“LEI NON SA CHI ERO IO” - GLI ESORDI VIP: CARRÀ GELATAIA, CELENTANO AIUTO OROLOGIAIO, MICHELLE HUNZIKER CULO-MODELLA, ANTONIO RICCI PRESIDE…

Gigi Vesigna per "Oggi"

Un lift in livrea negli ascensori dell'Hotel Excelsior del Lido di Venezia, un aiuto orologiaio a Milano, un creativo in un'agenzia pubblicitaria con sede nel quadrilatero della moda, un deputato del Psi con delega ai problemi giovanili, la contabile in una ditta di trasporti, il preside in un liceo di Genova, un assessore dell'allora Pci a Laveno, in provincia di Varese, il direttore di un'azienda di elettrodomestici a Torino, una shampista a Udine, il cameriere di un ristorante di Milano, un aspirante carabiniere.

E si potrebbe continuare raccontando gli esordi di quelli che oggi stanno in cima alla piramide del successo nello showbiz. Li ho conosciuti allora e quando li incontro ancora oggi non mi meraviglia che nessuno di loro abbia rinunciato al sogno di gioventù: diventare qualcuno.

GERRY CREATIVO E CONTI COL TRIO
Chi aveva in testa di sfondare e sapeva di avere un minimo di talento c'è riuscito. Ma come sarebbe cambiato il mondo dello spettacolo se i protagonisti di oggi si fossero accontentati di continuare il lavoro che avevano intrapreso tanti anni fa? Curiosiamo un po' nel loro passato. Gerry Scotti, quando ancora si chiamava Virginio, non ha cominciato, come tutti credono, facendo il disc-jockey ma lavorando in un'agenzia pubblicitaria come creativo: «Avevo un ottimo stipendio, un sacco di benefit, persino il dentista pagato», ricorda il conduttore.

«Così, quando dissi a casa che volevo darmi allo spettacolo, per poco a mia madre non prendeva un coccolone». Poi Gerry divenne dj, uomo di tv e perfino deputato del Psi: «Mi affidarono le questioni giovanili e io presi la cosa talmente sul serio che cominciai a tempestare la Camera di proposte su proposte. Rimasero tutte inascoltate, lettera morta, e così mi dimisi e tornai alla tv».

Un'altra signora della tv, Simona Ventura, ha cominciato come contabile in un'azienda di autotrasporti fino a quando ha scoperto che lo stipendio in verità lo pagava sua madre. Così è andata a stirare tovaglie in un tennis club, s'è diplomata all'Isef (l'Istituto Superiore di Educazione Fisica) e infine è diventata giornalista sportiva dopo aver lavorato prima a Telecanavese e quindi a Telemontecarlo come inviata di Galagol.

Carlo Conti da piccolo aveva già le idee chiare: voleva far parte del rutilante mondo dello spettacolo e, con Pieraccioni e Giorgio Panariello, formò un trio che in Toscana furoreggiava. «Un giorno», racconta Carlo, «ci proposero una serata fuori dai confini e per noi fu come se ci avessero chiamato a Hollywood. Teatro, sipario, in sala un solo spettatore. Ci fece tanta tenerezza che facemmo lo stesso lo spettacolo per lui».

Tiziano Ferro, quando pesava ancora 110 chili, si è laureato a Los Angeles in lingue perfezionandosi in inglese e spagnolo.

JOVANOTTI DJ E CARRÀ GELATAIA
Lorenzo Cherubini fu scoperto da Claudio Cecchetto che gli affibbiò il nome d'arte di Jovanotti. Veramente, l'idea di Claudio era quella di presentarlo come Joe Vanotti, ma una sera per errore un manifesto annunciò una serata con Jovanotti e così rimase. A 14 anni Lorenzo faceva il dj e venne notato dalla prima moglie di Cecchetto, che lo segnalò al marito. Claudio, tempo dopo, preparò per lui un clamoroso esordio sanremese con la canzone Vasco, dove si presentò fidanzatissimo con Rosita, la figlia di Celentano (che definì il breve incontro «come un giro in giostra») e affittò una discoteca dove, dopo le serate del Festival, riceveva gli amici.

Oggi è una primadonna della tv, ma Michelle Hunziker ha cominciato come fotomodella e indossatrice: suo era il "lato B" di Roberta, la griffe di intimo e costumi da bagno (un bel po' prima di lei c'era stata nientemeno che Jodie Foster).

E da piccola Raffaella Carrà (che in realtà si chiama Pelloni) sognava di vendere (e mangiare) gelati perché la nonna possedeva una famosissima gelateria a Bellaria, a pochi chilometri da Rimini, e non perdeva mai una puntata di una specie di Musichiere che si svolgeva ogni pomeriggio d'estate tra i tavolini del dehors. L'orchestra accennava un motivo e i clienti che indovinavano vincevano una consumazione.

Quell'esercizio la trasformò in una specie di enciclopedia di titoli e ritornelli. Ma era solo una ragazzina. Decise di tentare la via del cinema e si iscrisse al Centro Sperimentale di cinematografia. Nel 1960, a 17 anni, interpretò il suo primo film e cinque anni dopo era a Hollywood per girare Il colonnello Von Ryan a fianco di Frank Sinatra; nel frattempo (nel '61) come Raffaella Carrà aveva debuttato in tv, prima a fianco di Lelio Luttazzi, in Il paroliere questo sconosciuto, poi di Modugno, in Scaramouche, iniziando quella scalata che l'avrebbe eletta incontrastata regina del sabato sera della Rai.

CLERICI SPORTIVA E GREGGIO DIRETTORE
Camilla Patrizia Carlucci era un'appassionata sportiva ed è stata campionessa italiana di pattini a rotelle. Ma poi, grazie a Renzo Arbore che la volle con sé in L'altra domenica, si trasformò in soubrette e conduttrice e abbreviò il suo nome in Milly.

Un'altra primadonna del varietà televisivo, Antonella Clerici, ha cominciato come commentatrice sportiva nel 1983 su Telereporter.

Antonio Ricci, inventore e regista di Striscia la notizia, si è laureato in Lettere con una tesi sulla Difesa dei Beni Culturali; militare nell'Aeronautica, è poi diventato preside di un Istituto di Genova dove insegnava anche Lettere.

Ezio Greggio, destinato dal padre, direttore di un'azienda tessile dove lavorava anche la madre, a un importante ruolo in banca, imbrogliò le carte: «È vero, mentre facevo l'università a Torino lavoravo in banca, ma contemporaneamente avevo messo su un'agenzia pubblicitaria ed ero direttore di una pubblicazione sui filati. Insomma, ero l'uomo più incasinato della terra. Ma il chiodo fisso era lo spettacolo, dopo un'esperienza maturata a scuola, a Biella. Così provai col Derby a Milano e finii nei corridoi di Mediaset dove incontrai Ricci. I miei primi ruoli erano talmente corti che dovevo riguardarli con la moviola!».

Enzo Iacchetti, invece, lavorava in un'agenzia di viaggi a Lugano che lasciò per passare a Radio Teresa, una piccola emittente di Laveno, dove si occupava di tutto, del giornale radio all'assistenza ai pensionati. Consigliere comunale del Pci, si dimise deluso dalla politica, quindi approdò al Derby. «Ma prima, quanti battesimi, matrimoni, pizzerie», ricorda.

Adriano Celentano lavorava come aiuto orologiaio in un negozio di Via Cesare Correnti a Milano, prima di diventare il ragazzo della Via Gluck. Ancora più curioso era il lavoro giovanile di uno dei nostri più grandi cantautori: Sergio Endrigo, infatti, ha fatto per qualche stagione il lift negli ascensori dell'Excelsior del Lido di Venezia.

Chi, agli inizi degli anni Sessanta, andava a cena in un ristorante del centro di Milano, che si chiama Al Dollaro (prezzo fisso a 600 lire, che era allora il valore della banconota americana), poteva esser servito da un giovanissimo cameriere pugliese, Albano Carrisi. E Albano proprio nel ristorante conosce un manager del Clan Celentano che lo ingaggia e lo presenta a Pippo Baudo perché lo faccia partecipare a Settevoci: lì comincia la sua straordinaria carriera.

Proprio il successo inaspettato di Settevoci, convinse Pippo Baudo che era meglio riporre la laurea in Giurisprudenza in un cassetto della natìa Militello e buttarsi a capofitto nello show business. La storia della sua laurea comunque è quasi fantascienza. La sera prima del giorno fissato per la discussione della tesi, Pippo aveva uno spettacolo di piazza a Catania che presentò in smoking. Finì dopo la mezzanotte e, sempre in smoking, si fece dare un passaggio da un motocarro che lo trasportò a Palermo dove, ancora in black tye, si laureò avvocato.

Il geometra Biagio Antonacci faceva il carabiniere a Garlasco dove ebbe modo di conoscere la mamma di Ron, che perorò la sua causa e descrisse al figlio le sue ambizioni artistiche. E Ron lo raccomandò al leader degli Stadio, Gaetano Curreri, che lo fece debuttare in apertura di un suo concerto.

Francesco Baccini ha fatto il camallo al porto di Genova scaricando la merce dai container e, prima di diventare cantante, tentò anche la strada del cabaret a Milano.

BATTIATO IN SPOT E RANIERI SIRENETTO
Franco Battiato - chi l'avrebbe mai detto - cominciò proprio cantando, ma solo incidendo dischi pubblicitari per la Net, che pubblicava La nuova enigmistica tascabile, diffusissimo micro periodico il cui editore cercò di entrare in politica fondando Il partito della bistecca.

Massimo Ranieri, infine, quando era un bambino a Napoli e si chiamava Giovanni Calone, era costretto da quelli più grandi di lui a cantare per i turisti. Ma siccome non voleva, i compagni lo portavano a forza su uno scoglio e lui era costretto a esibirsi perché non sapeva nuotare e doveva aspettare che lo riportassero sulla terraferma.

«La mia voce piaceva, raggranellavano tanti spiccioli e a me ne toccava una parte», racconta il cantante. «Poi finii in un bar e anche lì cantavo per i clienti, ma non più in alto mare. Un discografico mi notò, mi propose di incidere un disco e mi offrì un anticipo di 200 mila lire. Nessuno in famiglia aveva mai visto una cifra simile».

 

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