cristiana capotondi chiara francini elisa sednaoui al festival di roma

CINE-PESTIVAL DE’ NOANTRI - TRA MULLER IN USCITA, ZERO SOLDI, INDIFFERENZA DEI MEDIA E FILM SENZA MOTIVO (DI STARE IN UN FESTIVAL), LA TENTAZIONE DI CHIUDERE BARACCA E BURATTINI

Malcom Pagani per il “Fatto quotidiano

 

Marco Muller Marco Muller

Per l’autorappresentazione di un tramonto, niente di meglio che un arcobaleno di parole. In bella vista, sul bidone metallico e multicolorato posto all’ingresso di Viale De Coubertin, la fotografia definitiva di un luogo che avrebbe voluto competere con il Potsdamer di Berlino e duellare a pari armi con il South Bank di Londra, è uno slogan mesto.

 

“L’Auditorium fa la differenza”, dice l’adesivo e guardandosi intorno, mentre i passanti si liberano di lattine, plastiche e cartoni, vien da chiedersi se non si tratti di mera autoironia.

il cast di soap opera al festival di romail cast di soap opera al festival di roma

 

All’epoca in cui venne immaginato, il Festival, volano politico elettorale di Walter Veltroni, era un’altra cosa. Per disegnare l’Auditorium si chiamò all’opera l’autorità di Renzo Piano. Si spesero centinaia di milioni di soldi pubblici per un progetto che riqualificasse la zona dell’ex Villaggio Olimpico e che sulla carta, in una città normale, avrebbe previsto naturali sinergie culturali con l’altro salasso collettivo denominato Maxxi.

genovesi col cast di soap operagenovesi col cast di soap opera

 

 

Aspettative e intenzioni rimaste lettera morta anche quest’anno perché, dicono, a Giovanna Melandri, Müller proprio non piace e certe asimmetrie caratteriali, a Roma, sono da sempre più importanti del risultato generale. Il Festival, eterno ibrido tra festa popolare, parata di regime e variegato carrozzone de noantri al retrogusto di porchetta, non ha mai avuto una sua identità.

 

 

Aspettando in passerella il ritorno del vero Monnezza, il grande Tomas Milian che l’intuizione di Dardano Sacchetti elevò a mito popolare, mentre gli operai eliminano la tanta rumenta che a poche ore dal via riempie ancora le strade, è tardi per trovarla. Chi lavora allo smaltimento di sbarre arrugginite, nastro adesivo e fil di ferro, tra una transenna da spostare e una bestemmia in aria non se ne preoccupa.

 

Renata Polverini Renata Polverini

elisa sednaouielisa sednaoui

I lavori sono in corso anche se oggi, giura assecondando il fatalismo cittadino un disincantato addetto di guardia al red carpet: “Sarà tutto a posto, noi ospitiamo il cinema e il bello del cinema è anche la sua improvvisazione”. Sarà, ma intanto, mentre la nona edizione attende la sua serata inaugurale con Soap Opera di Genovesi e gli stand in preparazione sembrano un teatro di posa abbandonato, a far rumore è la sorda lotta di potere all’ombra del terzo e ultimo mandato di Marco Müller.

 

L’ex direttore di una lunga stagione veneziana con ogni probabilità emigrerà altrove e al suo posto il locale Pd, leggi Zingaretti e Bettini (la supervisione è di Veltroni e del ministro della Cultura Franceschini) prepara ipotesi di successione. I nomi sul tavolo sono tanti. Si viaggia dall’opzione Carlo Freccero (l’idea è quella di accorpamento tra il Festival e il suo Fiction Fest, ma anche se “Freccia” giura che non esista nulla di più vero della fiction , l’ipotesi è improbabile) a Giorgio Gosetti e Gianni Amelio nel ruolo di alternative plausibili.

 

NOVELLA 2000 - GIOVANNA MELANDRINOVELLA 2000 - GIOVANNA MELANDRI

Al di là del valore delle singole scelte, non è una buona notizia. Un po’ perché pur alla guida di una macchina lenta e legata a doppio filo alle precedenti peggiori logiche partitiche dello spettacolo italiano, in condizioni drammatiche e con l’ingombrante compagnia di Renata Polverini, il direttore uscente si è sbattuto per arrivare al traguardo nel triplo ruolo di cercatore di fondi, garante della qualità complessiva del programma e mediatore con le produzioni internazionali che a Roma (preceduta da Venezia e Toronto) non avevano intenzione di mandare nessuno dei loro film di punta.

 

MILLENNIUM DAVID FINCHER E ROONEY MARA MILLENNIUM DAVID FINCHER E ROONEY MARA

Un po’ perché Müller è un selezionatore di talento e ha nel suo portafoglio crediti e contatti internazionali che in pochi possono vantare. È stato così anche stavolta. Ma una volta salutati Richard Gere e David Fincher e ospitato il 22 ottobre (a prezzo di notevoli battaglie dialettiche con la Walt Disney) “I guardiani della galassia”, il nuovo, straordinario Guerre Stellari, oltre 600 milioni di dollari di incassi in America, tra le parti in commedia non ci saranno sorrisi, accordi di pace, né tipici finali consolatori da fumetto.

 

 

diego abatantuonodiego abatantuono

Si cambierà pagina e ci si dirà addio. Visti i conti (non c’è un euro da anni, ci sono troppi assunti ereditati dalle precedenti gestioni e non si è capito esattamente a chi tra Provincia, Regione e Comune tocchi saldare i debiti) la tentazione degli enti sarebbe stata quella di chiudere baracca o continuare progressivamente a ridimensionare, ma la coincidenza con il decimo anno della manifestazione e le tante brame di collocazione del personale artistico con la giusta tessera in tasca, remano in un’altra direzione.

 

Allora, archiviata l’edizione numero 9, toccherà salutare trionfalisticamente anche la dieci. Quella delle rivoluzioni apparenti che nulla spostano e in nulla, soprattutto, sono destinate a incidere.

i guardiani della galassia poster  i guardiani della galassia poster

fabio de luigifabio de luigicristiana capotondi cristiana capotondi alessandro genovesialessandro genovesiale e franzale e franzricky memphisricky memphiselisa sednaoui elisa sednaoui cristiana capotondi chiara francini elisa sednaoui al festival di romacristiana capotondi chiara francini elisa sednaoui al festival di romachiara francinichiara francinicristiana capotondicristiana capotondi

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO