MINZO NON STA MANZO CON FLEBUCCIO - IL “CORRIERE” METTE IL DITO NELLO SHARE E MASSACRA IL TG DELL’AUGUSTO DIRETTORE: “HA LA STESSA CREDIBILITÀ DEL TG4 CHE IERI SE NE STAVA IN MAROCCO” - LA REPLICA: “FORSE PER VIA DEL NOME DAL SUONO ESOTICO, PENSANO CHE LA SEDE RAI DI SAXA RUBRA DOVE MI TROVAVO IERI SIA IN MAROCCO” - “IL MIO TG1 BATTUTO DAL TG5 MOLTO MENO DI QUELLO DEI MIEI PREDECESSORI”…

1 - IL TG1 AFFONDATO DAI TELESPETTATORI...
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

Come sempre avviene nelle vicende italiane, il Paese cambia e il contraccolpo più forte è sulla Rai. Ma stavolta è diverso. Niente ribaltoni. Nessuna giostra di poltrone né cambi di casacca. Oggi è il pubblico ad aver sparigliato le carte in tavola, invertendo (irrimediabilmente?) tradizionali graduatorie e vecchi ordini di grandezza. Per la prima volta è il Tg3 delle 19 di domenica 27 novembre, diretto da Bianca Berlinguer, a ritrovarsi leader di ascolti dei telegiornali Rai con un robusto 17.69%.

Altra notizia: non solo il Tg1 edizione delle 20, di Augusto Minzolini, sprofonda nell'abisso di un inaudito 16.1% ma viene staccato di quasi cinque punti dal concorrente più diretto, il Tg5 di Clemente Mimun, con il 20.4%. Domenica scorsa, come in un gigantesco televoto, i telespettatori hanno definitivamente stravolto un panorama già modificato con il ritorno sulla scena dell'informazione televisiva di Enrico Mentana, stavolta alla guida dell'agilissimo Tg de La7.

Diventa a questo punto grottesco e noioso (soprattutto vecchio) il tradizionale appello all'handicap da preserale. Il Tg1 è da lungo tempo in evidente crisi di ascolto e anche di un'immagine che è sostanza, come dimostra la ricerca dell'università Cattolica di Milano (dunque non un covo di pericolosi Indignati né di comunisti) che attribuisce al Tg1 la stessa credibilità del Tg4 o di Studio aperto mentre Tg3, il tg de La7 e Skytg24 vengono percepiti come «servizio pubblico».

Visto che cifre e share non sono opinioni, è chiaro che il tg ammiraglio della Rai-Servizio pubblico non può continuare a ripetere uno «schema narrativo» della nostra realtà quotidiana evidentemente logoro e sempre meno credibile. Se una fetta così consistente di pubblico lascia il principale notiziario della Rai, non è colpa di un complotto politico né c'è un inverosimile assalto ideologico.

La libertà di telecomando è la libertà di telecomando. E in una Rai alle prese con una pericolosa crisi economica e con un flusso pubblicitario incerto, un Tg1 che annaspa sempre più non è un problema qualsiasi. Forse è «il» problema.

2 - CROLLA IL TG1. MINZOLINI: NON LASCIO
Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera" - «Non me ne vado. Se mi vogliono mandare via perché politicamente non vado bene, e pensano di riuscirci, lo facciano pure. Ma niente alibi: io l'ascolto l'ho vinto». Trafitto dagli ascolti, dal Marocco dove si trova in vacanza, Augusto Minzolini si difende attaccando. Domenica alle 20 il suo Tg1 ha avuto il 16,1% di share, contro il 20,4% del Tg5. Quasi cinque punti in meno. Un «record negativo», accusa il Cdr che lo attribuisce alla «linea politica faziosa e schierata» del suo direttore e chiede: «Ora basta». «Un crollo», rincarano consiglieri e forze d'opposizione che chiedono le dimissioni del giornalista....

3 - MINZOLINI, NESSUN CROLLO TG1, IMPRECISIONI SU GIORNALI...
(ANSA) - "Su alcuni giornali di oggi al di là di una montagna di imprecisioni (il Corriere della Sera pensa, forse per via del nome dal suono esotico, che la sede Rai di Saxa Rubra dove mi trovavo ieri sia in Marocco) si fanno delle affermazioni gratuite oltreché non vere. Si parla di crollo degli ascolti del Tg1".

Lo scrive in una nota il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, riferendosi tra l'altro ad un articolo del Corriere della Sera nel quale si sostiene che il giornalista si trovava ieri in vacanza in Marocco. "Ebbene sabato scorso il Tg1 nelle edizioni delle 13 e 30 ha avuto uno share superiore al Tg5 del 9,4 per cento e la sera del 3,9% - prosegue Minzolini -.

La domenica alle 13 e 30 un 9,3% rispetto al Tg5, mentre la sera per via di un traino che ci ha lasciato all'8% abbiamo, com'é noto, perso di quattro punti. Ieri abbiamo vinto sia al mattino che alla sera. Ancora più stupefacente è anche la storia della sconfitta subita da parte del Tg3: intanto perché in termini di ascolto il Tg1, anche nelle condizioni date, ha avuto più telespettatori del Tg3; in secondo luogo perché il risultato del Tg3 è stato determinato dalla programmazione su Rai uno in quell'orario di quella trasmissione di commento al gran premio di Brasile, di cui il sottoscritto non ha colpe, che ha registrato il 7% (normalmente l'Eredità raggiunge uno share del 23%) e che ha fatto sì che una parte della platea si trasferisse su Rai tre".

"Sono ragionamenti ovvi ma a quanto pare oscuri per buona parte dei giornali - si legge ancora nella nota -. Infine resta un dato inequivocabile: quest'anno il Tg1 ha perso sul Tg5 per sei volte; lo scorso anno una volta. Ebbene nella gestione dello stimatissimo Riotta ha perso 4 volte il primo anno e 4 volte il secondo (in tutto 8 volte).

Se andiamo indietro nel tempo poi i crolli sono stati veri e clamorosi: nel 2001 il tg1 ha perso 32 volte sul tg5; nel 2002 ha perso 128 volte; nel 2003 ha perso 24 volte; nel 2004 15 volte; nel 2005 ha subito altre 70 sconfitte dal tg5; nel 2006 ha perso 18 volte. Numeri ben diversi da quelli della mia gestione e, come anche i giornali sanno, la matematica non è un'opinione".

 

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