MILANO ADDIO - LINA SOTIS: “I SALOTTI SONO SCOMPARSI. NON SAI PIU’ A CHI CHIEDERE UN FAVORE” - "IL '68 MI HA FATTO SCOPRIRE CHE UNA DONNA POTEVA LAVORARE E NON LIMITARSI A FARE LA MOGLIE" - “LA BENEFICENZA: UNA FORMA DI EGOISMO STRAORDINARIA”

Valeria Braghieri per “il Giornale”

 

LINA SOTISLINA SOTIS

Sapete perché ogni mattina scende allo stesso bar sotto casa (il Beverin, in via Brera)? Perché ordina un cappuccino e se lo vede consegnare fumante con la schiuma che scrive il suo nome: «Lina». Forse ci sarebbe abbastanza schiuma anche per scrivere il cognome, Sotis, che è breve ma contiene un sacco di cose.

 

Figlia del celebre matrimonialista Gino (che annullò, tra le altre, le nozze di Claretta Petacci, di De Chirico, di Rossellini...), giornalista, scrittrice, ex signora Moratti, madre, regina di Milano e narratrice della borghesia milanese, di nuovo donna, di nuovo moglie (oggi è sposata con l'architetto Marco Romano) e adesso infaticabile benefattrice («come tutte le signore di una certa età un po' rimbambite mi sono data alla beneficenza»).

 

Non è un caso se nel 1982 la Sotis scriveva Bon Ton e nel 2012 ha dato alle stampe Libretto di risparmio, ricominciamo da zero. Comunque lei dice che con quel cappuccino inizia meglio la giornata, ma spiega, soprattutto, che così si sente nel suo quartiere.

 

Ed è così importante sentirsi nel proprio quartiere?

«Ma certo, il quartiere è un paese che ti salva la vita. E fa sempre più fatica a sopravvivere. Ormai sparisce tutto. Se cambi fidanzata, cambi bar. I nuovi luoghi di aggregazione, i punti di riferimento di zona sono diventate le farmacie: c'era uno studio su questo, poco tempo fa».

 

E cos'altro non esiste più, a Milano?

NOZZE MORATTI SOTISNOZZE MORATTI SOTIS

«Non esiste più Milano. Non quella che c'era almeno, con la sua società costituita in cui era bello dire che si era andati a cena, con la quale era bello progettare cose nuove. Quando sono arrivata da Roma, nel '62, frequentavo solo commendatori, perché mio suocero era un commendatore. Sa, io sono di Roma ma avevo sposato un giovanotto di Milano».

 

Scusi, intende Moratti?

«Sì, ma Gianmarco oggi è felicemente sposato e quindi non vorrei tirare sempre in ballo il nostro matrimonio. Abbiamo due figli in comune e andiamo molto d'accordo. Fine».

 

A un certo punto si è invaghita anche del ‘68 però...

«Ne sono ancora invaghita. Il '68 mi ha fatto scoprire un sacco di cose esaltanti. Che una donna poteva lavorare, guadagnare, non limitarsi a fare solo la moglie (cosa che è stata sufficiente a una donna per duemila anni ma improvvisamente non più per la mia generazione, io non ho mai usato il cognome di un maschio comunque), insomma tutte cose molto più divertenti che fare la borghese».

 

Lei però nasce borghese.

«Assolutamente. Mio padre era un noto avvocato ma è venuto a mancare quando avevo dodici anni, mia madre era morta partorendomi, io ho girato tutti i collegi d'Italia. Comprese le Orsoline che aveva frequentato anche Giulio Andreotti. Ricordo la madre superiora che chiamava me e le mie amiche “signorine bon ton”».

CHIARA BERIA DI ARGENTINE FRANCESCO MICHELI LINA SOTIS INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO CHIARA BERIA DI ARGENTINE FRANCESCO MICHELI LINA SOTIS INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO

 

Eccoci. Oggi lo riscriverebbe il Bon Ton o ormai sarebbe inutile, vista la deriva cafona di tutto?

«Quando ho scritto il Bon Ton credevo lo avrebbe comprato solo mio figlio (Angelo, ndr) che è molto buono con la sua mamma e in generale è un uomo molto generoso. Invece ho avuto una fortuna incredibile. Era il momento giusto. Ne ho fatta anche una seconda edizione Il nuovo Bon Ton. Ma i tempi sono cambiati».

 

Sono spariti perfino i salotti...

«Sono spariti i radical chic, sono spariti i salotti milanesi, sono spariti i salotti romani, adesso esistono i salotti leccesi. In Puglia i trulli sono ormai milanesi ma resiste ancora la società forte per come l'abbiamo intesa noi qui per anni. Ci sono ancora donne che tengono il punto, che sono il fulcro del centro cittadino, alle quali si possono chiedere informazioni. Oggi a Milano non sai più a chi chiedere un favore».

 

Prego?

«Ma sì, prima si sapeva sempre a chi rivolgersi per una cosa o per un'altra, perché a fare la società alta di Milano saranno state trecento, quattrocento persone al massimo. Oggi con i vertici di tutto che continuano a cambiare… Forse ci si dovrebbe rivolgere a un giovane. Ma bisognerebbe conoscerlo. Oggi questo “buco giovane” si sente moltissimo».

 

E chi sono questi giovani?

LINA SOTIS INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO LINA SOTIS INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO

«Già, chi sono i giovani? Difficile anche stabilirlo in effetti. Visto che oggi una cinquantenne è una bimba appena svezzata che deve far vedere le tette, una sessantenne è una ragazza e una settantenne è uguale a una sessantenne. I “veri” giovani, bisogna inseguirli per il mondo. Se un tempo il problema era: dove mandiamo la bambina, alle Orsoline o alla scuola inglese? Oggi il quesito è Oxford o Stati Uniti?

 

Comunque, per fare due nomi di giovani da tenere d'occhio: Neige De Benedetti, la figlia di Rodolfo, una bravissima fotografa, e Micol Sabbadini, la figlia dei gioiellieri della Milano bene, anche lei fotografa, questa nuova generazione è tutta orientata verso lavori artistici. Nessuno più che voglia fare l'ingegnere».

 

Ma gli «altri», gli adulti dei salotti bene, dove sono finiti, cosa fanno?

«Be', Bona Borromeo riceve molto meno, Veronesi non esce più, altri sono lì a prolungare all'infinito le loro carriere con sempre più fatica e sempre meno soddisfazione, poi ci sono le seconde case. La Puglia è appunto una colonia meneghina, della Sardegna, che tanto andava di moda ai miei tempi, ormai non so più nulla. So che St Moritz resiste, Silvaplana è ancora un quartiere milanese e ci vanno le terze generazioni».

GIULIA MARIA CRESPI E FRANCESCO MICHELI INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO GIULIA MARIA CRESPI E FRANCESCO MICHELI INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO

 

Ma non potranno essersi eclissati tutti. La sua amica Afef, per esempio?

«Brava. Sparita anche lei. L'unica che riesce a ricomporre l'invecchiatissima società milanese è Giulia Maria Crespi, una volta all'anno con il suo concerto di Natale. Lei ha sempre amato mischiare, quindi riunisce i nomi delle grandi famiglie milanesi e quelli della solida cultura, come Michele Salvati o Francesco Micheli. Ecco, Micheli è un uomo a cui puoi ancora chiedere un favore, e lui si muove. Lui ha reso il Buzzi, il primo ospedale per bambini completamente musicale».

 

Be' ma quindi adesso cosa si fa?

«Ci si dà al sociale. Lì ho ritrovato una rete sociale, fatta di facce, di sorrisi, di nomi e cognomi, di punti di riferimento. Lì sì è ricreata una società. Pensare agli altri è una forma di egoismo straordinaria: ti fa sentire buona...

 

Lina Sotis e Morvillo Candida Lina Sotis e Morvillo Candida

Io non li capisco tutti questi pensionati eccellenti che si aggirano depressi perché il telefonino non squilla più dal momento che non sono più in grado di fare favori a nessuno. Ma datti da fare! Dovremmo organizzarci come la società Inca. Lo sa che è stata la società più solidale di tutte? Quando qualcuno aveva bisogno, gli altri si muovevano».

GIULIA MARIA MOZZONI CRESPI BRUNO ERMOLLI GIULIA MARIA MOZZONI CRESPI BRUNO ERMOLLI

 

Lei si sta muovendo parecchio in effetti. Sarebbe pronta per fare il sindaco di Milano...

«Per carità, lavoro difficilissimo che non farei mai. Da ex sessantottina ritengo che lo Stato mi debba pagare (e infatti percepisco una pensione), ma ritengo anche di dover dare allo Stato qualcosa in cambio. Di dover lavorare. Mai capite le donne che pretendono soldi dagli uomini: se i soldi ti piacciono, guadagnali e se sei attaccata a quelli di tuo marito, allora sopporta.

LINA SOTIS STILE HAIDI MODERNA LINA SOTIS STILE HAIDI MODERNA

 

Comunque, occupandomi degli altri io sono felice, ho risolto la mia pensione. Mi sto occupando di varie cose, i quartieri tranquilli (ho anche un sito a riguardo), un progetto per i carcerati di San Vittore, e molto altro. La beneficenza è un dovere e un'allegria. Io vorrei coinvolgere la gente in progetti allegri. Anche il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli è stato da poco nominato presidente della Vidas».

 

Da compagni di banco al Corriere d'informazione a compagni di solidarietà?

«Questo è il futuro».

 

Tutto molto diverso anche solo dal suo secondo addio al nubilato: era il 1993 e il giorno dopo avrebbe sposato il suo secondo marito, Marco Romano. Un sacco di amiche quel giorno.

«Sì, è stato bello. Letture, musica, bellissimo. C'erano Natalia Aspesi, Inge Feltrinelli, Rosellina Archinto, Stella Pende, Gioia Marchi Falk, Mita De Benedetti, Antonella Camerana, Giorgina Venosta...».

 

ferruccio de bortoli   ferruccio de bortoli

Per tacere degli invitati al matrimonio vero e proprio...

«Sì, bello. Che peccato, oggi sono scomparsi anche gli uomini e si sono portati via l'unica cosa bella della vita di una donna: il corteggiamento. Essere una donna oggi è faticosissimo. Credo che le trentenni e le quarantenni di oggi siano delle eroine».

 

Addirittura?

Lina Sotis MAR Lina Sotis MAR

«Sì. Perché sono stritolate. Hanno fatto i figli più tardi perché prima hanno dovuto pensare alla carriera e possibilmente anche a divertirsi un po'. Io a ventiquattro anni avevo già svezzato i figli e ho potuto ricominciare. Queste poverette possono solo aggiungere, sommare. Lavoro, figli, compagni. Che poi... se sono fortunate hanno a casa un uomo straordinario che però può solo osservarle allibito, se invece hanno accanto uno stronzo, va be', è uno stronzo...».

sgp69 lina sotissgp69 lina sotissotis lina02sotis lina02mi44 gae aulenti lina sotismi44 gae aulenti lina sotisLINA SOTIS CAMILLA BARESANI LINA SOTIS CAMILLA BARESANI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)