTO SCANDALIZZARE PER TRE ATTORI NUDI SUL PALCO CHE HANNO MOSTRATO CHIAPPE E AUGELLO - MATTIOLI: “RIDURRE QUESTO NUOVO ALLESTIMENTO DI UN’OPERA PROBLEMATICA COME  “OTELLO” A MERO CENSIMENTO DI CENTIMETRI DI DERETANI SAREBBE RIDUTTIVO, E ANCHE INGIUSTO”

Alberto Mattioli per www.lastampa.it

 

otello luglio musicale trapanese

Si temeva il peggio (o il meglio, a seconda dei gusti) per un “Otello” di Verdi del Luglio Musicale Trapanese annunciato nei gossip di prima della “prima” come “hard” o addirittura, nelle parole di uno sconsiderato giornalista, “porno gay”, figuriamoci poi nella deep Sicilia. Invece il porno si è limitato, alla fine, alla doccia di tre soldati che hanno generosamente esibito il loro lato B e, con più prudenza, anche quello A, e comunque diciamo che il full frontal all’opera resta insolito, specie quello maschile.

 

Quanto al gay, sicuramente c’era: nella noia di queste guarnigioni sperdute tipo deserto dei tartari dove non c’è molto da fare tranne aspettare un nemico che non arriva mai, mentre le donne scarseggiano e l’uomo non è di legno; ma, soprattutto, nell’evidente attrazione omoerotica di Jago per Otello, circostanza che abbiamo sempre sospettato e qui viene allusa con grande raffinatezza teatrale e psicologica.

 

Però ridurre questo nuovo allestimento di Andrea Cigni di un’opera notoriamente problematica come  “Otello” a un mero censimento di centimetri di deretani sarebbe riduttivo, e anche ingiusto. L’operazione di Cigni è molto più importante, e di conseguenza molto più riuscita.

 

otello luglio musicale trapanese

Il punto di partenza, riconoscibilissimo per chi l’ha letto o ha letto almeno le note di regia, è un magnifico saggio di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sì, l’autore del “Gattopardo”, sull’“Otello” di Shakespeare e sulle molte differenze con quello di Verdi, con tanti saluti alla presunta “fedeltà” di Boito al Bardo. Spiegava GTdL che l’intrigo di Shakespeare nasce, appunto, dalla meschina storia di una promozione negata. Jago, che in Boito/Verdi diventa una specie di diavolo, malvagio metafisico, cattivo per essere cattivo, in Shakespeare non è altro che uno dei soliti falliti che si sfogano mandando lettere anonime, inventando malignità, diffondendo pettegolezzi o, per restare all’oggi, trasformandosi in un leone da tastiera con licenza di diffamare, magari dietro il comodo usbergo dell’anonimato (fattispecie di stronzi, per inciso, di cui il mondo dell’opera sul web abbonda).

otello luglio musicale trapanese

 

GTdL, che aveva un passato da ufficiale di complemento poi anche catturato dagli austriaci durante la Grande guerra, raccontava che “Otello” si può capire solo frequentano una mensa di reggimento quando arriva la Gazzetta ufficiale a portare l’infausta notizia che il capitano Pinco non è diventato maggiore e invece il tenente Pallino ha ottenuto l’agognato trasferimento, con tutte le invidie, i rancori se non i veri odii che ciò comporta.

 

Cigni l’ha preso in parola. Il suo scenografo, Tommaso Lagattolla, ha disegnato una bellissima scena rotante, che risulta sontuosa ma è in realtà semplicissima, incorniciata da quinte vagamente piacentiniane: una caserma fascista Anni Trenta, con tanto di carte geografiche dell’Impero finalmente tornato sui colli fatali di Roma, eccetera. Idem i costumi, sempre di Lagattolla, da guarnigione sperduta in qualche Dodecaneso e già abbastanza sbracata, tipo Abatantuono & Co. in “Mediterraneo” di Salvatores. Cigni muove tutti con perizia, utilizzandone al meglio le caratteristiche.

 

otello luglio musicale trapanese

Così il suo Otello dal fisico strabordante ha la burbanza di un gerarchetto impaziente; Jago non rinuncia a quella brillantezza di causeur che ha in Shakespeare e perde in Boito; Desdemona non è la solita oca poco giuliva ma una vera donna, anche di carattere: quando il marito le dà della prostituta si prende uno schiaffo. Lo spettacolo è pieno di idee, che è il meno, e ben realizzate, che è tutto. In certi momenti, è forse più l’“Otello” di Shakespeare che quello di Verdi, e la tesi dI fondo si può certamente discutere. La qualità, no.

 

Buono il livello musicale. Gli spettacoli del Luglio, un festival in buona forma e dalle scelte non banali, si svolgono all’aperto con tutti gli inconvenienti del caso: giungono rumori dallo struscio serale mediterraneo e del traffico, echi nemmeno troppo remoti di spettacoli pirotecnici e i due meravigliosi alberi di fico che incorniciano la scena ci fanno ogni tanto cadere sopra i loro frutti con un “pop!” inquietante, e sotto a chi tocca, eccetera.

 

Andrea Certa dirige però un “Otello” molto solido, quadrato, preciso, forse talvolta troppo prudente nelle dinamiche e nella ricerca dei colori, e Coro e Orchestra del Luglio reggono.

otello luglio musicale trapanese

Capitolo cantanti. Come si sa, il problema di fare “Otello” è Otello, non tanto perché la parte sia impossibile come si sproposita da sempre, ma perché è stata resa tale da una tradizione interpretativa che l’ha stravolta, a conferma che la “tradizione”, all’opera, è da maneggiare con cura perché generalmente induce in errore più di quanto indichi la strada. Comunque qui c’era un Moro di lungo corso come Kristian Benedikt, che invece in questa tradizione si inserisce in pieno: il solito Otello, cioè, impegnato soprattutto a fare la voce grossa, e la sua oggettivamente lo è, ma rendendola per questo restia a qualsiasi modulazione.

 

otello luglio musicale trapanese

Ovvio che Benedikt faccia bene l’“Esultate!” e ancora di più il “Sì, per cielo!”, mentre giochi sulla difensiva dove bisogna, anzi bisognerebbe, alleggerire e sfumare. Pessima l’abitudine di inserire delle grottesche risate sarcastiche e anche di declamare, anziché cantare, certe frasi. Però ci sono due sorprese positive: prima, a differenza della maggior parte degli Otelli del suo stampo, Benedikt non stona nel duetto con Desdemona del primo atto; seconda, il grande monologo “Dio, mi potevi scagliar” è bellissimo, sobrio e asciutto come dovrebbe essere e quasi mai è. Infine, questo Moro si presenta perfettamente bianco di pelle: anche qui, la decisione è di Cigni per interposto GTdL, che spiegava che Mastro William aveva confuso un tipico cognome dell’Italia settentrionale come Moro, Morini, Moroni, Moretti per un attributo fisico (e poi però ci aveva anche dato parecchio dentro con le labbra turgide, vabbè).

 

otello luglio musicale trapanese

Angelo Veccia è un ottimo Jago perché, intanto, canta bene e senza eccessi, magari soltanto con qualche fatica negli acuti del brindisi, e poi perché ha capito il personaggio e la regia e riesce a fare dell’Alfiere nero il vero protagonista dell’opera, e questo è davvero verdiano. Bravissima Francesca Sassu sia come cantante (centri pieni, anzi opulenti, e gran sfoggio di dinamiche nel Salice, ma senza cantarsi addosso come tre Desdemone su quattro) che come interprete, oltretutto credibilissima come Doris Duranti o (addirittura!) Clara Calamai spiaggiata a Cipro. I comprimari sono tutti più o meno buoni, specie la notevole Emilia di Simona Di Capua.

 

Applausi convinti. Alla Scala o al Regio, alla vista dei pur sontuosi culi della guarnigione, sarebbero subito partiti i “povero Verdi!”, i “vergogna!” e magari i fischi. Le madame di Trapani, invece, dopo un primo mormorio sorpreso, non hanno fatto un plissé e anzi, si direbbe, hanno pure gradito. Par condicio anche qui, finalmente.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....