LA VITA E' UN CIRCO! PARLA LA MITOLOGICA MOIRA ORFEI: “TOTÒ AVEVA PERSO LA TESTA PER ME, MI FACEVA UNA CORTE SPIETATA MA NON ERA IL MIO TIPO!” -L’ACCONCIATURA? FU DINO DE LAURENTIIS CHE MI INSEGNO’ A PETTINARMI COSÌ"

Matteo Osso per “Novella 2000”

 

moira orfei toto' 3moira orfei toto' 3

Immaginate un mondo dove tutto è carico, intenso, in una parola esagerato. Chi mi conosce sa che una delle lotte che combatto quotidianamente nel mio lavoro è quella contro il troppo che stroppia. Darei alle fiamme interi guardaroba con stampe animalier. Comprese le proprietarie. Butterei nel mare casse intere di minigonne impanate di strass. Comprese le proprietarie. Ma c’è un mondo dove tutto questo ha senso. Dove il senso del bello sta nella sua stessa esagerazione.

 

Se fosse nata negli Stati Uniti sarebbe stata più famosa di Liz Taylor, più ricca di Ivana Trump e più trendy di Lady Gaga. Ma lei ha scelto il circo e l’Italia, che ha girato in ogni più remoto angolo in oltre 60 anni a bordo della sua casa mobile con il marito domatore Walter Nones.

 

Proprio qui ho il privilegio di incontrare la regina del circo, Moira Orfei, in una tiepida giornata di primavera, persi nella campagna toscana, lei si racconta. Come solo le dive, quelle autentiche, sanno raccontarsi.

 

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Signora Orfei, innanzitutto grazie per aver aperto le porte della sua casa mobile a Novella2000.

«Chiamami Moira, caro. Leggo Novella da sempre, guai se non me lo portano tutte le settimane! E poi conosco il direttore Roberto Alessi, spesso sono ospite nelle trasmissioni Tv con lui».

 

Va bene, Moira! Veniamo alla tua vita a dir poco straordinaria. Quando ti sei esibita per la prima volta?

«Esattamente non saprei, ho cominciato da piccolissima con mio papà Riccardo che era un clown bravissimo. Poi mi sono dedicata alle acrobazie sul trapezio, ma a dieci anni ero già un’artista completa».

 

Stiamo parlando di un’Italia molto diversa da quella di oggi.

«Un’Italia povera e semplice. Io sono cresciuta in un piccolo circo di famiglia, che mio zio Orlando (domatore, ndr) ha lentamente cresciuto fino a farlo diventare importante. Nel frattempo sono cresciuta anch’io e insieme ai cugini Nando e Liana, grazie anche al cinema, abbiamo reso celebre il nome Orfei. Ancora oggi ne beneficiano in molti, di questo nome».

moira orfei dracula in brianzamoira orfei dracula in brianza

 

Ti riferisci a qualcuno in particolare? Ad altri tuoi parenti?

«Beh, a buon intenditore poche parole... Ma se dico Orfei che nomi ti vengono in mente?».

 

Moira, e poi Liana e Nando.

«Ecco, lo hai detto tu: la storia siamo noi!».

 

Hai parlato di cinema: come è iniziata quell’avventura?

moira orfei dracula in brianza moira orfei dracula in brianza

«Era nel mio destino. Mi esibivo al circo e una sera venne Dino De Laurentiis, e subito mi propose di fare l’attrice. Io ho pensato “perché no?”, e da lì è iniziato tutto».

 

Un destino che ti ha portato a lavorare con nomi importantissimi.

«Sì, sì! Ho fatto film con Totò, Ingrassia, Mastroianni, Walter Chiari, Fellini. E anche con Gassman, e De Sica, sia padre che figlio».

 

A questo punto non posso non chiederti un gossip da dietro le quinte: qualcuno di loro è andato oltre il ruolo di semplice collega ? 

«Oooh, io sono una signora, sai! Ma c’è un aneddoto che ti posso raccontare: il Principe De Curtis, Totò, aveva perso la testa per me, mi faceva una corte spietata! Ci sapeva fare, era un vero gentiluomo. Ma non era per niente il mio tipo! Sono stata gentile ma ho declinato l’offerta, lui ha capito e siamo rimasti ottimi amici».

 

Non c’è da meravigliarsi: oggi sei una bella signora, ma da ragazza eri bellissima. Ne eri consapevole?

«Tutte le donne della mia famiglia sono sempre state molto belle. Io non mi consideravo speciale, un tipo, sì, ma per me era normale essere così. Fu Dino (De Laurentiis, ancora lui ndr) che, portandomi fuori dal circo mi ha fatto capire che effettivamente non avevo nulla da invidiare a molte dive del tempo».

 

moira orfei 4moira orfei 4

Oggi sei una vera icona: come è nato lo stile “Moira”? Segui la moda?

«La pettinatura credo sia la cosa che più mi contraddistingue da sempre: fu proprio de Laurentiis a insegnarmi a pettinarmi così. Per il resto ho fatto sempre da sola mescolando un po’ di stile circense con le cose che in giro per l’Italia e per il mondo mi piacevano. Pensa che non ho mai voluto truccatori o parrucchieri: al circo bisogna saper fare tutto! La moda mi piace, la guardo, ma Moira è Moira! Ho inventato il mio stile un po’ forte, magari, ma altrimenti non sarei me stessa».

 

Ancora oggi è impossibile beccarti senza trucco e capelli perfetti, si dice che neanche in sala parto sei andata struccata. Fai tutto da sola?

«Certo! Mi alzo, e in un’ora mi preparo. Non ricevo mai nessuno finché non sono perfetta col mio trucco».

 

Parliamo di un grande mistero: il tuo guardaroba. Quanti abiti hai?

«Qui nella mia casa mobile ho delle cabine armadio piene di costumi e accessori, e poi anche nei camerini del circo. Ho tenuto tutto, negli anni ho raccolto centinaia di abiti, costumi e accessori».

 

Hai mai pensato di farne una mostra?

«No! Bella idea, ci penserò».

 

Che donna è invece Moira, al di fuori dei suoi spettacoli?

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«Una donna come tante, moglie, madre e oggi anche nonna».

 

 

 

Una casalinga?

«Casalinga no! La famiglia è il mio punto di riferimento, mio padre mancò che ero ancora una bambina e ho dovuto subito cominciare a lavorare. Nel circo ho vissuto tutta la mia vita, al fianco di mio marito, poi i miei figli e oggi anche i nipoti. Ma casalinga proprio no! Come cuoca sono un disastro, per fortuna ho delle persone che mi aiutano con le faccende domestiche. La mia vita è stata tutta tra la pista, la Tv e il cinema».

 

E oggi come sono le tue giornate?

«Guai se non avessi la Tv e i giornali. Novella non deve mai mancare, altrimenti mi arrabbio. E poi mi piace tanto la Carrà, che conosco dai tempi di Milleluci. Che donna!».

 

A proposito di Tv, ti rivedremo?

«Non ci sono progetti per il momento, io sono sempre in giro con il mio circo e tutte le sere sono in pista per salutare il mio pubblico. Per me è la vita!».

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