STAI ATTENTO, FRECCERO - OPUS LEI NON HA PERDONATO LE PAROLE DI FUOCO DEL DIRETTORE DI RAI4 (PUBBLICATE A TRADIMENTO DA “LIBERO” E COSTATE 10 GIORNI DI SOSPENSIONE) E GLI FA SPEDIRE UNA LETTERINA D’AVVERTIMENTO PER UN ARTICOLO SUL “FATTO” IN CUI FRECCERO HA MITRAGLIATO SULLA DECADENZA DEL SERVIZIO PUBBLICO - AGGIUNGERE LA SUA ‘FASTIDIOSA’ CANDIDATURA ALLA PRESIDENZA RAI CON SANTORO DG, E SI CAPISCE PERCHÉ I VERTICI DI VIALE MAZZINI ASPETTANO UN PASSO FALSO PER GIOCARE LA CARTA DEL LICENZIAMENTO…

Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"

Non è proprio una corrispondenza di amorosi sensi quella fra l'azienda Rai e Carlo Freccero: viale Mazzini scrive, il direttore di Rai4 aspetta. Ultima consegna una settimana fa, ultimo rimprovero e, forse, ultimo avvertimento: "In caso di reiterazioni saranno assunte, anche sotto il profilo disciplinare, tutte le determinazioni del caso". Messaggio: attenzione, qui ci scappa il licenziamento. Cosa ha combinato, stavolta, Freccero? Ha parlato senza permesso. E non poteva.

Ancora più grave: ha parlato di Rai al Festival del giornalismo di Perugia e anticipato in sintesi sul Fatto Quotidiano il suo manifesto per un nuovo servizio pubblico (che, poi, richiama l'originale). Quali vocaboli pericolosi ha scomodato? "Da quando ha perso il suo ruolo pedagogico, la Tv servizio pubblico continua a interrogarsi sulla sua identità sino a dubitare della sua utilità. Alcuni ritengono che il pluralismo dell'informazione possa essere garantito dalle emittenti private. Ma la televisione non è soltanto un'impresa economica".

E via bruciando decine di cartelle, pagine fitte di speranza e ispirazioni che presto saranno un libro. In viale Mazzini pensano che il manifesto sia una delibera di Consiglio di amministrazione perché accusano Freccero di aver "preso una decisione": "Le ricordiamo le disposizioni vigenti... al fine di evitare che le esternazioni, anche rese in buona fede, possano risultare di nocumento all'Azienda ... prevedono che qualsiasi comunicazione verso l'esterno relativa a decisioni aziendali sia di competenza del Cda, del presidente, del direttore generale".

Freccero è un professionista che non si risparmia: si è candidato per i vertici Rai inviando il curriculum insieme con Michele Santoro, ma non è mai entrato in conclave (cioè Palazzo Chigi) né assurto a papa, e dunque non ha poteri. Prima di citare le righe finali di un'ammonizione spedita con una certa urgenza - intervento sul Fatto pubblicato il 28 aprile e fax solerte del 3 maggio - va ricordato che Freccero non è incensurato per viale Mazzini: niente allarmismi, soltanto che il direttore di Rai4 s'è beccato una sospensione di 10 giorni per l'intervista (un po', diciamo, rubata) di Libero.

Durante l'animato colloquio con il cronista di Libero - mentre il quotidiano chiedeva di non trasmettere in fascia protetta la serie televisiva per un sedere di troppo - Freccero si è sfogato contro il dg Lorenza Lei. Conseguenze: processo in Cda, scomunica collettiva e sanzione pesante. La prima sanzione può scivolare fra l'indifferenza e il nervosismo, la seconda o la terza ti accompagnano verso il licenziamento.

Ecco, le conclusioni inappellabili che riporta il responsabile Risorse umane di viale Mazzini, Luciano Flussi, ovviamente imbeccato da quelli che frequentano i piani alti - e scaduto il mandato - temono di scendere tanti gradini: "La invitiamo per il futuro, anche in considerazione del ruolo da lei rivestito, a un più rigoroso rispetto della normativa aziendale con l'avviso che, in caso di reiterazioni, saranno assunte, anche sotto il profilo disciplinare, tutte le determinazioni del caso".

Il lessico felpato non attutisce i cattivi pensieri di Freccero, che conosce le intenzioni di viale Mazzini: mi vogliono cacciare, dice. E attende una lettera per un'apparizione televisiva (scherzano i suoi amici, come può un uomo di tv andare in tv?). Quelli che la comandano, la televisione, scrivono e quanto scrivono.

 

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