1. OPERAZIONE MONDO DI MERDA: DESTRA, CENTRO E SINISTRA, A CIASCUNO IL SUO CARMINATI 2. LOTTERIA QUIRINALE: IL BANANA NON CONTROLLO FARSA ITALIA E RENZI LO SCARICA IN TV: NEL PATTO DEL NAZARENO NON C’È L’ELEZIONE DEL QUIRINALE. E LO DICE PROPRIO NEL GIORNO IN CUI SALVINI È PRONTO A VOTARE “UN NOME SERIO, NON TOTALMENTE SCHIERATO A SINISTRA” 3. UN’APERTURA IMPORTANTE PERCHÉ DAL QUARTO SCRUTINIO BASTERÀ LA MAGGIORANZA ASSOLUTA E I 35 VOTI DELLA LEGA POTREBBERO ESSERE DECISIVI PER ELEGGERE IL DOPO-RE 3. NON SOLO. UN PRESIDENTE SCELTO DAI DUE LEADER VA INCONTRO A UN AMPIO PLOTONE DI FRANCHI TIRATORI E LA FIGURA DI MERDA LA FAREBBE RENZI, COME BERSANI A SUO TEMPO 4. SI AVVIA VERSO UNA SOLUZIONE LA GUERRA AI VERTICI DELLA PROCURA DI MILANO

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE

Renzie va in tv a dire che nel Patto del Nazareno non c’è l’elezione del Quirinale proprio nel giorno in cui Matteo Salvini dice che la Lega è pronta a votare “un nome serio, non totalmente schierato a sinistra”. Un’apertura importante perché dal quarto scrutinio, quando basterà la maggioranza assoluta, i 35 voti della Lega potrebbero essere decisivi per eleggere il successore di Re Giorgio.

 

Più passa il tempo e più sembra perdere forza il Patto del Nazarero tra Renzie e Berlusconi. Il fatto che il Banana non controlli il suo partito lo rende un alleato inaffidabile per il premier, che misura attentamente costi e benefici dell’alleanza. Un presidente scelto dai due leader va incontro a un ampio plotone di franchi tiratori e la figura di merda la farebbe Renzie, come Bersani a suo tempo. Ecco perché il segretario del Pd in questi giorni lancia messaggi di grande apertura e insiste sul fatto che cercherà un’intesa più larga possibile su un nome del Pd. L’apertura della Lega l’ha già incassata. Ora gli manca un segnale dai grillini – quando avranno finito di litigare – e il gioco sarà fatto.

 

MATTEO SALVINI PRIMA O' SUD BY BENNYMATTEO SALVINI PRIMA O' SUD BY BENNY

Il Patto del Nazareno andrà in pensione senza colpo ferire, con Berlusconi impegnato a tenerlo in piedi sulle riforme per non essere tagliato completamente fuori. L’alternativa è che il Cavaliere appoggi autonomamente il candidato di Renzi, rimettendosi al centro dei giochi e nella speranza che il futuro presidente si “sdebiti” presto concedendo la grazia al Banana. In fondo l’ha fatto anche per il Napolitano-bis, anche se poi gli è andata male.

 

 

2. OPERAZIONE MONDO DI MERDA

Il giorno dopo la retata, lo scandalo si allarga. Corriere: “Le buste di soldi nei muri di casa. Roma, gli arrestati del ‘mondo di mezzo’ non rispondono al giudice. Il dirigente con 570 mila euro nascosti. Ora si indaga sulla Regione” (p. 2). Stampa: “Mafia nella Capitale. La Procura prepara nuovi arresti. Tremano altri esponenti di destra e sinistra” (p. 8). Semina il panico anche il Messaggero: “La tela criminale. Carminati pronto a fuggire all’estero. Verso nuovi arresti” (p. 2). “Quello l’ho messo a stipendio fisso’. Politici e dirigenti, il tariffario di Buzzi” (p. 4).

 

giorgio napolitanogiorgio napolitano

Le ricadute politiche dell’inchiesta sulla mafia capitolina sono pesanti. Repubblica: “Mafia a Roma, la scure di Renzi. ‘Subito Orfini commissario al Pd’. Comune a rischio scioglimento. Alemanno: ‘Ho sbagliato’. I 5 Stelle all’attacco: azzerare la giunta. Il prefetto Pecoraro: leggo le carte e valuto se ci sono gli estremi”. Focus sul Pd: “Partito in mano alle tribù delle tessere. Il premier ordina: ‘Spazzare via tutto’. Il presidente del Pd commissario in una città dove ha comandato l’avversario Bettini. La denuncia postuma di un dirigente locale: ‘Truccate le primarie che designarono Marino” (pp. 2-3). E ancora su Marino: “Spunta il finanziamento per l’elezione di Marino. Trentamila euro dalle cooperative di Buzzi: ‘Le comunali? Questo è il momento che pago di più…” (p. 4).

 

silvio berlusconi (9)silvio berlusconi (9)

Sul Corriere parla Roberto Morassut, deputato romano ed ex assessore con Veltroni: “Inquinamento nel Pd, non sono casi isolati. La qualità della nostra vita interna si è molto abbassata ed era chiaro da tempo” (p. 2). Ci va giù pesante il Cetriolo Quotidiano: “”Ora Renzi scarica il Pd di Carminati” (p. 1). Idem per il Giornale che apre così la prima pagina: “Mazzette rosse. La cupola controllava i voti Pd. Dalle carte emerge il ruolo del clan per condizionare le primarie Renzi-Cuperlo nella Capitale”. E poi si dedica al ministro del Lavoro: “A tavola con Poletti. Solo il ministro-Coop poteva non sapere. La foto del 2010 lo ritrae a cena con Buzzi, Alemanno e altri indagati. Renzi: ‘E’ un galantuomo’. Ma dimentica il ruolo delle cooperative rosse” (p. 2).

 

Sul fronte destro si prende qualche soddisfazione Umberto Croppi, ex assessore alla Cultura con Alemanno: “Mi hanno cacciato perché volevo bloccare il malaffare. La colpa di Alemanno? Non essere riuscito a opporsi. Situazione che dura da anni e riguarda tutte le giunte” (Stampa, p. 5). Intanto lui, Alèdanno, si dedica ai bei gesti: “Alemanno lascia gli incarichi di partito. ‘Ho sbagliato nella scelta della squadra. Se le accuse sono vere hanno tradito la mia fiducia. Mai conosciuto il ‘nero’” (p. 2).

matteo orfinimatteo orfini

 

 

3. QUIRINAL PARTY

Sulla corsa al Quirinale, la partita che monopolizza le attenzioni dei partiti, Repubblica scrive: “Quirinale, Renzi prepara il metodo Cossiga. ‘Larga intesa su un Pd’. Salvini apre: ‘Pronti a discutere se non è di parte’. Il M5S: ‘Mettiamo a disposizione le nostre quirinarie’. Il leader leghista pensa a un uomo della società, il premier punta invece su un politico puro” (p. 10). Per il Corriere, “Riforme e partiti, Renzi all’attacco. Il premier: nel Nazareno non c’è il Quirinale. E su questo discuto anche con i 5 Stelle. ‘Dalla Lega terrorismo mediatico’. Ma Salvini: per il Colle sì a un suo candidato non di parte” (p. 15).

 

Sulla Stampa l’avvertimento di Civati: “Se lo scegliete con Forza Italia i 101 di Prodi colpiranno ancora” (p. 11). Il Giornale osserva che “il caos Roma frena Veltroni al Quirinale”, ricordando che il procuratore Pignatone ha detto: “Siamo solo all’inizio” (p. 12).

 

4. AGENZIA MASTIKAZZI

“Bossi boccia la corsa di Salvini: il centrodestra vince solo con Silvio” (Corriere, p. 19).

 

 

Gianni Alemanno Gianni Alemanno

5. UN, DUE, TRE, GRILLINO!

Massima confusione tra i Cinque Stelle: “M5S, venti di scissione. Fuga di eletti in Toscana, nomi all’indice in Calabria. Di Maio smentisce i rumors: ‘Chi andrà da Pizzarotti non sarà espulso” (Repubblica, p. 12)

 

 

6. E ADESSO TUTTI A LAVORARE

Il governo ottiene la fiducia sulla sua idea di riforma del lavoro, in attesa di riempirla di contenuti con i decreti delegati. Corriere: “Sì alla fiducia, il Jobs Act ora è legge. La sinistra pd vota ‘per responsabilità’. Fucksia (M5S) si astiene. Ma per gli effetti serviranno i decreti”. “Tutele crescenti per i nuovi assunti. Stop ai contratti di collaborazione. Nei decreti attuativi le condizioni per il reintegro. Il primo sarà in vigore tra un mese” (pp. 10-11). La Stampa dei Lingotti in fuga festeggia così: “Via libera al Senato, il Jobs Act è legge. Abolito l’articolo 18” (p. 2). Poi, ecco la pillola indorata: “Addio Co.co.co e più tutele ai giovani” (p. 3). Hurrà!

 

 

Umberto Croppi Umberto Croppi

7. TOGHE ROTTE

Forse si avvia faticosamente verso una soluzione la guerra ai vertici della procura di Milano. “Bruti e Robledo incompatibili a Milano’. Il Csm sta valutando la procedura nei confronti di entrambi i magistrati. In discussione anche l’ipotesi del trasferimento. La presidente della prima Commissione Balducci: ‘Non si può più aspettare, dobbiamo al più presto deliberare’. Spunta un sms del procuratore che a sorpresa elogia il vice: ‘Complimenti per come hai gestito la storia dei 40 milioni”. Il riferimento è ai soldi sequestrati per l’inchiesta sui derivati venduti al comune di Milano (Repubblica, p. 13). Sul Corriere è ancora guerra: “Robledo e l’esposto su Bruti: il capo della Corte d’appello mi incoraggiò a depositarlo” (p. 27).

GIULIANO POLETTI GIULIANO POLETTI

 

 

8. ULTIME DA VIALE MAZZINI

Anche se l’ipotesi è slittata di un anno, l’idea di far pagare il canone nella bolletta della luce resta sul tavolo del governo. Mediobanca la boccia senza appello. “Mediobanca boccia il canone in bolletta. L’ufficio studi: ‘la misura non aumenterebbe il gettito per la Rai’. Il settore tv in sofferenza per la poca pubblicità: ricavi giù del 3,5%” (p. 31). Da notare che il Corriere dedica allo studio solo 18 righe con il titolo “Il canone Rai è il più basso d’Europa” (p. 39). Mediobanca non è più nel cuore di via Solferino?

pippo civatipippo civati

 

Il Messaggero si occupa invece della riforma dell’informazione in Rai: “Piano news Rai, la Vigilanza si attiva. Faccia a faccia sull’accorpamento tra Gubitosi e Fico che dice: non sono contrario, voteremo il parere l’8 gennaio. La road map di Viale Mazzini: l’unificazione dei tg all’ordine del giorno del consiglio di amministrazione prima di Natale” (p. 13).

 

 

9. MA FACCE RIDE!

“Il creatore dell’albero di Expo: ‘Ispirato a Michelangelo’. Balich risponde all’accusa di plagio” (Corriere, p. 29). 

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…