nello trocchia cover pestaggio carcere santa maria capua vetere

DE-PESTAGGIO DI STATO – NELLO TROCCHIA, INVIATO DEL QUOTIDIANO "DOMANI", RACCONTA IN UN LIBRO I PESTAGGI A DANNO DEI DETENUTI AVVENUTI IL 6 APRILE 2020 NEL CARCERE DI SANTA MARIA CAPUTA VETERE - L’AGENTE IMPUTATO: “NON SIAMO TUTTI UGUALI, IL MINISTERO HA SALVATO ALCUNI SUPERIORI. IO E ALTRI 14 AGENTI NON SIAMO STATI RAGGIUNTI DA MISURE CAUTELARI E SIAMO STATI SOSPESI DAL MINISTERO MENTRE CI SONO DIRIGENTI CHE... - I TENTATIVI DI DEPISTAGGIO - VIDEO

 

https://video.corriere.it/cronaca/pestaggi-carcere-santa-maria-capua-vetere-video-testata-dell-agente-il-casco4/145d5c48-df72-11eb-a9e5-b60d2f6601bd

 

 

Nello Trocchia per https://www.editorialedomani.it/

 

 

nello trocchia cover

«Non rimanga sorpreso se chi le scrive è uno degli agenti della polizia penitenziaria imputato per i fatti del 6 aprile 2020 nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere».

 

Inizia così la lettera di un poliziotto penitenziario, del quale non riveleremo l’identità, che ha deciso di raccontare la sua storia e i fatti accaduti in quella giornata buia per la democrazia. In piena emergenza pandemica, il 6 aprile 2020, 283 agenti della polizia penitenziaria sono entrati all’interno dell’istituto Francesco Uccella, nel reparto Nilo.

 

Per quattro ore i detenuti sono stati picchiati, un pestaggio di stato al quale è seguito il depistaggio finalizzato a cancellare le prove di quanto accaduto. A distanza di oltre due anni da quella giornata di sangue, botte e umiliazioni è iniziato un processo che vede imputate 105 persone per tortura, lesioni, abuso d’autorità, depistaggio, falso e altri reati.

 

Tra questi imputati 77 sono stati sospesi dal servizio dal giugno 2021, quando su richiesta della procura locale, il giudice Sergio Enea aveva autorizzato gli arresti e altre misure cautelari. Altri, invece, sono rimasti in servizio nonostante rispondano di oltre 30 capi di imputazione ottenendo anche promozioni.

 

«Tutto questo non è giusto, io e altri 14 agenti non siamo stati raggiunti da misure cautelari e siamo stati sospesi dal ministero mentre ci sono dirigenti mai sospesi che sono stati anche destinatari di nuovi incarichi e che rispondono di decine di capi di imputazione», dice il poliziotto.

PESTAGGIO CARCERE SANTA MARIA CAPUA VETERE

 

 

LA PROMOSSA E I SOSPESI

Il riferimento è, tra gli altri, a Tiziana Perillo, che risponde di una trentina di capi di imputazione, mai sospesa e che, di recente, è stata nominata dalla provveditrice regionale, Lucia Castellano, come consigliera di fiducia per l’attuazione del codice contro le molestie sessuali.

 

Il poliziotto e gli altri, invece, sono stati sospesi perché colpevolmente presenti in reparto. «Il loro riconoscimento non è controverso, ma, come emerge, dalle immagini del circuito di videosorveglianza e dalle dichiarazioni dei detenuti escussi, essi erano solo presenti ai fatti, ma non hanno compiuto alcun atto di violenza ai danni dei detenuti medesimi», si legge nelle carte processuali.

 

Una quindicina di agenti dunque non ha partecipato alle violenze, ma non hanno mai denunciato l’accaduto nonostante vi abbiano assistito. Alcuni non erano in servizio e sono stati richiamati proprio per quell’operazione, altri erano già all’interno dell’istituto.

 

PESTAGGI CARCERE SANTA MARIA CAPUA VETERE 4

Il governo, che vuole riformulare il reato di tortura, vorrebbe rivedere le sospensioni, ma il rischio è che si peggiori la situazione, tenuto conto che nel momento in cui sono state disposte – all’epoca c’era il governo Draghi - si è proceduto applicando una disparità di trattamento.

 

«La procura non ha determinato alcuna misura cautelare nei nostri confronti, ma restiamo sospesi dal servizio, per disposizione del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, fino a data imprecisata. E la parola “sospeso” dice di più di una disposizione amministrativa: su questa sospensione si appende una divisa, si consegna un distintivo, si mettono in archivio anni di servizio onesto, quando si è cercato di conservare, soprattutto dinanzi a situazioni difficili, umanità ed equilibrio», dice il poliziotto. Ma come è possibile parlare di umanità ed equilibrio considerando quanto accaduto?

 

 

 

LA DIFESA DELL’IMPUTATO

carcere di santa maria capua vetere

«Ho fatto tantissime operazioni, a Santa Maria non è mai successo niente tranne quel giorno, mai uno schiaffo, mai un’esagerazione. Il 6 aprile sono arrivati gli agenti dall’istituto di Secondigliano con caschi e manganelli, non pensavo li facessero entrare e, invece, all’improvviso ce li siamo visti ai piani. I funzionari, i nostri dirigenti hanno sbagliato tutta l’operazione. La perquisizione si doveva fare, il reparto era allo sbando, ma non così, non così», dice l’agente. Ma perché nessuno ha fermato quelle quattro ore di massacro? «Non lo so, come facevo a mettermi contro Colucci (uno dei vertici imputati, ndr) e gli altri superiori? Io non sapevo cosa fare, niente. Guardavo quello che accadeva», risponde.

 

Attualmente chi è sospeso guadagna la metà del salario previsto, c’è chi vive con mille euro al mese da un anno e mezzo. Nonostante la situazione, rimane un fatto: nessuno ha denunciato quanto è accaduto quel giorno. «A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca», diceva Don Lorenzo Milani. «Pensavo che lo avrebbero fatto i nostri superiori, che avrebbero fatto luce su tutto quello, su quella giornata orribile», dice l’agente. In ogni caso, si tratta di omertà, di silenzio complice rispetto ai fatti. I presenti avrebbero potuto denunciare anonimamente le violenze ma non lo hanno fatto. «Lo so, lo so, ho capito l’omertà, ma è successa una cosa troppo grande», aggiunge.

pestaggi santa maria capua vetere

 

AL PROCESSO

Il poliziotto ammette di aver cercato di fermare le violenze, di dire basta: «Ci ho provato, ma era inutile. Era una baraonda, non ci ho capito niente, non sapevo che fare. Stavo lì durante le violenze, è vero, ma non ho partecipato. Avrei dovuto picchiarmi con i colleghi, non lo so, non lo so».

 

 

Ma cosa resta addosso a un poliziotto penitenziario dopo quella giornata di orrori? «A Santa Maria c’erano al massimo una decina di facinorosi, gli altri non c’entravano niente, niente, e si poteva facilmente affrontare la situazione, ma non in quel modo. I superiori hanno fatto un disastro». Delle risposte che darà al processo durante l’interrogatorio ne discuterà «con l’avvocato. Rispondo di un paio di contestazioni, solo della mia presenza quel giorno, ne uscirò assolto».

pestaggi santa maria capua veterele foto usate per il depistaggio sulle violenze a santa maria capua vetere 11pestaggi santa maria capua vetere

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?