RIHANNA E MILEY CYRUS SE LE SUONANO IN PUNTA DI CHIAPPA? MADONNA E LADY GAGA-TA DUELLANO A CHI SPACCIA PIÙ MISTICISMO CAZZONE DA RICCONA ANNOIATA

Andrea D'Addio per "la Repubblica"

«Nella mia vita ho superato tanti problemi. E ogni volta ho visto Dio, inteso come un'idea generale di affetto. Così se c'è una cosa che posso dire a chi mi segue è di essere buoni gli uni con gli altri e basta». A Berlino per presentare in anteprima mondiale il suo terzo album "Artpop", Lady Gaga getta metaforicamente la maschera.

È vero sono teatrale, ma quando poi torno a casa e mi levo il costume, la verità è che lì sotto rimango la stessa fottuta persona di prima, solo un po' più complicata». A Berlino per presentare in anteprima mondiale il suo terzo album Artpop, in uscita il prossimo 11 novembre, Lady Gaga getta metaforicamente la maschera e si regala ai suoi fan per i quali ha solo parole al miele: «Siete voi la mia vera e unica casa, sono i vostri cuori quelli che mi fanno dubitare di quando mi definisco una zingara. La verità è che dove siete voi, lì sono io».

Il travestimento, quello estetico, invece continua ad esserci e come al solito è giocato su quel contrasto tra maschile/femminile che l'ha resa un'icona del fascino androgino: da una parte le nudità di un corpo coperto a malapena da pelliccia, top e calze autoreggenti, dall'altra il disegno a matita di lunghi baffi alla Dalì ed un capello biondo ossigenato tirato indietro fino alla nuca che tanto ricorda il David Bowie di Aladdin Sane.

L'incontro avviene al Berghain, ex centrale elettrica di Berlino est, celebre per i suoi party per gay e transgender, di cui Lady Gaga fu ospite a sorpresa una sera di tre anni fa. Come allora, Lady Gaga quasi non canta per nulla. Il live (piano e voce) riguarda solo una delle nuove canzoni, Gipsy, mentre le altre quattordici tracce vengono ascoltate nella loro versione registrata, mentre lei stessa decide di ballare in mezzo al pubblico (circa 400 invitati tra fan, giornalisti e ospiti vari).

E' uno dei pochi momenti in cui tutta l'artificialità che la circonda viene messa da parte e Stefani Germanotta (il suo vero nome) sembrerebbe solo una ventisettenne desiderosa di un po' di sano divertimento da club, se non fosse per quel muro di guardie del corpo che la tiene alla larga dai tanti "little monsters" (così si definiscono i suoi fan) che le lanciano rose e dichiarazioni d'amore. Lei sorride di rimando mentre i ritmi danzerecci di Artpop
(«possiamo parlare della nascita di un nuovo genere, il techno pop?» le chiedono dal pubblico) vengono scanditi da testi su sesso, moda, soldi e popolarità.

Tutto ben confezionato, con una punta di affettuoso senso del kitsch quando arriva il momento di Donatella, la canzone dedicata alla Versace dall'emblematico ritornello "Dona-na-na-na-natella". Solo con la penultima canzone, Gipsy le strofe si fanno più personali («Non voglio essere sola per sempre, forse potremmo vedere il mondo assieme»), riuscendo a creare la giusta atmosfera di intimità per l'incontro con il pubblico.

Forbes l'ha inserita tra le donne più potenti al mondo: sente una certa responsabilità quando si muove come personaggio pubblico?
«No, sono classifiche che non mi interessano così come non mi interessa il potere. Nella mia vita ho superato tanti problemi: depressione, dipendenze e disordini alimentari. Ed ogni volta che mi sono trovata in queste situazioni ho visto Dio, non quello canonico, ma inteso come un'idea generale di affetto intorno a me pronto a sostenermi. E così se c'è una cosa che posso dire a chi mi segue è di essere buoni gli uni con gli altri e basta. Non voglio distruggere il mondo, lo voglio cambiare e la vita è troppo corta per fare e farsi del male».

Le pesa il successo che riscuote in tutto il mondo?
«No, i miei fan sono la ragione stessa della mia esistenza. Qualche mese fa ero in studio per registrare le canzoni di Artpop e fuori un gruppo di miei supporter stava cantando a squarciagola le mie canzoni. Ho dovuto interrompere il lavoro in studio, ma l'affetto ricevuto è stato eccezionale».

Quanto è condizionata la sua carriera da scelte di marketing e commerciali in genere?
«Girano tante voci in Internet sul mio conto e mi dispiace che ci sia gente pronta a dargli credito e a perderci tempo. Ad esempio c'è chi mette in dubbio che io sia veramente bisessuale. Lo sono, non ho nulla da nascondere, non direi bugie per attirare l'attenzione su di me. Sono fiera di quando scrissi Born this way. Vivere e mostrarsi per come si è davvero è uno slogan in cui tuttora credo e sono felice che tante persone mi abbiano detto di essersi sentite ispirate dalle mie parole».

Artpop nasce dalla collaborazione con celebrità dell'ambiente musicale, come R. Kelly, David Guetta e Will. I. Am, ma anche del mondo dell'arte come Jeff Koons che per lei ha realizzato la copertina dell'album: come è riuscita a condensare tutte queste personalità così diverse in un lavoro che possa definirsi coerente?
«Prima di mettermi al lavoro sul mio nuovo album ebbi modo di parlare con Jeff Koons e Marina Abramovic sulla mia idea di arte. Gli spiegai che ciò che volevo tentare di fare era un percorso analogo, ma in direzione contraria a quello fatto da Andy Warhol trent'anni fa, quando rese arte un oggetto di uso quotidiano, come la bottiglietta della Perrier.

Quello che lui aveva fatto con le immagini, io volevo farlo con i suoni, prendere i suoni e la musica dell'epoca in cui vivo ed interpretarli in maniera originale. Se non si ambisse all'immortalità artistica, non varrebbe la pena di provare a fare arte. E' un approccio che è piaciuto sia a Koons che alla Abramovic ed è per questo che poi Jeff ha lavorato alle immagini del nuovo album e ad una statua che sveleremo l'11 novembre, mentre Marina Abramovic mi ha invitato lo scorso agosto ad essere protagonista di una sua performance artistica ».

 

Lady Gaga lascia il suo albergo a Berlino lady gaga artpop new photo LADY GAGA x TERRY RICHARDSON lady gaga e miley cyrus MADONNA, GAGA, MARILYNlady gaga lady gaga lady gaga

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