milo infante

“FIORELLO DICE CHE SONO IL BELLO DI RAIDUE? E’ SOLO INVIDIA PER I MIEI CAPELLI” – MILO INFANTE APRE LE VALVOLE: “A FURIA DI MALIGNITÀ FIORELLO MI HA FATTO TOGLIERE LA PARRUCCHIERA, LA RAI L’HA MANDATA DA CATTELAN. ORMAI I CAPELLI ME LI PETTINO DA SOLO” – LA STOCCATA AI DIRIGENTI RAI: “MAI VISTO UN COMUNICATO SUGLI ASCOLTI RECORD, UN PEZZO DELLA RAI CI IGNORA. SE NOI SOTTOLINEIAMO UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO, NON CREDO CHE AL GOVERNO SIANO CONTENTI – IL "BRUTTO" QUARTIERE MILANESE IN CUI E' CRESCIUTO E IL MATRIMONIO CON SARA VENTURI, AVVOCATO PENALISTA, MISS PADANIA 1998…

Candida Morvillo per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

MILO INFANTE

Milo Infante, come nasce il tormentone di Fiorello quando dice che lei è il «bello di Raidue»?

«È solo invidia dei miei capelli».

Dice anche: toccategli tutto, ma non il parrucchiere, passa 25 minuti a farsi chiudere riporti e riportini.

«A furia di malignità, mi ha fatto togliere la parrucchiera: la Rai l’ha mandata da Alessandro Cattelan. Ormai, i capelli me li pettino da solo».

 

In realtà, il suo Ore14 e il Viva Rai2 di Fiorello si sono contesi per mesi la palma del programma più visto della rete. Come si spiega un milione di telespettatori per un talk di cronaca in onda dopo pranzo?

«Se avessi dovuto scommetterci un centesimo quando ho iniziato, quattro anni fa, non l’avrei fatto. Anche perché arriviamo dalle rubriche del tg, non abbiamo il trenta per cento di traino. Eppure, lo share sale dal 5 all’8, al 9 per cento, e siamo più visti anche del programma che ci segue: vuol dire che la gente si sintonizza proprio per vedere noi».

 

I dirigenti Rai la copriranno di complimenti.

MILO INFANTE

«Scherza? Siamo il programma più inosservato nella storia della tv: mai visto un comunicato sugli ascolti record, mai stati citati in una conferenza stampa. Poi, il direttore Paolo Corsini, quando lo sento, mi dice: non t i chiamo perché non mi dai problemi.

 

Ma se un pezzo della Rai ci ignora, la considerazione del Tgr ci consente di arrivare sulle notizie fra i primi. Questo è uno dei motivi del nostro successo, un altro è l’alchimia fra il pubblico e i nostri ospiti, che non rispondono a domande a piacere, ma apportano informazioni, esperienze, elementi di verità. Piace anche che non abbiamo paura di prendere posizione e siamo sempre contro le ingiustizie».

 

Femminicidi, apparizioni di madonne, stupri e risse fra giovanissimi... Che Italia è quella che racconta ogni giorno?

MILO INFANTE

«Un Paese in difficoltà in cui vengono commessi sistematicamente reati ormai depenalizzati, mentre altri reati, odiosi, come la truffa agli anziani, finiscono impuniti. Un Paese in cui ragazzini commettono rapine e furti, confidando nell’assenza di conseguenze e in cui, in generale, la mancanza di repressione trova giustificazione nella mancanza di posti in carcere e di forze dell’ordine sul territorio. Io ho un figlio di sedici anni e se è in giro, ho paura. Eppure, vengo da un brutto quartiere di Milano, ma ai tempi non succedeva che un quattordicenne picchiasse un coetaneo col tirapugni per rubargli dieci euro».

 

Fare una tv che sottolinea la richiesta di sicurezza porta voti alla destra e conferma i sospetti di chi la ascrive in quota Lega?

«Questa tv porta voti alla destra solo se è al potere la sinistra. Se la premier è Giorgia Meloni e la tv sottolinea un problema di ordine pubblico, non credo che al governo siano contenti».

 

MILO INFANTE SARA VENTURI

Qual è il «brutto quartiere» da cui arriva lei?

«Fermata Villa San Giovanni. Viale Monza 325 era un casermone affacciato su un giardinetto, eravamo tutti figli di tante madri: la mamma di Max, dal balcone, controllava anche Giacomo, Claudio, Milo. E quando il portiere diceva la famosa frase “il pallone te lo buco”, noi avevamo paura. Oggi, quel portiere avrebbe paura di essere preso a sprangate. C’era una rete di controllo e protezione ormai sparita. Oggi, se hai bisogno di aiuto, devi sperare in un angelo, in un eroe. E dove si ritrovano i ragazzi, che fanno? Noi avevamo la parrocchia e le cerbottane, le biglie. Passavamo le giornate in bici, i bambini ricchi sulla Saltafoss; gli altri, noi, sulla Redefoss».

 

(...)

La causa con la Rai l’ha vinta. Cos’era successo? Era sgradito a qualche politico?

«Ne ho vinte quattro. La politica non c’entra. Siamo a cavallo tra il Berlusconi IV e il governo Monti e, in Rai, era una fase di transizione folle. Io facevo L’Italia sul due e c’era un vicedirettore che faceva liste di proscrizione infinite degli ospiti, da don Mazzi a tutti i giornalisti del Giornale . Gli chiesi di motivare i veti, mi ritrovai a timbrare il cartellino senza niente da fare».

fiorello

 

Non poteva rinunciare a qualche ospite?

«Io, già da ragazzino, se partiva una rissa, intervenivo dalla parte di chi era preso di mira».

 

Com’era arrivato in Rai?

«La prima volta mi chiama il direttore Antonio Marano: cercavano un volto del Nord da affiancare a Monica Leofreddi. Ero appena diventato direttore di Antenna 3 e non volli mettere in difficoltà il mio editore dimettendomi. La seconda volta, Marano mi fa: questa è l’ultima chiamata.

 

Sono passato da essere il direttore di un’emittente lombarda, fresco vincitore dell’Ambrogino d’oro, a fare l’apprendista della tv nazionale: all’inizio, stavo accanto a Monica e facevo una domanda ogni tanto. Ero passato da Tonino Di Pietro il magistrato ad Antonino Di Pietro il dermatologo, tutto un mondo che non conoscevo».

 

(...)

Nessuno più di lei ha spinto per riaprire le inchieste e avere una commissione parlamentare.

SARA VENTURI MILO INFANTE

«Qualcuno dice che sono ossessionato da quel caso, ma per me è un dovere arrivare alla verità e fare qualcosa per avere giustizia. Io provo dolore per i suoi genitori, come per tutti i familiari delle vittime. Invidio i colleghi che scrivono il pezzo e passano ad altro».

 

Com’è finita con la querela che su questa vicenda si è preso dai pm di Marsala?

«Il Pm ha chiesto l’archiviazione, ma il Gip ha disposto l’imputazione coatta. Andrò a processo in nome della libertà di stampa».

 

Perché, anche se non doveva girare lei il servizio, ha ripercorso in auto, nelle campagne modenesi, l’ultimo tragitto di Alice Neri e del suo presunto assassino Mohamed Gaaloul?

«Non c’è un delitto dove non sia andato a guardarmi intorno. Stavolta, quando dovevo svoltare sull’argine del fiume dove si sono fermati, non me la sono sentita: era pericoloso. Lì, mi sono fatto l’idea che non guidava più Alice, ma qualcuno del posto e che i due si siano scambiati la guida o che, con la prima inversione di marcia, siano andati a incontrare qualcuno».

milo infante

 

È vero che ha rifiutato una prima serata?

«Non è esattamente così: per farne funzionare una di cronaca partendo da zero, dovresti tenere, almeno per un anno, anche la striscia quotidiana utile a lanciarla e sostenerla e non era quello che mi era stato prospettato».

 

Ha sposato Sara Venturi, avvocato penalista, Miss Padania 1998, com’era finito nella giuria che la incoronò?

«Per caso. Avevo accompagnato il direttore Daniele Vimercati, di cui ero vice a Telelombardia. Comunque, con Sara ci siamo ritrovati e frequentati solo anni dopo».

 

Lei che marito è?

«Cerco di essere un marito che, come ha detto don Mazzi quando ci ha sposati, rinnova il matrimonio ogni giorno».

 

Nella quotidianità?

milo infante

«Cucino, faccio la spesa, e il sabato e la domenica pulisco di fino la casa, arrabbiandomi perché non la trovo mai pulita come vorrei».

 

E sua moglie la sopporta?

«Sara è la roccia su cui si infrange l’onda: sa che mi arrabbio per dieci secondi e all’undicesimo me ne sono dimenticato».

 

La sua faccia da bravo ragazzo piace a nonne e casalinghe. Lei si ritiene un bravo ragazzo?

«Ho dato dispiaceri ai miei genitori. Quando stavamo in affitto in 60 metri quadrati, doveva venire un compagno di liceo e dissi: mi vergogno di questa casa. Lo sguardo di mia madre me lo porto dentro. I miei fecero un mutuo carissimo per 75 metri lì accanto e sono mancati prima che potessi ripagarli dei loro sacrifici. Non sono stato un bravo ragazzo, ma penso di essere una persona onesta. Se mi chiede cosa vorrei che gli altri pensassero di me, vorrei che fosse quello che penso io di mio padre: era un brav’uomo».

milo infante a ore 14 3milo infante a ore 14 8milo infante a ore 14 5milo infante a ore 14 4milo infante a ore 14 9

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…