1. IL PALAZZO DEI POTERI MARCI IN FIBRILLAZIONE: OGGI LA CASSAZIONE, IL GIUDICE DEI CAVILLI, DECIDE SE IL BANANA HA AVUTO A MILANO UN PROCESSO REGOLARE PER QUELLA CHE LO STESSO PROF. AVV. COPPO COPPI IERI HA DEFINITO “UNA MAXI EVASIONE FISCALE” 2. TRA GLI ERMELLINI TIRA ARIA DI SUPER-FURBATE. PRIMO SCENARIO: CONFERMA DELLA COLPEVOLEZZA DEL BANANA (I FATTI SONO ACCERTATI), MA DI UNA CONTESTUALE RIDUZIONE DELLA PENA, IN MODO DA FAR SALTARE LA TEMUTA INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI 3. IL SECONDO È CHE VENGA ACCOLTA LA RICHIESTA DI COPPI: DERUBRICARE IL REATO DA FRODE FISCALE A SEMPLICE DICHIARAZIONE INFEDELE, CON RINVIO DEL PROCESSO IN CORTE D’APPELLO E CONSEGUENTE IMMEDIATA DECLARATORIA DI AVVENUTA PRESCRIZIONE. APPREZZEREBBERO TUTTI, A COMINCIARE DA RE GIORGIO E LETTANIPOTE

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - UN PAESE COSTRUITO INTORNO A B.
Oggi tocca alla Cassazione, il giudice dei cavilli, decidere se il Banana ha avuto a Milano un processo regolare per quella che lo stesso Coppo Coppi ieri ha definito "una maxi evasione fiscale". La tensione nel Palazzo è ovviamente alle stelle. E tra gli ermellini tira aria di super-furbate. Il primo scenario è quello di una conferma della colpevolezza del Banana (i fatti sono accertati), ma di una contestuale riduzione della pena, in modo da far saltare la temuta interdizione dai pubblici uffici.

Il secondo è che venga accolta la richiesta di Coppi: derubricare il reato da frode fiscale a semplice dichiarazione infedele, con rinvio del processo in corte d'appello e conseguente immediata declaratoria di avvenuta prescrizione. Apprezzerebbero tutti, a cominciare da re Giorgio e Lettanipote.

Il Corriere riassume così l'intricata matassa: "L'ora della difesa: ‘Non c'è reato ma un illecito amministrativo'. Oggi il verdetto della Cassazione. Verdini: no a proteste di piazza. L'ipotesi di derubricare l'accusa per far scattare la prescrizione" (p. 2). Sul Cetriolo Quotidiano, l'ex magistrato Bruno Tinti ammette che quello sconto da 5 a 3 anni sull'interdizione chiesto dal pg della Cassazione "è a rigor di legge" (p. 2).

Caos totale nel Pdl: "No alla manifestazione e consegna del silenzio. Santanchè via Twitter ha invitato tutti i sostenitori a mobilitarsi oggi pomeriggio. A smentire l'iniziativa di piazza è il coordinatore Denis Verdini, che definisce "destituita di fondamento' la notizia" (Sole 24 Ore, p. 7).

Per Repubblica, "Il Cavaliere promette la svolta: ‘Se i giudici non mi condannano posso pensare al passo indietro'. Letta: quale che sia la decisione io vado avanti" (p. 3). Il Cetriolo spiffera un notizione: "Il Caimano sonda Renzi: ‘Che fai se mi condannano?' Emissari del Cavaliere prendono contatto con il sindaco di Firenze che, secondo l'annuncio dato martedì sera a ‘Porta a porta' da Alessandro Sallusti, avrebbe dato la sua solidarietà al leader imputato. Il rottamatore smentisce. Ma la lettiana Paola De Micheli lo attacca: ‘Non so in che rapporti siano quei due" (pp. 1-5)

2 - NON SI TROVANO LE TANGENTI AL MONTE DEI PACCHI
E alla fine tutti risero. Come volevasi dimostrare, la magistratura senese non ha trovato traccia di tangente alcuna nel disastro del Montepaschi. No intercettazioni e no mazzette, in questa storiaccia dove ci è perfino scappato il morto. Nada de nada. A Siena, i segreti restano chiusi in loggia. Scrive la Stampa: "Nessuna tangente. ‘I reati sono finanziari'. All'ex presidente Mussari viene contestato l'insider trading. La Procura: a processo anche Jp Morgan per finanziamento occulto" (p. 10). Indignata la titolazione del Giornale, di solito molto garantista: "Antonveneta, inchiesta beffa. Sono sparite le mazzette Mps. Chiuse le indagini dopo due anni. Per il pm di Siena non c'è traccia di tangenti né di vantaggi personali. Per Mussari spunta anche l'accusa di insider trading" (p. 6).

Sul Corriere, Fiorenza Sarzanini si concentra su fatti che non sono reato, ma che confermano quanto si è sempre detto sul controllo politico del Monte dei Pacchi: "Nomine e governance, colloqui coi vertici Ds e Pd sul controllo della banca. L'ex sindaco Ceccuzzi: ‘Dissi a Bersani che avrei rotto con il passato e mi assicurò il sostegno'. Quella riunione a Italianieuropei. Le "scelte oculate" di Fassino" (p. 13).

Intanto, sul fronte gestionale, il tandem Arrogance Profumo-Viola deve rispondere alle pesanti intrusioni di Bruxelles (la scusa è che la banca ha incassato aiuti di Stato): "Forte aumento di capitale e cinquemila esuberi. La risposta di Siena alle preoccupazioni dell'Europa. I sacrifici per il prestito governativo di quattro miliardi: c'è un mese di tempo" (Corriere, p. 13). Sul tema interviene anche Salvatore Bragantini, spiegando che siamo in un circolo vizioso perché la banca è stata aiutata dal governo perché imbottita di titoli di Stato, ma a sua volta i titoli di Stato pagano la debolezza delle banche italiane e quindi non se ne esce in alcun modo (p. 1).

3 - VIA CRUCIS SOLFERINA
Con l'acqua alla gola per la situazione finanziaria del gruppo, i signori padroni di via Solferino continuano a giocare a risiko. "Patto Rcs, la disdetta slitta a ottobre. Bazoli: ‘Serve un socio industriale'. Incarico a Marchetti per una consultazione tra i grandi azionisti. Il presidente di Intesa: ‘Il condominio non funziona, serve una proprietà coesa'. Nel primo semestre la perdita netta del gruppo editoriale è arrivata a 125,4 milioni" (Repubblica, p. 24). Fuori linea il Giornale: "Rcs, il patto marcia verso il rinnovo e apre a Mr. Tod's" (p. 21). Nel dubbio, oggi grandi marchette al Colosseo griffato Tod's.

4 - AGENZIA MASTIKAZZI
Notizione sul Corriere di oggi: "Maroni-Kyenge, la diplomazia segreta" (p. 5)

5 - SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
"Blitz in Francia, preso il kazako Ablyazov. Intervento delle forze speciali in una villa a Cannes su mandato dell'Ucraina" (Corriere, p. 6). A differenza che in Italia, la notizia si apprende praticamente in tempo reale (anche se la polizia ci mette 6 ore confermare l'arresto) e oggi il magistrato deciderà se espellere l'arcinemico di Nazarbayev. Continuano a restare sullo sfondo gli interessi petroliferi dietro all'accanimento di alcune "stimate democrazie" occidentali contro questo ex sodale del dittatore kazako. La Stampa scrive che "L'estradizione non è scontata" e ricorda che "la Francia protegge i dissidenti politici" (p. 3).

6 - SCIABOLETTA, TOMBAROLO A SUA INSAPUTA
Ora perfino la Stampa, dopo avergli srotolato i tappeti rossi per anni, si mette a pigliare per i fondelli l'ex vicerè del Ponente ligure, Scajola Claudio. L'uomo che si credeva l'erede di Paolo Emilio Taviani pesta una merda dietro l'altra e la magistratura gli presenta il conto tutto insieme. "Nel giallo dell'anfora di Scajola spuntano 11 tombaroli del mare. Imperia, sono indagati per furto. I pm: accertamenti sull'ex ministro. La difesa: ‘L'anfora sequestrata fu trovata nel mio giardino ben 10 anni fa, nel 2003: lo testimonia una lettera della Soprintendenza" (p. 19).

7 - LINGOTTI IN FUGA
Altra sconfitta per Marpionne l'Incompreso. "Fiat perde in Cassazione lo scontro su Melfi. ‘Tre operai da reintegrare'. Negli Usa vittoria parziale sul controllo di Chrysler. Marchionne vola a Detroit. Domani l'incontro della direzione del Lingotto con la Fiom" (Repubblica, p. 22). Che vedano un sindacato, a Torino, ormai è una notizia.

colinward@autistici.org

 

 

 

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