i cappelli di marina ripa di meana -1

MARINA STRA-RIPA ANCORA – RITRATTO DI UNA DONNA CHE HA FATTO PIÙ STRAGI DI COGNOMI CHE DI CUORI: PARIOLINA ALLERGICA ALLA SCUOLA, MA NON ALLA VITA SPERICOLATA, AMAVA LA MORTADELLA QUANTO IL CAVIALE – L’AMORE STRABORDANTE CON CARLO, LA PIPÌ IN TESTA A SGARBI E LA FUGA DI GIANNI AGNELLI, CHE DOPO AVERLA TROVATA A LETTO CON DE DOMINICIS E MATTEACCI COMMENTÒ…

Maria Luisa Agnese per “Liberi Tutti – Corriere della Sera”

 

i cappelli di marina ripa di meana 4

Marina da Reggio Calabria nata Punturieri, ragazza di buona famiglia, di mente brillante e di folgorante bellezza, alla fine ha quasi fatto più strage di cognomi che di cuori. Nel periodo in cui transitava dal primo nobile marito, Alessandro Lante della Rovere, al secondo, Carlo Ripa di Meana, non sapeva più come farsi chiamare.

 

Finché con la consueta brillantezza lei alleggerì la situazione con una battuta, «Mi ritrovo con un tir di cognomi», mentre il nobile Alessandro decise di risolvere la questione più brutalmente facendole causa per impedirle l' uso del suo cognome, quello con cui Marina aveva firmato i due primi libri, I miei primi quarant' anni e La più bella del reame , e messo in piazza il prestigioso blasone con narrazioni troppo audaci, a suo dire. E così gli altri libri di Marina, da Cocaina a colazione a Colazione al Grand hotel uscirono a firma Ripa di Meana, con licenza di raccontare la sua vita libera, sopra le righe, carica di colpi di scena, quasi un capolavoro.

marina ripa di meana 2

 

Perché la pariolina allergica alla scuola ma non alla vita spericolata abbandonò subito il quartiere dell' infanzia per piazzarsi in Piazza di Spagna, dove insieme all' amica Paola Ruffo di Calabria, che presto sarebbe diventata Regina dei Belgi, aprì un atelier di Alta Moda. Da là e dalla successiva prestigiosa location del Gran Hotel dove Marina si era trasferita a spese di Roberto Gancia, dagli amici della duchessa presto soprannominato Sgancia, dirigeva le grandi manovre della sua vita allergica alle convenzioni. «Non avevo una lira ma vivevo da miliardaria».

marina ripa di meana 1974

 

Amante della mortadella quanto del caviale, come spesso ha rivendicato, e di carattere intemperante. I suoi confessori privilegiati erano i due intellettuali più influenti del periodo, Goffredo Parise e Alberto Moravia, respinti nell' alcova, ma accolti al desco dove i due si intrigavano alle storie della contessa e si nutrivano delle sue gesta. Marina che frequenta gli artisti belli e dannati del tempo, da Mario Schifano a Tano Festa e s' innamora del pittore Franco Angeli perdutamente, cerca di salvarlo dalla droga e lei che, per fortuna, alla droga era refrattaria, arriva a prostituirsi per lui, per procurargliela: 5 milioni di lire.

 

marina carlo ripa di meana

Ma anche Marina che mette in fuga Gianni Agnelli, facendosi trovare a letto con due uomini, gli artisti Gino De Dominicis ed Eliseo Mattiacci, E l' Avvocato, che andava per le spicce, commenta: «Siamo troppi». E ancora Marina che inciampa nel critico Vittorio Sgarbi, allergico alla noia e intemperante quanto lei, e gli versa in testa la pipì, ribattezzandola subito «Piscio d' artista»; lui la ripaga con un complimento: «Un caso interessante di femminismo non classico, non antagonista al maschio, sottometteva i maschi con la seduzione».

 

sgarbi riceve il piscio di marina ripa di meana

O Marina che tira una torta in faccia a Maurizio Costanzo a Grand' Italia mentre lui intervista Marco Pannella, e li centra entrambi. Racconti epici ma vissuti seguendo l' indole naturale: «Non sei coraggiosa, ma incosciente» era la diagnosi del padre, solido avvocato. Ma lei diceva che più che altro era sempre andata a istinto.

 

A istinto sceglieva gli amici, pescando in ogni ambiente, per Bettino Craxi aveva una predilezione, fece parte della delegazione di amici che seguirono il premier per il viaggio in Cina del 1986, gruppetto scelto che offrì l' occasione a Giulio Andreotti per una delle battute più perfide della Prima Repubblica: «Sono qui in Cina con Craxi e i suoi cari».

 

maria antonietta farina coscioni marina ripa di meana

E anche gli innamoramenti erano fulminanti, quando incontrò Carlo Ripa lo volle subito e fece follie, compreso buttargli dalla finestra le valigie dall' hotel parigino per punirlo di un tradimento: «Aveva una faccia di una bellezza rara, era più bello di Robert Redford e più intelligente di chiunque altro». L' amore cambiò la sua vita ma anche quella di lui, leggendario donnaiolo: «Lei è una natura incendiaria... Ho avuto mille volte la tentazione di scappare. Ma lei ti trascina in una tale passione, esprime un tale desiderio di amore da investirti e coinvolgerti senza scampo. Praticamente, è impossibile liberarsi. Hai presente il motto a Porta Pia del monumento al bersagliere? Nulla resiste al bersagliere» ha raccontato lui a Cesare Lanza in un' intervista per Sette del 2002.

marina ripa di meana alberto moravia

 

Anche dopo gli anni felici e irripetibili della post dolce vita romana, le sue vite furono molte. Influencer ante litteram e protagonista sempre incendiaria dei salotti tv, combattente sul fronte dei diritti per tutti, animali in primis, si presentò a seno nudo sotto un giubbotto di velluto davanti alla Scala per la prima del 1998. Da grande guerriera ha combattuto il cancro per 16 anni, superando operazioni e chemio e quando una reazione allergica a un farmaco le gonfiò il volto, si presentò in tv da Barbara D' Urso con un' impalcatura e un velo che le copriva il volto, per incitare le donne comunque a seguire la medicina ufficiale e non le terapie alternative.

marina e carlo ripa di meana con vladimir luxuria

 

Poteva sembrare un' interpretazione altamente creativa dei numerosi capellini con cui aveva solcato i tappeti e le passerelle d' Italia e del mondo, e invece era una dolorosa necessità. Che le valse una riflessione di Francesco Merlo sulla tv del dolore e sulla sua capacità di nobilitare in fondo persino il trash: «Guardarla ci ha liberato dai luoghi comuni e dall' idea pigra che non ci possa essere l' eleganza senza la bellezza.

 

marina ripa di meana

Tanto più che Marina Ripa di Meana è riuscita a usare il teatro della sfrontatezza invece di farsi usare, forse perché dello scandalo soave è stata sempre maestra». Poi quando capì che era arrivata la fine gestì in casa l' ultimo passaggio.

 

 

Dopo 42 anni insieme, il marito Carlo l' ha seguita nel giro di due mesi. A tre mesi dalla morte la figlia Lucrezia Lante della Rovere - un rapporto inevitabilmente complicato ma stemperato negli anni - ha pubblicato su Instagram una foto di loro due insieme, in gondola a Venezia, a guardare nella stessa direzione.

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…