vasco rossi 5

PANE, FICA E VASCO – VIAGGIO A ZOCCA TRA FAN E LUOGHI DI VASCO ROSSI CHE PERSINO SUL PALCO HA MANTENUTO MOVIMENTI E POSTURE DA RAGAZZOTTO DI PAESE – IL PRIMO CONCERTO PER RIPAGARE I DEBITI DELL'IMPIANTO IN CUI SI INSEGNAVA A SCIARE AI BAMBINI – LE DONNE CONOSCIUTE NEI PRIMI ANNI DI CARRIERA, DA SUSANNA A SALLY ALLA PROTAGONISTA DI ALBACHIARA, E QUELLA CHE DICE DI ESSERE ENTRATA ANCHE LEI IN UN BRANO “MA NON LO DICO PERCHÉ NON L'HA MAI CANTATO, È UNA COSA NOSTRA” – NEL PELLEGRINAGGIO UNA TAPPA OBBLIGATA È...

Franco Giubilei per “Specchio - La Stampa”

VASCO ZOCCA

 

 

Il Bibap è un grande american bar con sala concerti e un soffitto a stelle e strisce ornato, di fianco al bancone, di una vecchia foto con Vasco. «Anni 70, quando la gente qui a Zocca lo guardava strano e noi tutti eravamo considerati dei fuori di testa», ricorda il proprietario Marco Manzini, uno dei pochissimi amici di allora rimasti qui.

 

Da sempre Vasco Rossi ha portato nelle sue canzoni il rapporto travagliato col suo paese, segnato dalle inquietudini di un ragazzo afflitto dalla noia della vita di provincia: le relazioni complicate con gli adulti, gli amori giovanili nati in queste strade, i bar in cui facciamo colazione con un toast del resto, da Siamo solo noi. Tutto questo rivive nei testi di Vasco così come nei ricordi degli amici più cari.

 

Di cinque anni più giovane di Vasco, Manzini nel 1975 ha condiviso con lui la fondazione di Punto Radio, fra le prime emittenti libere dell'epoca: «La prima sede era in una villetta a Monteombraro, una frazione. Poi ci spostammo in paese. Ci sentivano fino a Ferrara, tanto che la curia si prese la frequenza più vicina per oscurarci. Vasco metteva su soprattutto musica da discoteca in un programma che si chiamava Sound on sound, e poi i cantautori: Bennato, Venditti e molto Guccini».

 

VASCO ZOCCA 2

Se i compaesani lo guardavano con sospetto, invece «le donne stravedevano per lui: suonava, aveva sempre con sé la chitarra». Poi arrivò il successo e il signor Rossi lasciò il paese, i bar e la noia e se ne andò a Bologna dove divenne Vasco e basta. Il legame con Zocca però non si è mai sciolto e il cantante ha continuato a tornarci ogni estate, a fine tour. «Quando viene qui, il sabato sera andiamo fuori a cena con gli amici del paese», racconta Manzini.

 

In questo paesino di 4500 abitanti sull'appennino modenese, le tracce della devozione per Vasco coprono il cartello «Zocca» all'ingresso, oltre a cancelli e muri esterni della villa materna a Verucchia. Ma nel pellegrinaggio dei fan una tappa obbligata è anche la tomba del chitarrista Massimino Riva: era l'amico più piccolo che con la sua chitarra ritmica lo ha accompagnato fin dagli inizi.

 

Morì di eroina nel 1999 a 36 anni nella casa di Bologna dove si era trasferito. La sorella Claudia, nel libro Massimo Riva vive!(Baldini e Castoldi), racconta che da ragazzino Massimo faceva di tutto pur di entrare nella corte di Vasco.

VASCO ZOCCA 7

 

Foto dall'album dei ricordi In paese molte foto li ritraggono insieme, mentre suonano su qualche palco: nel bar Trieste come nella pizzeria di Carla Dallari, alla fine del corso. Carla apre l'album dei ricordi spargendo vecchie fotografie su un tavolo del locale: «Conosco Vasco fin da piccola, la prima volta mi si presentò come "Vasco de Gama" e aveva già carisma allora».

 

Come altre ragazze conosciute in quei primi anni di carriera, da Susanna a Sally alla protagonista di Albachiara, anche lei è entrata in una sua canzone, «ma non dico quale, perché non l'ha mai cantata, è una cosa nostra».

 

Un'amicizia vera, durata cinquant' anni e trasmessa pure alle nuove generazioni: «Massimo Riva usciva con le mie figlie e anche Vasco faceva lo stesso. Era bellissimo non doversi alzare di notte per andarle a prendere in discoteca perché ci pensava lui». Andavano a ballare alla Buca di Montese, un paese vicino, oppure nei locali della Riviera. «Vasco lo vedevo per casa, era uno di famiglia.Quando lo vidi suonare per la prima volta all'Olimpico non potevo crederci che fosse la stessa persona».

 

Foto in bianco e nero documentano il premio canoro che vinse da bambino proprio a Zocca, il primo della sua vita, così come l'unico concerto che Vasco tenne nel suo paese: era l'agosto del 1982, l'anno prima di Vita spericolata a Sanremo e del decollo definitivo. «Noi amici andavamo per il paese ad attaccare i manifesti abusivi del concerto, che avevamo organizzato per ripagare i debiti dell'impianto sciistico dove si insegnava a sciare ai bambini - racconta Carla -. Vasco, con quello spettacolo, ci diede una mano a trovare i soldi».

CONCERTO VASCO

 

L'abbraccio all'albero

Un'altra immagine ritrae il rocker montanaro in un atteggiamento inconsueto, mentre abbraccia un albero: «Lo fa anche adesso - dice Carla -, gli è sempre piaciuto». La ricerca di un contatto spirituale con un altro essere vivente, il Vasco che non ti aspetti sotto la scorza del musicista che fin dai primi tempi si presentava in tv non proprio lucidissimo, per voglia di provocare o per la ben nota timidezza. Ma è passeggiando per le vie di Zocca che si afferrano gli elementi che ne hanno fatto un poeta del rock' n'roll che non ha mai smesso di essere un montanaro irredento, una star che persino sul palco ha mantenuto movimenti e posture da ragazzotto di paese.

 

La Zocca che ha conosciuto lui, come altri paesi che si trovavano lungo la linea gotica durante la guerra, venne bombardata e ricostruita, dunque ha l'aspetto anonimo che i geometri conferirono a mezza Italia. Ma se si fa lo sforzo di immaginarla negli Anni 70, quando Vasco era un ragazzo, se ne può ritrovare l'atmosfera nella canzone Fegato spappolato: La festa ha sempre il solito sapore/ il gusto di campane non è neanche male.

 

vasco rossi ciao ma

Ora che mancano poche settimane al tour (partenza il 20 maggio a Trento) che precede anche il suo ritorno in paese per il riposo del guerriero, il labirinto di scritte multicolori che ricopre la strada della villa di Verucchia, dove nessun altro abita nel resto dell'anno, sta lì a ricordare che quando Vasco c'è la via si riempie di fan adoranti. Lui apprezza molto e ricambia, esce a firmare autografi, si fa abbracciare. L'amore dei tifosi divampò con qualche rischio per la salute anche all'inaugurazione di una bella mostra di foto alcuni anni fa, proprio al municipio di Zocca: si chiamava «Vasco Vintage», a cura di Alessandro Pizzarotti e Tommaso De Luca.

 

 

C'era lui e i fan accorsero a migliaia, inseguendolo per le sale della mostra. Per salvarsi dovette chiudersi in uno sgabuzzino sotto l'ala protettrice del guardaspalle, che allora era il fido Roccia, ma era chiaro che la situazione gli piaceva: come molti timidi, ha un modo di comunicare col prossimo tutto suo. «Timido lo è di sicuro», conferma Carla Dallari richiudendo l'album delle foto.

 

Fuori il sole splende e un vento fresco accarezza i luoghi della sua adolescenza inquieta. È un'altra Zocca, ma anche se il mondo è cambiato una certezza rimane inossidabile: i fan sono invecchiati insieme a lui condividendone idealmente le peripezie, e qui torneranno puntuali anche il prossimo luglio, a imbrattare del loro amore la recinzione della casa di Verucchia.

zocca casa vascozocca casa vascoVASCO ZOCCA 7zocca casa vasco

Ultimi Dagoreport

romana liuzzo

UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO