marina berlusconi urbano cairo ferrari gian arturo paolo mieli

LA BERLUSCHINA E IL BERLUSCHINO SI PRENDONO VIA SOLFERINO - MARINA ANNUNCIA L'ACQUISIZIONE DI 'RIZZOLI LIBRI', CON GIAN ARTURO FERRARI PRESIDENTE. PAOLO MIELI SALUTA RCS E SI ACCOMODA NEL CONSIGLIO DELLA NUOVA SOCIETÀ - CAIRO DIFENDE L'OFFERTA PER IL 'CORRIERE': ''NON INCIDE NEL NEGOZIATO CON LE BANCHE''

1. MONDADORI PRENDE TUTTA RIZZOLI LIBRI - BPM APRE A CAIRO

Giovanni Pons per “la Repubblica

 

La Rcs Libri passa ufficialmente nelle mani della Mondadori e viene ribattezzata Rizzoli Libri sotto la presidenza di Gian Arturo Ferrari e con Paolo Mieli in consiglio. «Non credo di peccare di enfasi dicendo che è un passaggio storico nella lunga vita di queste due case editrici, ma anche in quella dell’intera editoria italiana», ha detto Marina Berlusconi, presidente Mondadori in un messaggio ai dipendenti.

 

paolo mieli corriere della serapaolo mieli corriere della sera

Si chiude dunque la lunga fase che ha portato, nel corso di un anno e mezzo, la Rcs a vendere uno dei suoi pezzi più pregiati, i libri appunto, per fare fronte a una situazione finanziaria molto complicata. La decisione era stata presa dal cda di allora su proposta dell’ad Pietro Scott Jovane. Poi il cda e il nuovo ad Laura Cioli hanno impostato un nuovo piano industriale.

 

Ma nel frattempo, venerdì scorso, uno degli azionisti della Rcs, Urbano Cairo, ha deciso di lanciare una Ops (Offerta pubblica di scambio) sul 100% della casa editrice cogliendo tutti alla sprovvista. Nel suo documento di offerta Cairo chiede che la Rcs non rimborsi i debiti verso le banche fatto salvo l’incasso derivante dalla vendita di Rcs Libri. Il prezzo pattuito era di 127,1 milioni cui bisogna sottrarre la liquidità presente nella Libri al momento del closing, pari a circa 16 milioni (9 milioni sono stati spesi per acquistare il 43,71% della Marsilio editori).

marina berlusconi marina berlusconi

 

Dunque alla fine l’incasso netto dovrebbe essere di 111 milioni che vanno così a sottrarsi alla posizione finanziaria netta della Rcs, negativa per 486 milioni. Questo debito è oggetto di rinegoziazione con le banche da diverse settimane ma un accordo non è ancora stato raggiunto. Il cda di Rcs in un documento pubblicato mercoledì scorso ha chiesto alla Consob se l’offerta di Cairo avesse il potere di congelare la negoziazione con le banche.

 

Ma ieri la risposta è arrivata dallo stesso Cairo precisando che la sua mossa «non incide sul negoziato in corso tra Rcs e le proprie banche finanziatrici, che il cda di Rcs può, naturalmente, proseguire nei termini che riterrà più opportuni». La condizione posta è una assunzione di impegni «nei confronti della sola Cairo Communication».

 

gian arturo ferrarigian arturo ferrari

Tuttavia è normale che le banche vogliano vedere se l’Ops di Cairo andrà in porto prima di prendere qualche decisione definitiva sul debito Rcs. «Tutte le soluzioni che possono riuscire a rilanciare un giornale così importante vanno chiaramente esaminate», ha detto l’amministratore delegato di Bpm Giuseppe Castagna. Mentre Giovanni Bazoli, presidente di Intesa Sanpaolo si è schierato a fianco del suo ad Carlo Messina dicendo che «occorre tutelare il credito senza aggravare la situazione aziendale. Se ci saranno proposte diverse e migliori saranno esaminate con questo atteggiamento nei confronti dell’azienda».

 

 

2. CAIRO REPLICA ALLE ACCUSE RCS: «NON C' È ALCUNA INTERFERENZA»

Marcello Zacché per “il Giornale

 

L' offerta di Urbano Cairo su Rcs rimane nelle acque agitate di una contrapposizione tra lo stesso editore di La7 insieme con Intesa Sanpaolo da un lato e i grandi e storici soci, guidati idealmente da Mediobanca, e il cda di Rcs (espressione di questi) dall' altro.

mondadori rcs2mondadori rcs2

Dopo il duro comunicato del cda di Rcs, contrario a una «Ops» considerata ostile, ieri è stato Cairo a prendere carta e penna e, in qualità di ad della Cairo Communication (azionista di Rcs al 4,7% e impegnata a raggiungerne almeno il 51%), a rispondere. Per chiarire il punto effettivamente più delicato.

 

Quello della condizione posta da Cairo rispetto al debito di Rcs con le banche, di 430 milioni. Cairo, nella sua offerta di scambio, chiede un cosiddetto «stand still», cioè una sospensiva o una moratoria di due anni.

 

urbano cairourbano cairo

Questo impegno, ha affermato ieri, «non incide sul negoziato in corso tra Rcs e le proprie banche finanziatrici, che il cda di Rcs può, naturalmente, proseguire nei termini che riterrà più opportuni». Il riferimento è alle «interferenze» che il cda aveva invece considerato implicite nella condizione d' offerta, chiamando in causa addirittura la Consob.

 

Ebbene, nessuna interferenza, dice Cairo. Perché Rcs non è che la beneficiaria di tale moratoria, che riguarda invece come parti Cairo Com da un lato, le banche dall' altro. In altri termini, nessuno impedisce a Rcs di portare avanti la trattativa, pur in presenza di tale condizione di efficacia dell' offerta.

 

Fonti di mercato fanno tra l' altro notare che Rcs ha tirato in ballo la Consob senza, però, porre un formale quesito. Il che ha reso fin da subito più debole l' eccezione. In ogni caso la Commissione deciderà a breve se aprire un dossier. Cosa che sembra al momento improbabile.

messina bazolimessina bazoli

 

Sulla Ops di Cairo si registra l' intervento del presidente di Intesa, Gianni Bazoli: «Mi rimetto alle parole dell' ad Carlo Messina (sempre di Intesa, ndr) e le condivido: ha ritenuto che un intervento di questo genere può ottenere due risultati: tutelare l' interesse della banca e assicurare un futuro all' azienda. Se ci saranno proposte diverse e migliori saranno esaminate con questo atteggiamento». Un punto in più a favore di Cairo, che peraltro ha lanciato l' operazione proprio con Intesa (anch' essa azionista al 4,2% di Rcs) come advisor e finanziatore.

alberto nagel carlo messinaalberto nagel carlo messina

 

Un ruolo che ha sollevato varie questioni, a partire dal duello-scontro con Mediobanca. Sul quale si è espresso lo stesso Messina per pacificare i toni: «Non c' è nessun contrasto con Mediobanca. Intesa Sanpaolo si confronta sempre in termini positivi e costruttivi, mai in modo conflittuale».

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...