LA VENEZIA DEI GIUSTI - “LA RANCON DE LA GLOIRE” È UN TRIONFO DI BUONI SENTIMENTI PER CRITICI CENTENARI E CINEFILI - MENO ESALTANTE L’IRANIANO “GHESSEHA” SULLA TEHERAN DI OGGI

Marco Giusti per Dagospia

 

la rancon de la gloirela rancon de la gloire

Venezia. Le grandi musiche di Michel Legrand (che piacere) e la grande ombra di Charlie Chaplin muovono "Le rancon de la gloire" di Xavier Beauvois, un film di buoni sentimenti, immigrati costretti a delinquere per fini nobili e una polizia svizzera che non mena i sospetti per farli parlare. Beauvois, gia' regista del nobile "Uomini di Dio" Gran Premio a Cannes, ci porta nel 1977 nel cantone svizzero di Vaut.

 

E' una storia vera. Un operaio algerino, Osman, interpetato da Roschdy Zem, con figlioletta che vorrebbe studiare all'universita', moglie malata in ospedale e 50.000 franchi da trovare per pagarle l'operazione, accoglie come un fratello a casa sua il vecchio amico Eddy, il grande Benoit Poelvoorde, un belga simpatico che improvvisa piccole truffe appena uscito dal gabbio.

 

La morte di Chaplin a Corsier-sur-Vevey nella sua grande villa di Ban, apre gli occhi a Eddy sul modo di trovare i soldi che servono all'amico, che li ha inutilmente chiesti a un cinico bancario (sono svizzeri, buoni fino a un certo punto). Rapire la bara di Chaplin e chiedere il riscatto alla vedova Oona O'Neil, che ha la voce di Macha Meril, oggi compagna di Legrand (gossip dell'anno).

 

la rancon de la gloirela rancon de la gloire

Lo faranno, ma sono dei pasticcioni. Salva tutto lo spirito e la famiglia di Chaplin, presente nel film anche con apparizioni qua e la'. Eugene Chaplin compare al circo che accoglie Eddy come clown. Ma c'e' pure Dolores Chaplin. E Oona non potra' che perdonare due poveracci davvero fratelli dei personaggi piu' teneri e commoventi dei film del marito.

 

Musica di Legrand (autori di capolavori come "Les parapluies de Cherbourg" e "Josephine"), attori e atmosfera chapliniana funzionano, la tv francese del tempo con gli spot della Pate Panzani pure, lungaggini e scene un po' inutili molto meno. Trionfo di buoni sentimenti per critici centenari e cinefili.

ghessehaghesseha

 

Non cosi' esaltante il secondo film in concorso della giornata, "Ghesseha", cioe' "Racconti", della regista iraniana Rakshan Bani-Etemad, che riprende una serie di personaggi dei suoi film precedenti per vedere cosa fanno nella Teheran di oggi. C'e' il tassista di buon cuore, il funzionario figlio di mignotta che invece di lavorare parla al telefono, il dottore che lavora in un centro di recupero per donne in crisi, due fratelli figli di padri separati che discutono sull'autobus.

 

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Raccontini alla Gianni Franciolini da realismo italiano anni '50 rivisti con il linguaggio del cinema di oggi e un meccanismo facile di unione narrativa. Un film un po' accademico, piu' interessante come sguardo sull'Iran di oggi che come opera in se'. Intanto i fan di Lars von Trier si stanno scaldando con il primo volume di "Nymphomaniac" in edizione integrale, con molti cazzi e scopate in piu', insomma.

 

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Lui, il vecchio Lars non rilascera' interviste. E neanche i suoi attori presenti al Lido, Stellan Skarsgaard, Charlotte Gainsbourg e l'incantevole Stacy Martin. Solo conferenza stampa. Stasera gran divertimento con il "Giulio Andreotti - il cinema visto da vicino" di Tatti Sanguineti, "99 Homes" di Ramin Bahrani con Andrew Garfield e "Im Keller" di Ulrich Seidl, viaggio nelle cantine dei vecchi. Cultissimo.

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