1. NEL GIORNO DELLA DECADENZA DI BERLUSCONI POLITICO, TRIONFA IL BERLUSKA TELEVISIVO 2. SIA CHECCO ZALONE, CHE HA APERTO LA PORTA A UNA NUOVA COMICITÀ, SIA PAOLINO RUFFINI, FRANK MATANO E PIF CHE CI SONO ENTRATI PERFETTAMENTE, VENGONO E SI SONO FORMATI NEI CANALI DI MEDIASET NEGLI ANNI D’ORO DEL CAV: “ZELIG”, “COLORADO” E “LE IENE” 3. GIUSTI: “MALGRADO LA LORO PROVENIENZA E QUEL CHE NE SCRIVONO I BRUNETTA, QUESTI COMICI NON SONO ASSOLUTAMENTE BERLUSCONIANI, MA SONO INVECE POST-BERLUSCONIANI. E, OVVIAMENTE, ANCHE POST-ANTIBERLUSCONIANI. AL PUNTO CHE NON PUOI AFFRONTARLI COL NASO ALL’INSÙ DI MICHELE SERRA PER NON SENTIRNE LA PUZZA AL CINEMA” 4. GLI SDRAIATI NON SONO I RAGAZZINI DI SERRA, MA SONO GLI ADULTI INCAPACI DI CAPIRE CHE LA SIGLA DELLA FINE È GIÀ PASSATA DA UN PEZZO. MA NON SIAMO IN GRADO DI SVEGLIARCI

Marco Giusti per Dagospia

Se Checco Zalone ha aperto la porta a una nuova comicità, Paolino Ruffini, Frank Matano e Pif ci sono entrati perfettamente. E i risultati potrebbero essere sorprendenti quanto a svecchiamento sia della scena comica che della nostra commedia un po' muffita.

Anche perché tutto questo chiasso travolge, più che il nostro cinema d'autore da tempo esangue, anche quel che vediamo in tv, i talk show politici, le prime serate inutili, perfino i Fazio-Crozza-Litizzetto che ci sembrano ormai anticaglia.

Inoltre, ahi!, tutti questi nuovi comici vengono e si sono formati nei canali di Mediaset negli anni d'oro di Berlusconi. Per Paolino Ruffini e per gli ancora inediti Pio e Amedeo, che esordiranno nel loro primo film a febbraio, posso vantare anche io qualche paternità stracultistica, ma è dalle scuole di "Zelig", "Colorado" e "Le iene", che ci arriva questa nuova ventata.

Legata, ovviamente, al martellamento youtubbistico di quasi tutti, che non esisterebbe senza la rete, a partire dai doppiaggi in livornese di film famosi di Paolino e dei video scorreggioni di Frankie Matano che hanno fatto ridere milioni di ragazzini. Ma pure l'attività su Twitter e su Facebook dei comici andrebbe segnalata come nuovo modello di comunicazione, impensabile fino a pochi anni fa.

Al punto che è particolarmente grottesco il modello di critica cinematografica alla, giuro senza offesa, Mereghetti, con le due palle striminzite buttate là per "Sole a catinelle" o per "Hunger Games", o il voto di 2 o di 3 a "Fuga di cervelli" di Paolino Ruffini. Grottesco perché non si tratta più di dire se un film è bello o brutto col metodo di giudizio da vecchio critico alla Tullio Kezich, ma del capire perché un film coinvolge milioni di persone e altri film no.

E‘ un po' la situazione dei padri che non capiscono i figli e ci scrivono i libri. Esticazzi. Ma ancora più interessante è che, malgrado la loro provenienza e quel che ne scrivono i Brunetta e le Anselme, questi comici non sono assolutamente berlusconiani, ma sono invece post-berlusconiani. E, ovviamente, anche post-antiberlusconiani. Al punto che non puoi affrontarli col naso all'insù di Michele Serra per non sentirne la puzza al cinema.

Il comico popolare, con le sue scorregge, i rutti, i lazzi, è come il Vernacchio-Fanfullla del "Satyricon" di Fellini, puzza. Si sa. Anche quando si traveste e si mette il deodorante. Semmai quel che accomuna tutti questi nuovi comici, oltre alla provenienza Mediaset, è o un'assoluta indifferenza al berlusconismo brunettiano o il superamento del berlusconismo e di qualsiasi trama da politica destra contro sinistra.

Ha ragione Checco a dichiararsi apolitico, perché la politica, almeno quella che ha vissuto, ce l'ha alle spalle. L'unico modo per accettare allegramente, positivamente la vita di tutti i giorni in Italia, è proprio il pensare di essere in un dopo ventennio, in un mondo ormai liberato dagli orrori dei talk show politici, delle Bernini, dei Brunetta, dei Belpietro.

Non ci potremmo spiegare un successo simile senza partire dal dato di fatto che siamo oltre qualsiasi mondo berlusconiano. "Sole a catinelle" parte dalla fine del sogno berlusconiano, "Fuga di cervelli" se ne frega allegramente di qualsiasi implicazione politica perché la strada è già aperta, mentre "La mafia uccide solo d'estate" di Pif propone un flashback su quel che abbiamo vissuto prima di entrare nell'Italia del ventennio, ma preferisce parlare di mafia e dei suoi morti ammazzati che parlare del berlusconismo, riportandoci quindi a un pre che ci avvicina a un post.

E' vero, come scrive Serra, che associare i ricchi ai comunisti dimostra una nuova visione degli italiani, che è poi quella percepita dal popolo che si è formato con la tv di questi ultimi vent'anni, ma è anche un buttarla tutta in caciara in un mondo dove più che destra e sinistra esistono i ricchi e i non ricchi.

I ricchi possono togliersi il lusso di essere comunisti perché hanno letto qualcosa in più, i non ricchi sprofondano nella loro ignoranza di cittadini berlusconiani pronti a liberarsi da ogni etichetta. Ma è la ventata di allegria, di sole a catinelle, a liberarci dalle catene che ci riportano intatto un Checco unchained capace di aprire la strada a un mondo senza Berlusconi e senza antiberlusconismo, che è poi quello che tutti i ragazzini già vivono e per questo sanno ridere di un passato che ci vede spesso, a noi adulti, ancora così legati all'orrore politico di quel che abbiamo vissuto o a un presente melmoso, una melassa tra "Ballarò" e "Piazza pulita", che trasmette un film già visto mille volte.

Gli sdraiati, insomma, non sono i ragazzini di Serra, ma sono gli adulti incapaci di capire che la sigla della fine delle trasmissioni è già passata da un pezzo. Ma non siamo in grado di svegliarci.

 

 

checco zalone al festival di roma news checco zalone MARCO GIUSTI IN ALMERIA Marco Giusti MICHELE SERRAMICHELE SERRA FUGA DI CERVELLI DI PAOLINO RUFFINI Renato Brunetta ny12 paolo ruffini claudiafuga di cervelli paolo ruffini con frank matano e luca peracino fabio fazio littizzettoAnselma Dell Olio

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…