baglioni hunziker

PASSATO FIORELLO, FINITA LA FESTA! ANCHE SE IL FESTIVAL FA IL 46,57% DI SHARE NELLA PRIMA PARTE E IL 52,80 NELLA SECONDA. MEGLIO DELL'ANNO SCORSO (46,04% E 50,61%) - IL DUO HUNZIKER-FAVINO SI IMPEGNA MA I TESTI SONO PENOSI E BAGLIONI HA SEMPRE QUELL'ESPRESSIONE SCHIFATA DI CHI PRESENTA LE CANZONETTE MA PREFERIREBBE PARLARE DI KANT - E COSA PIÙ GRAVE, È STATO CONVOCATO “IL VOLO” PER STRAZIARE PUCCINI...

1 - ASCOLTI RECORD E PRIME POLEMICHE CON BAUDO FESTIVAL COLOR NOSTALGIA

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

sting e shaggy

Con tutti quei fiori, a Sanremo lo sanno bene: non c' è rosa senza spina. E così ieri il bollettino della vittoria per gli ascolti trionfali della prima serata made in Fiorello è stato subito derubricato a dettaglio da un ghiotto caso di plagio, nella miglior tradizione festivaliera.

 

Gli indagati sono la coppia più amata dalle ragazzine, Ermal Meta e Fabrizio Moro: il ritornello della loro canzone sul terrorismo, Non mi avete fatto niente , è uguale, parole e musica, a quello di Silenzio , che partecipò alle selezioni per i giovani nel 2016. Per la verità, è lo stesso anche l' autore, Andrea Febo. Si tratterebbe quindi di autoplagio o, tecnicamente, di una «parodia»: però il brano non sarebbe inedito come il Regolamento prevede.

 

hunziker e baglioni

Eccitata dall' odore del sangue, la Sala stampa ha subito iniziato il processo, con i giornalisti divisi fra giustizialisti e garantisti, sottili glosse sull' articolo tale e il comma talaltro del Regolamento, richiami alla Costituzione, allo Stato di diritto, al pagamento del canone, ai sacri canoni, all' habeas corpus e all' habemus uno scandalo, finalmente.

Sempre secondo le migliori tradizioni, la Rai ha provato a troncare e sopire.

 

Il direttore di Rai 1, Angelo Teodoli, l' ha definita una questione «da azzeccagarbugli», scatenando tutti gli indignati speciali. Quello artistico, Claudio Baglioni, ha fatto della filosofia sul mondo della canzonetta che ormai è come quello del giornalismo: non c' è nulla di più edito dell' inedito, e viceversa. In fin dei conti, come diceva Stravinskij, anche Vivaldi ha scritto per seicento volte lo stesso concerto.

ermal meta e fabrizio moro

 

Insomma, in tarda mattinata Meta & Moro sembravano quasi salvi; nel tardo pomeriggio, dopo lunghe consultazioni con avvocati e altri azzeccagarbugli, quasi condannati. La loro esibizione di ieri è stata rinviata a oggi «in attesa di approfondimenti», secondo la minacciosa formula scelta dalla Rai e, poiché le disgrazie non vengono mai da sole, i due sono stati sostituiti in scaletta da Renzo Rubino.

 

Ultimo capitolo della saga (per ora, almeno), la lettera su Facebook dove Meta definisce «assolutamente ridicolo», e tutto in maiuscole, l' intero affaire. La realtà, spiegano i beninformati, è che il duo sconta il suo stesso successo. Meta & Moro, ormai diventati per tutti un' entità unica quasi mitologica, il Metamoro, erano ben piazzati in classifica, potenziali vincitori, forse perfino favoriti: ma mamma Rai non può certo rischiare che a sbancare Sanremo sia una canzone in odore di plagio.

claudio baglioni e roberto vecchioni

 

Peccato, però. Baglioni & Co. non hanno nemmeno potuto festeggiare gli ascolti record della prima serata del «loro» Sanremo, che poi è stato soprattutto il Sanremo di san Fiorello. Superato perfino il Conti III dell' anno scorso, che al debutto si fermò al 50,01 di share, mentre il Baglioni I ha fatto il 52,1. Ieri però è stato subito chiaro che il Festival defiorellizzato è un' altra cosa, e assai meno brillante. Funziona la Grosse Koalition fra Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, ma i testi sono penosi, Claudio Magno ha sempre quell' espressione leggermente schifata di chi presenta canzonette ma preferirebbe parlare di Kant e, cosa più grave, è stato convocato Il Volo per straziare il povero Puccini (Nessun dorma? Qualcuno taccia, semmai).

 

claudio baglioni e pippo baudo

Po i il solito fritto misto d' arte varia: i primi quattro gggiovani in gara, dieci «campioni» o sedicenti tali, Sting con Shaggy, Biagio Antonacci, Franca Leosini, il Mago Forrest, Roberto Vecchioni e perfino Pippo Baudo, a 50 anni dal suo primo festival, nel '68 (del Novecento, s' intende). SuperPippo è incanutito ma sempre alluvionale. Del resto, per lui l' Ariston è il tinello di casa.

 

2 - I GUAI COMINCIANO QUANDO MANCA FIORELLO

Maurizio Caverzan per “la Verità”

 

maurizio caverzanMassì, bisogna ammetterlo, questo Sanremo arriva nel momento giusto. E, in fondo, con la misura giusta. È un Festival che deve fare a meno di tanti attributi consolidati. I cachet milionari causa budget e commissione di vigilanza. La satira causa elezioni e par condicio. I superospiti internazionali (Sting vive in Toscana). E sera dopo sera si scopre che non erano poi così indispensabili.

claudio baglioni e franca leosini

 

È il Festival della compatibilità, il Festival del possibile, di quello che si può fare nelle condizioni e con le risorse attuali, dopo Carlo Conti e Maria De Filippi, dopo Paolo Bonolis e Fabio Fazio, dopo Antonella Clerici e Gianni Morandi e dopo il no di default di Fiorello. Gli ultimi due, erano sul palco nella serata d' esordio, ospiti, mattatori, scaldapubblico, compagni di cordata, mettetela come volete (Rai 1, ore 20.45, share del 51.4% nella prima parte e del 55.4% nella seconda).

 

La tempistica lo aiuta, perché il Festival arriva ora che gli italiani sono già stanchi della campagna elettorale, promesse lunari e insulti molto terreni, mentre fuori i rifiuti invadono le strade, i treni deragliano, nelle scuole si sfregiano gli insegnanti, per le strade si aggirano personaggi che indossando il tricolore sparano sulle persone con la pelle nera. E non a caso, pronti via, la prima inquadratura se la prende l' intruso, chissà come arrivato sul palco dei fiori.

il ballo di michelle hunziker a sanremo

 

Paradossalmente, a tirare la volata a Sanremo, è stato Antonio Ricci con i suoi attacchi. «Non lo sopportavo, perché piaceva ai fascisti»; «dovrebbe chiedere scusa agli italiani per un verso come "accoccolati ad ascoltare il mare"». Ecco: gli italiani; quali italiani? Non c' era modo migliore per alzare la temperatura sulla sessantottesima edizione del Festival, basta farsi un giro sui social per vedere la risposta dei baglioniani. E se poi c' è da dedicare una canzone a Laura Pausini s' intona proprio E tu.

 

All' Ariston ci sta tutto. L' Italia abrasiva e critica di Ricci, l' Italia svizzera, garrula e da mulino bianco di Michelle Hunziker (figlioccia di Ricci), l' Italia impostata e professionale di Pierfrancesco Favino, quella compassata di Baglioni, quella cult di Peppe Vessicchio, l' Italia internazionale di Ermal Meta e Fabrizio Moro, l' Italia sempreverde del boom con la faccia di Morandi, l' Italia nazionalpopolare di Pausini, persino quella del generone romano dei film di Gabriele Muccino che, quando vedi arrivare tutto il cast come fosse la nazionale degli attori, ti viene da metter mano al telecomando. Soprattutto, ci sta l' Italia italiana, quella che tutti amiamo, della voce di Mina nei promo dello sponsor, e di Fiorello. Ah, se l' Ariston fosse suo È quando non c' è che iniziano i problemi.

claudio baglioni pippo baudo a sanremo 2018michelle hunziker e favinomichelle hunziker e favino 3michelle hunziker e pippo baudomichelle hunziker e favino il volo a sanremo

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…