“NETFLIX HA CAMBIATO LE NOSTRE VITE COME LE HA CAMBIATE LA BUON'ANIMA DI MTV” - ASSIA NEUMANN DAYAN IN LODE DELLA PIATTAFORMA CHE HA PORTATO NELLE CASE FILM, SERIE TV E MIGLIAIA DI DOCUMENTARI SU SERIAL KILLER E CRONACA NERISSIMA: “HO GUARDATO QUALSIASI COSA SU ASSASSINI, SULL'OSSICODONE, SUGLI SCANDALI FARMACEUTICI, SULLE SETTE. NETFLIX ALIMENTA UN’ECONOMIA CIRCOLARE: AVER VISTO UN DOCUMENTARIO, MI HA PORTATO A LEGGERE ARTICOLI E LIBRI. NON SO SE ESISTE IL TERMINE “NETFLIXWASHING”, MA PER ME È QUESTO: RENDERE SEMPLICE UNA COSA COMPLESSA IN MODO CHE TUTTI LA CAPISCANO…” - VIDEO
Estratto dell’articolo di Assia Neumann Dayan per “la Stampa”
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Netflix ha cambiato le nostre vite come le ha cambiate la buon'anima di MTV. L'opera più riuscita di Spike Jonze è il video di Sabotage dei Beasty Boys, perché so che sembra incredibile ma c'è stato un tempo in cui i videoclip musicali erano un evento, ed erano diretti da gente come David Fincher o Kathryn Bigelow, registi che ora fanno film o serie tv con Netflix.
Cosa c'è di più democratico dell'offrire per pochi euro al mese un catalogo pressoché infinito di opere tra serie tv, documentari, film, sport e lo sfondo perfetto per le foto di Natale? Non sarà la biblioteca di Borges, ma questo è quello che ora possiamo avere. Netflix è la realizzazione di un sogno: andare da Blockbuster senza dover uscire di casa, e infatti nasce esattamente così, come servizio a domicilio di Dvd – se avete vent'anni, i Dvd erano degli oggetti a forma di ciambella.
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ho praticamente esaurito il catalogo Netflix dei documentari, che sono un po' le teche Rai girate bene. Ho guardato qualsiasi cosa sui serial killer, sull'ossicodone, sugli scandali farmaceutici, sulle sette, senza contare le ore passate a guardare la schermata iniziale, indecisa se scegliere le pillole o gli assassini.
L'ultima cosa che ho visto è stata Mio padre, il killer BTK, doc dove la vita di Dennis Rader viene raccontata dalla figlia, figlia che non si era mai accorta che all'ingresso di casa c'era un borsone con dentro manette, coltelli, passamontagna, mancava giusto un biglietto con scritto «tuo padre ha ammazzato dieci persone».
Prima di questo avevo visto Unabomber, in his own words con interviste a Ted Kaczynski, al fratello che lo aveva denunciato e soprattutto alla cognata che, quando le è venuto il leggero sospetto che i manifesti di Unabomber assomigliassero moltissimo agli scritti del cognato, ha chiamato la polizia invece che distrarsi come la figlia di BTK. Il documentario su Kaczynski mi ha portato poi a leggere articoli e libri, alimentando quell'economia circolare che Netflix produce.
Netflix serve come serve l'Ofeliadi Taylor Swift: dopo la pubblicazione del singolo The fate of Ophelia il Museo di Wiesbaden in Germania, dove è esposto il quadro di Friedrich Heyser che Swift ha usato come riferimento, è stato preso d'assalto da visitatori, cosa mai vista da quelle parti. Peggio mi sento nel dire che nel nuovo album di Swift c'è una canzone intitolata Elizabeth Taylor e ci sono ventenni a piede libero che non avevano idea di chi fosse.
Non so se esiste il termine netflixwashing, ma per me è questo: rendere semplice una cosa complessa in modo che tutti la capiscano. È un principio di adattamento nei confronti di un mondo nuovo, dove le persone hanno un accesso pressoché infinito a informazioni e cultura, ma forse non sono più in grado di capirle.
Perlomeno adesso, grazie ai documentari di Netflix, se vediamo all'ingresso una borsa con dei coltelli e un passamontagna, ci facciamo venire un dubbio.
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mio padre il killer btk 2
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