de niro

NETFLIX RIFA’ IL TRUCCO A DE NIRO E I COSTI DI “THE IRISHMAN” LIEVITANO A 140 MILIONI DI DOLLARI - IL RINGIOVANIMENTO DIGITALE DELL'ATTORE COSTA AL COLOSSO 40 MILIONI - LA PELLICOLA, STRAPPATA ALLA PARAMOUNT, INVADERÀ SIA I NOSTRI TABLET SIA LE SALE CINESI 

de niro

Marianna Baroli per la Verità

 

 

Stranger things. The crown.

Altered carbon.

House of cards.

Quanti sono i titoli di serie tv create da Netflix che riuscite a ricordate? Decine. Senza dubbio.

 

 

Molti non sanno però che Netflix, la più nota piattaforma di streaming di contenuti video, è molto di più che un contenitore di film con cui perdersi in lunghe nottate. È infatti anche tanto cinema. E non solo d' autore: ci sono anche pellicole indipendenti che si potrebbero vedere solo in festival per appassionati e addetti ai lavori. Nel suo catalogo il portale californiano annovera titoli unici, mai usciti nelle sale cinematografiche, in cui recitano attori tutt' altro che sconosciuti al grande pubblico. Qualche nome? Will Smith, protagonista della pellicola Bright, o Jane Fonda e Robert Redford, due stelle hollywoodiane che hanno scelto di recitare insieme in Our souls at night, una storia romantica creata da Netflix solo ed esclusivamente per i suoi abbonati.

netflix

 

Questo lato di Netflix è qualcosa a cui si dovrebbe prestare molta attenzione.

Nell' ultimo anno la piattaforma è cresciuta al punto da accedere al nucleo ristrettissimo di società con una capitalizzazione di mercato superiore ai 100 miliardi di dollari.

 

Un successo non offuscato dagli scandali - come quello che ha coinvolto Kevin Spacey (ex protagonista di House of cards) e costato alla società ben 39 milioni di dollari - che ha spinto Netflix ad annunciare per il 2018 una spesa fra i 7,5 e gli 8 miliardi di dollari destinata alla produzione di contenuti originali.

 

Tra i film più chiacchierati, in arrivo su Netflix nel 2019, c' è senza dubbio The Irishman, la nuova pellicola firmata da Martin Scorsese con protagonisti Al Pacino e Robert De Niro. Secondo le prime stime, per la produzione di questo film, che racconta la storia del gangster della mafia americana Frank Sheeran, Netflix ha strappato la pellicola a una delle più importanti case cinematografiche, Paramount, che l' ha abbandonata per l' ingente budget.

 

de niro

Così, il gruppo californiano sborserà 140 milioni di dollari, parte dei quali verranno investiti in tecniche di ringiovanimento digitale ed effetti speciali necessari a ringiovanire di 30 anni De Niro, interprete del personaggio principale. Le esigenze di postproduzione hanno fatto lievitare i costi, secondo un report pubblicato da Deadline, saliti dagli iniziali 100 milioni a 125, prima di toccare i 140 di cui si parla ora.

 

The Irishman non solo sarà il film più costoso mai prodotto dalla piattaforma ma anche il più caro di quelli firmati da Scorsese. Per questo motivo, il regista, da sempre uno dei più grandi sostenitori dell' esperienza cinematografica, ha chiesto a Netflix che la pellicola venga distribuito in poche e selezionate sale cinematografiche così che la pellicola sia candidabile agli Academy awards. The Irishman non sarà solo disponibile in un numero limitatissimo di sale negli Stati Uniti e in Regno Unito ma approderà sul grande schermo anche in Cina, in cui non è disponibile il servizio streaming della piattaforma.

 

al pacino e robert de niro in irishman

Se The Irishman diventerà senza dubbio alcuno il primo grande colossal esclusivo di Netflix, guardando alle pubblicazioni più recenti presenti nel catalogo digitale del sito, il mondo del cinema sembra essere sempre più vicino alla piattaforma creata da Reed Hastings. Ne è un esempio Mudbound, il film diretto da Dee Rees, adattamento cinematografico del romanzo Fiori nel fango di Hillary Jordan .

al pacino e robert de niro in irishman 2

 

La pellicola racconta le problematiche dell' integrazione razziale dopo la Seconda guerra mondiale negli Stati Uniti, e oggi è candidata a quattro premi Oscar, tra cui quello per le miglior fotografia, in cui compare il nome di Rachel Morrison, prima donna a essere nominata dall' Academy in una categoria tanto ambita.

 

Netflix punta molto suoi grandi eventi per lanciare le sue esclusive. La notte tra il 4 e il 5 febbraio scorso, in concomitanza con la fine del Super bowl americano, ha reso disponibile in tutto il mondo The Cloverfield paradox, il terzo capitolo di Cloverfield, il film fantascientifico firmato da J.J. Abrams. La pellicola era un vero e proprio mistero per gli appassionati del genere.

 

Annunciata nel 2012 con il titolo La Particella di Dio, se ne erano perse le tracce fino alla presentazione del suo primo trailer proprio durante l' ultimo Super bowl. La messa a disposizione immediatamente dopo il primo trailer su Netflix è stata il vero colpo di scena in grado di travolgere gli appassionati del genere.

 

de niro

E che dire di Bright? Il film d' azione e fantascienza costato 100 milioni di dollari che vede come protagonista niente meno che Will Smith è stato messo online il 22 dicembre scorso e immediatamente è stato stroncato dalla critica cinematografica di tutto il mondo. Diretto di David Ayer, il regista di Suicide squad, il film è ambientato in un mondo del tutto simile al nostro ma in cui gli umani vivono più o meno tranquillamente al fianco di orchi, fate, elfi e varie altre creature. Un flop per il colosso dello streaming?

 

Non proprio. Seppur Netflix non renda noti i dati su quante persone guardano cosa, il suo presidente, Reed Hastings, ha annunciato nelle scorse settimane che proprio il tanto criticato Bright è stato visto «più di quasi ogni altro prodotto originale, film o serie tv prodotto da Netflix». E che, proprio per questo, avrà addirittura un sequel.

WEINSTEIN CON SCORSESE TARANTINO E DE NIROal pacino e robert de niro martin scorsesenetflix palinsesto

 

reed hastings netflixhollywood netflix

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…