massimo ranieri la patata bollente

"RIFAREI TUTTO. ANCHE LA PATATA BOLLENTE, NEL MOMENTO IN CUI HO GIRATO QUEL FILM, CI CREDEVO" – MASSIMO RANIERI RIVELA LA SUA DELUSIONE PIÙ COCENTE: "ZEFFIRELLI PROPOSE A LEONARD BERNSTEIN UN ALBUM DI "NEAPOLITAN SONGS" CANTATO DA ME. TELEFONAI, TRIONFANTE, ALLA MIA ETICHETTA PENSANDO CHE I DISCOGRAFICI AL NOME DELL'AUTORE DI WEST SIDE STORY SAREBBERO SALTATI SULLA SEDIA. E, INVECE, MI RISPOSERO "MA CHI LO CONOSCE". COSÌ VA LA VITA, C'AGGIA FÀ?” – IL TRIO CON MORANDI E AL BANO, MODUGNO E SANREMO CON UNA CANZONE CHE PARLA DI EMIGRAZIONE… - VIDEO

 

 

ANDREA SPINELLI per il Resto del Carlino

 

MASSIMO RANIERI LA PATATA BOLLENTE

«Credo che i sogni nascano non dalla ragione, ma dal desiderio, non dalla testa, ma dal cuore» scrive Massimo Ranieri nella sua recente autobiografia Tutti i sogni ancora in volo, citando il Dostoevskij de Il sogno di un uomo ridicolo. E a quel desiderio, a quel cuore, lui è ricorso per dire di sì alla chiamata del Festival di Sanremo con Lettera al di là del mare, quando s' è reso conto che le lancette del tempo avevano iniziato ad andare più veloci dei timori di tornare sul palco.

 

Perché ha aspettato 25 anni per tornare al Festival?

«Perché non trovavo la canzone giusta. Due anni fa ci ho fatto un pensierino con Mia ragione, poi mi sono reso conto di averla eseguita pubblicamente togliendole il requisito previsto dal regolamento: essere inedita. Così mi sono limitato a cantarla da ospite e a duettare Perdere l'amore con Tiziano Ferro».

 

Massimo Ranieri 2

Stavolta invece «Come ho sentito questa canzone di Fabio Ilacqua mi sono detto: eccola qua».

Di cosa parla Lettera al di là del mare?

«Di emigrazione. Una canzone molto umana. Mi ha dato la stessa emozione di quando ho ascoltato per la prima volta 'Perdere l'amore. Qualcosa di irrazionale, difficile da spiegare».

 

Sfida d'altri tempi quella con Morandi, in gara pure lui.

«Già, sembra di essere tornati a Canzonissima, quando lui vinceva con Scende la pioggia e l'anno successivo gli restituivo la pariglia vincendo io con Vent' anni. E poi ancora nel '73 con Erba di casa mia. Ci chiamavano i Rivera e Mazzola della canzone dopo cinquant' anni si riforma la coppia».

MORANDI RANIERI 11

 

C'è stato un momento in cui ha pensato addirittura di fare ditta con lui e con Al Bano.

«L'idea di mettere in piedi un trio l'ha avuta Al Bano e quando me l'ha proposta gli ho risposto 'magari', invitandolo però a chiederlo lui al 'bolognese'. Già perché, da sempre, noi tre non ci chiamiamo per nome ma soltanto 'il bolognese', 'il pugliese' e 'il napoletano'. Il progetto però s' è arenato perché Gianni al momento aveva una lista d'impegni lunga così e non se la sentiva di accollarsene altri. Ho detto però ad Al Bano che, qualora riesca a convincere Gianni, io ci sono».

 

Ha già deciso la cover da presentare all'Ariston?

«No. Potrei pescare nei repertori di autori a me cari come quelli di Aznavour, De André, Battiato, Pino Daniele, ma al momento sto pensando solo all'arrangiamento e alla tonalità in cui cantare Lettera al di là del mare con l'orchestra. La scelta della cover verrà poi. I miei Sanremo non erano quelli di oggi. Oggi al Festival sei preso da mille cose e io non ho più 50 anni, ne ho 70. Comincio a sentire un filino il peso dell'età. Mi è consentito?».

 

Finito Sanremo volerà a Parigi da Gino Vannelli, il cantante canadese produttore del suo prossimo album.

morandi ranieri

«Sto ancora scegliendo le canzoni. Nel cassetto ho un inedito di Ivano Fossati, uno di Mauro Pagani, uno di Pacifico, oltre a quelli di giovani autori che sto selezionando».

 

A proposito di Fossati, c'è qualcosa che non riesce proprio a comprendere di questo «tempo sbandato»?

«Nel massimo rispetto di tutti, mi sembra incomprensibile tutta questa diffidenza verso i vaccini. Viviamo un momento devastante e pure questo m' ha messo addosso la voglia di raccontarmi in un libro».

 

Perché, quindici anni dopo, ha sentito il bisogno di scrivere un'altra autobiografia?

«Perché sono successe tante cose e ho sentito il bisogno di raccontarle al mio pubblico. Ci ho messo tutte le emozioni, le delusioni, le amarezze, i dispiaceri, ma soprattutto le gioie che la vita m' ha dato».

 

Nel mondo della canzone, quali sono stati i suoi santi patroni?

massimo ranieri renato pozzetto la patata bollente

«Due su tutti: Celentano e Modugno. Adriano a Sanremo con 24 Mila baci fece qualcosa di sensazionale. Sul palcoscenico più istituzionale d'Italia, dando le spalle al pubblico, ruppe ogni barriera, ogni convenzione sociale e politica. Mimmo invece mi prese sotto la sua ala protettrice. Da ragazzo l'ascoltavo domandandomi "chistu nun è napulitano, però canta bbene o napulitano, ma comm fa?".

 

Quando nel '64, al Politeama, Modugno vinse il Festival di Napoli con Tu si 'na cosa grande, io c'ero. Ricordo che, prima della serata, m' intrufolai in sala mentre la Vanoni stava provando la sua versione di quel pezzo e, seduto dietro le sue spalle, iniziai a sussurrargli nelle orecchie "tu si' 'na cosa grande pe' mme, 'na cosa ca me fa nnammura" finché lui, spazientito, si voltò sbottando: "Ragazzino, l'ho capito che canti bene, però ora basta"».

 

renato pozzetto massimo ranieri la patata bollente

Per non farsi mancare niente, nel 2022 ha pure due film in uscita.

«Già. Uno s' intitola L'uomo che disegnò Dio ed è diretto da Franco Nero, un vecchio gentiluomo di cui s' è perso lo stampo, bravissimo pure nei panni di regista. L'altro invece è Mancino naturale di Salvatore Allocca, giovane regista di sicuro futuro».

 

Con questi, la sua filmografia raggiunge i 37 titoli. C'è una pellicola che non rifarebbe?

«No perché, si tratti di Metello o de La patata bollente, nel momento in cui li ho girati ci credevo. Nella mia vita non ho mai fatto qualcosa tanto per fare».

 

Intanto Sorrentino corre verso la nomination all'Oscar con È stata la mano di Dio.

morandi ranieri 5

«Da napoletano e da italiano gli auguro di allungare il momento favorevole che da un anno e mezzo ci vede vincere tutto. L'Oscar sarebbe un'altra medaglia d'oro che il Paese si merita per come s' è comportato e si sta comportando in questo anno stramaledetto. E poi perché racconta la 'nostra' Napoli, quella della passione, del calcio, di Diego».

A proposito.  

 

E Maradona?

«Col suo stile lapidario, Carmelo Bene diceva: il calcio sono quei venti minuti che lui tocca palla e poi il silenzio. Aveva ragione. Spettacolo incommensurabile».

 

Rimpianti?

«La delusione più cocente è stata forse quella di veder naufragare il progetto di un album di "neapolitan songs" assieme a Leonard Bernstein. Ci conoscemmo ad una festa in casa di Zeffirelli sulla via Appia e fu proprio Franco a suggerirgli l'idea di realizzare un disco di canzoni napoletane cantate da me. Rispose, "good idea, I love neapolitan songs"».

MASSIMO RANIERI QUI E ADESSO

 

Poi cosa accadde?

«Telefonai, trionfante, alla mia etichetta pensando che i discografici al nome dell'autore di West Side Story sarebbero saltati sulla sedia. E, invece, mi risposero "no, dai chi lo conosce". Così va la vita, c'aggia fà?».

 

La vita le ha dato tanto, ma s' è presa pure molto. Alla fine, pari e patta?

«No. Sarò sempre in debito nei confronti della vita, perché forse mi ha dato più di quanto meritassi. E ancora oggi riesce a divertirmi, ad incuriosirmi, a sorprendermi».

E se dovesse rinascere?

«Farei il ballerino di tip tap. In omaggio a Fred Astaire, idolo assoluto della mia giove

MASSIMO RANIERI QUI E ADESSOmassimo ranieri tiziano ferrolucia bose' massimo ranierimassimo ranieri tiziano ferro 3intervento di massimo ranieri foto di bacco (1)intervento di massimo ranieri foto di bacco (3)massimo ranieri tony renis foto di baccointervento di massimo ranieri foto di bacco (2)VENIER MASSIMO RANIERI 3

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...