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ONLYFANS E’ PIENO DI MINORENNI! - NON POTREBBERO ACCEDERE ALLA PIATTAFORMA EPPURE CI RIESCONO UTILIZZANDO I DOCUMENTI DEI PARENTI E I LORO ESTREMI BANCARI - BARBARA COSTA: “ONLYFANS HA INCREMENTATO CONTROLLI E VERIFICHE DEGLI ACCOUNT MA I MINORENNI TUTTAVIA POSSONO COMPARIRE PURE IN ALTRI MODI: COME CO-PARTNER IN SCENE CON CREATOR MAGGIORENNI, E SONO MINORI SESSUALMENTE ATTIVI E "CONSENZIENTI" DI FARSI FILMARE E SMERCIARE NELLA LORO INTIMITÀ PIÙ PROFONDA, MA PURE IN CASI DI MINORI SFRUTTATI DA MAGGIORENNI DELINQUENTI IN TRATTE E ATTI OSCENI…”

Barbara Costa per Dagospia

 

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OnlyFans, come stai messo a minori? È un fenomeno sommerso, non se ne sa appieno su portata e densità, e però, è una realtà: i minorenni riescono a entrare su OnlyFans, gabbandone i divieti. OnlyFans è una piattaforma su cui chiunque può postare e libero vendere suo materiale, compreso quello hard: ma ogni venditore e ogni acquirente deve essere maggiorenne. E come fanno allora i minorenni ad accedervi? Utilizzando i documenti di maggiorenni (parenti!) e i loro estremi bancari.

 

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Mesi fa è passato troppo sotto silenzio il report di "BBC News" in cui chiaro mostrava – e con supporto di prove messe a disposizione dalla polizia – in che modo minorenni inglesi creavano account su OnlyFans usando patenti di guida, o carte di identità, o passaporti, dei loro fratelli, sorelle, genitori. Riportando anche il caso di un minore riuscito a procurarsi nel Dark Web una patente di guida falsa per entrare su OnlyFans.

 

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Nonché esibendo come la stessa "BBC News" fosse riuscita, fingendosi un altro, un minore, ma usando documenti di un +18, a realizzarvi un account sicché a fregare OnlyFans. È un dato di fatto che per i ragazzini violare i divieti web sia un gioco, facilissimo, come è per loro una burla scoprire i codici delle carte di credito altrui, carte che sono essenziali per rendersi operativi su OnlyFans. E operativi in che senso?

 

Vendendo sé stessi ad emulazione di ciò che i media narrano attraente: la facilità con cui, tramite OnlyFans, si facciano soldi e – importantissimo – si acquisti l’agognato prestigio web da riverberare nella vita reale.

 

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L’inchiesta di "BBC News" usa alias per raccontare vere storie di minorenni inglesi (giunte agli assistenti scolastici e poi alle forze dell’ordine) che sui "loro" account OnlyFans caricavano foto hot e video hot. Espliciti. In cambio di soldi. Che in un primo momento partono da scatti di piedi, mai di viso, ma poi – su sollecitazioni e pagamenti di denaro – diventano masturbazioni, uso di sex toys, per richieste di sesso senza più sottintesi.

 

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Minori non costretti da nessuno se non da un loro io acerbo e però pronto a emulare il ramo hard di una vera e propria cultura, quella della promozione vincente di sé stessi, del proprio corpo, della propria identità, per essere uno che conta nella propria cerchia sociale in parallelo a quella virtuale. Minori che infatti rovesciano i soldi fatti sui loro profili IG, sfoggiando abiti e accessori firmati.

 

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I social, quello che sui social si fa apparire, sono timbro, garanzia di affermazione di sé stessi, e leggo che anche in Italia la cronaca comincia a farsi portavoce di casi di minori che su OF e app simili si atteggiano a hot influencer: se non tutti per ricavo monetario comunque tutti per il credito che tale sessuata esposizione nella società ottiene. Va riconosciuto a OnlyFans di non stare con le mani in mano davanti a – quanti? tanti? pochi? – episodi di minori che violano le regole di accesso.

 

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A seguito del boom di questi 2 anni, OF ha incrementato controlli e verifiche degli account, sia automatici che manuali, e rimuove ogni account illecito. Se i minori che sono riusciti a varcare OnlyFans l’hanno imbrogliato e proprio nelle foto identificative che OF richiede, quelle col viso dell’iscrivente accanto al documento di identità, i minorenni tuttavia possono comparire su OnlyFans pure in altri modi: come co-partner in scene con creator maggiorenni, e sono minori sessualmente attivi e "consenzienti" di farsi filmare e smerciare nella loro intimità più profonda (su "BBC News" ha fatto scalpore il caso del 16enne Aaron, studente e amatoriale attore porno sul profilo OnlyFans della fidanzata 18enne, soddisfatto di spartirsi con lei i guadagni non modesti che le loro sc*pate riscuotevano e da tanti clienti, e Aaron poi sfidanzatosi con la sua partner di scena e pronto, una volta compiuti i 18 anni, a farsi un suo di OF account, a norma e pornografico e remunerativo), ma pure in casi di minori sfruttati da maggiorenni delinquenti in tratte e atti osceni.

 

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E minori loro malgrado vittime di pornografici Deepfake. OnlyFans interviene nella chiusura di tali account, ma è l’adulta attenzione che deve compiere un notevole balzo in avanti. Sento parlare di opportuna educazione sentimentale ai minori (e data da chi? e da che età? e con norme stabilite da chi?), e di un "patentito" per smartphone.

 

Ma se il primo smartphone ai ragazzini viene tassativamente regalato alla prima comunione (se non prima!!!), e se ai bambini un dispositivo è giocattolo e baby-sitter fin dalla più tenera età, e se i bambini nascono e crescono vedendo genitori con meno occhi su di loro perché incollati a smartphone… credo sia fatuo, arduo, fargli rispettare pur il più sacrosanto divieto.

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E quindi ecco che ogni colpa e responsabilità si fa ricadere sul porno che in rete c’è e su chi il porno lo fa. Sui governi. Sul lassismo nei controlli. In una recente intervista, Rocco Siffredi ha detto che “se chi è al potere vuole, sicuramente in un istante blocca ogni accesso web dei minori al porno. Sanno come fare, se vogliono”. Io su questo non ho prove ma la penso come lui e ve l’ho scritto, che noi del porno siamo i primi a volere totale serrata web porno ai minori. Avverrà? Come? E quando?

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E sull’educazione al porno ai ragazzi: vorrei ricordare le facce storte e i seguenti NO – dagli adulti!!!, sia docenti, sia genitori – che Rocco Siffredi riceve se opzionato a parlarne nelle scuole. Rocco Siffredi che, oltre ad esserne il più versato e più ferrato, è l’unico adulto a cui i ragazzi, sui pericoli dell’esporsi e sessualmente online, e sul divario abissale che c’è tra sesso reale e il porno, garantirebbero ascolto e riflessione.

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