anna karina

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - ANNA KARINA, CHE CI HA LASCIATI A 79 ANNI, DEVE MOLTO ALLA NOUVELLE VAGUE E AL SUO PRIMO MARITO E REGISTA JEAN-LUC GODARD, CHE L’HA IMMORTALATA IN CAPOLAVORI COME “VIVRE SA VIE”, “PIERROT LE FOU”, “LA DONNA È DONNA”, “BANDE À PART”, MA AVEVA LEI STESSA UNA PRESENZA CHE HA RESO QUEI FILM STRAORDINARI - ANNA TRADI' GODARD CON IL GIOVANE ATTORE FRANCESE JACQUES PERRIN. LO VOLEVA SPOSARE. E PER LUI CERCO' DI UCCIDERSI CON I BARBITURICI… - VIDEO

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

 

anna karina 5

Bellissima. Al punto tale che col suo primo piano bianchissimo domina ancora le gif dei fan di cinema di tutto il mondo.

 

Certo, Anna Karina, che ci ha lasciati a 79 anni, deve molto alla Nouvelle Vague e al suo primo marito e regista Jean-Luc Godard, che l’ha immortalata in capolavori come Vivre sa vie, Pierrot le fou, La donna è donna, Bande à part, ma aveva lei stessa una presenza che ha reso quei film straordinari. Solo lei avrebbe potuto reggere il confronto, ad esempio, con il primo piano di Maria Falconetti ne La passione di Giovanna D’Arco di Dreyer che vediamo in Vivre sa vie.

 

Danese, nata a Copenhagen nel 1940, va via di casa a 17 anni spostandosi da sola a Parigi e diventa subito una top model per Coco Chanel e Pierre Cardin alla fine degli anni ’50.

 

jean luc godard e anna karina

“Quando ebbi la mia prima copertina su Elle, tutti volevano lavorare con me. Guadagnai un sacco di soldi in sei mesi, perché feci pubblicità per la Coca Cola in Inghilterra, Palmolive, Pepsodent in Germania. Tutto quello che mi offrivano. Fu così che Jean-Luc Godard mi vide, perché su entrambi i lati degli Champs Elysées vendevo un certo sapone e sull’altro vendevo Palmolive”.

 

Jean-Luc Godard infatti la vorrebbe già in un piccolo ruolo nel suo primo film, Fino all’ultimo respiro. Ma deve essere nuda e Anna Karina rifiuta. Non le va. Quando però Brigitte Bardot rinuncia a fare la protagonista di La donna è donna/Une femme est une femme assieme a Jean-Paul Belmondo e Jean-Claude Brialy, e Godard, che è già pazzamente innamorato di lei, la chiama, lei accetta. E diventa non solo la Musa del regista, che sposerà nel marzo del 1961.

 

Ma anche della Nouvelle Vague. Al punto che subito dopo gira Cléo in Cléo dalla 5 alle 7 di Agnes Varda. Le cose non devono essere state facilissime fra i due. Anna tradisce Godard con il giovane attore francese Jacques Perrin. Lo vuole sposare. E per lui cercherà di uccidersi con i barbiturici.

anna karina 3

 

Qualche anno dopo lo tradirà con un altro celebre attore, Maurice Ronet, che la dirigerà il Le voleur de Tibidabo. Meno giovane e meno bello dei suoi amanti, Godard offre però a Anna Karina il ruolo della sua vita, quello della prostituta Nana in Vivre sa vie, dove ha un taglio di capelli alla Louise Brooks, voluto proprio dal regista. Sarà Vivre sa vie, col quale vince giovanissima nel 1962 il premio per la migliore interpretazione al Festival di Berlino, a imporla all’attenzione mondiale.

anna karina 2

 

Con Godard girerà subito dopo Le petit soldat, Bande à part con Claude Brasseur e Sami Frey, Alphaville con Eddie Costantine, Pierrot le fou con Belmondo, Made in Usa, fino a un episodio di L’amore attraverso i secoli. Impossibile non amarla. Serge Gainsbourg scrive per lei nel 1967 addirittura un musical, Anna, che avrà una versione televisva e dove canterà con Jean-Claude Brialy.

 

Con Godard, ovviamente, è un rapporto sempre più complesso, i due saranno sposati dal 1961 al 1967, anche se dal 1964 sono già separati, anche se lei seguiterà a girare con lui e, innegabilmente, quello dei primi anni ’60 è il periodo più bello del regista e questi titoli segneranno per sempre anche la carriera di Anna Karina.

anna karina 9

 

Già negli anni ’60 alterna ai film col marito-maestro, commedie e gialli, si va dall’inglese Come uccidere un’ereditiera di Robert Asher col comico Bob Monkhouse a Il sole sulla pelle di Jacques Bordon, da La schiava di Bagdad di Pierre-Gaspard Huit a Confetti al pepe di Jacques Baratier con Belmondo, da Il piacere e l’amore di Roger Vadim a La calda pelle di Jean Aurel con Michel Piccoli.

 

anna karina 4

Tutti film che la rendono molto popolare, una stella sexy di prima grandezza diciamo, ma che oggi sono parecchio dimenticati. Tutto il cinema europeo più ricco e interessante la vuole, è una delle protagoniste con Marie Laforet e Lea Massari di Le soldatesse di Valerio Zurlini, un film che oggi nessuna tv trasmette più perché imbarazzante, soldati italiani che portano un gruppo di prostitute sul fronte greco per “allietare” i soldati, è la Marie di Lo straniero di Luchino Visconti da Albert Camus con Marcello Mastroianni, altro film ritenuto sgradevole, non presentabile in tv.

anna karina 17

 

Non parliamo poi di La religiosa di Jacques Rivette, capolavoro tratto dal romanzo di Diderot che la vede protagonista, che ebbe vari problemi con la censura del tempo. Proprio sul set del film di Rivette, si fidanza con Pierre Fabre, giovane assistente del regista, che  poi sposerà. Per aiutare il produttore de La religiosa e di tanti film della Nouvelle Vague, girerà in quindici giorni Made in usa con Godard.

 

anna karina.

Iniziò poi a dividersi tra il cinema francese, gialli, avventurosi, commedie, come Lamiel di Jean Aurel tratto da Stendhal, e grandi coproduzioni internazionali. Non sempre riuscite, come lo scombinato The Magus di Guy Green con Anthony Quinn e Candice Bergen o il raffinato e non capito Justine di George Cukor con Dirk Bogarde e Anouk Aimée, o il polpettone Prima che torni l’invernodi J. Lee Thompson con Topol e David Niven.

 

anna karina 16

Non era particolarmente riuscito neanche il Michael Kolhaas di Volker Schlondorff tratto dal racconto di Kleist con David Warner e lei protagonisti. Molto interessante, ma per nulla vista il giallo molto acido In fondo al buio di Tony Richardson con Nicol Williamson, altro film oggi invisibile.

 

Per non parlare dello spionistico americano The Salzburg Connection di Lee H. Katzin con Barry Newman girato in Svizzera. Tutti film che nel ricordo di allora erano grosse produzioni un po’ inerti, cioè incapaci di superare gli anni ’60 e ’70. In questo periodo, 68-74, è sposata con il regista e sceneggiatore Pierre Fabre, è una star ma non è più certo la musa di Godard, anche se nemmeno il cinema di Godard è quello che era agli inizi.

anna karina 15

 

Scrive, dirige e interpreta un film, Vivre ensemble, 1973, presentato alla Semaine de la Critique di Cannes, molto apprezzato dai suoi amici della Nouvelle Vague come François Truffaut, dove mette in scena una storia d’amore alla E’ nata una stella. Le canzoni che canta nel film sono composte da Serge Gainsbourg.

 

anna karina 13

Franco Brusati la vuole per Pane e cioccolata con Nino Manfredi, un film che il pubblico non solo italiano amerà molto. Emidio Greco la sceglie per L’invenzione di Morel proprio in quanto musa godardiana e lo stesso farà probabilmente Rainer Werner Fassbinder per Roulette cinese, 1978, che la vede protagonista.

 

anna karina 12

Si risposa nello stesso anno con l’attore Daniel Duval, ma non sarà nemmeno questo un matrimonio molto riuscito visto che si separano nel 1981. Contemporaneamente ha una storia con il regista e attore Ulli Lommel. Le andrà meglio col suo quarto marito, Dennis Berry, franco-americano, figlio del regista americano John Berry e lui stesso regista, che sposerà nel 1982 e che la dirigerà in Last Song nel 1987, un film che scrivono assieme.

 

anna karina 10

Curiosamente la prima moglie di Berry era stata Jean Seberg, la protagonista di Fino all’ultimo respiro di Godard. Anna Karina dirada parecchio le sue apparizioni cinematografiche, la vediamo nel 1985 ne L’isola del tesoro di Raoul Ruiz e ne L’opera al nero di André Delvaux con Gian Maria Volonté protagonista. Dirigerà un nuovo  film, autobiografico, Victoria, nel 2008, che sarà la sua ultima apparizione al cinema. 

anna karina 1anna karina e godardanna karina 8anna karina 7anna karina 6anna karina 14anna karina 11

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO