patty pravo

CON LA PATTY APERTA – "SE MI PIACE QUALCUNO ME LO FACCIO, SOLO CHE ADESSO BISOGNA ANDARE FUORI DALL’ITALIA. QUI CI SONO SOLO UOMINI SPORCHI E BRUTTI - E’ DURA STARE CON UNA COME ME. SE IL SESSO NON FUNZIONA, ADDIO - AL MOMENTO SONO SINGLE. SPERO DI FARE QUALCHE INCONTRO NEL PROSSIMO TOUR. ALTRIMENTI SCOPERO’ COL PUBBLICO" - VIDEO

 

patty pravo stryx raidue

Valentina Colosimo per www.vanityfair.it

 

La nonna si chiamava Maria. Non c’è più da tanti anni ma il suo spirito aleggia in questa casa. «Mi fa cose pazzesche. Un giorno mi ha aperto il guardaroba e ha buttato tutti i vestiti per terra. Oppure se gli sta simpatico qualcuno gli prende il cappello – non posso fare nomi, eh – e glielo fa ritrovare a Verona. Poi mi sposta gli oggetti di continuo». Si diverte? «È il suo modo per farmi sentire che è ancora vicina a me. E poi dicono che quando muoiono, le persone scompaiono…».

 

Il passato e il presente.

Patty Pravo snocciola ricordi nel soggiorno di casa sua. È piccola nel grande divano chiaro, ha i leggings neri, la T-shirt bianca, i capelli sciolti biondo platino, si accende una sigaretta ogni tanto. All’ingresso c’è un juke-box, poi tappeti, un pianoforte, libri, su un tavolino c’è un drago di legno, la sua ultima passione: «Stamattina pensavo che vorrei tanto un draghetto che mi faccia compagnia». Il sopracciglio si alza. Patty rassicura: «Ovviamente non esistono draghi domestici, ma io sono anche un po’ bambina, mi racconto storie incredibili e godo molto nel farlo».

 

patty pravo stryx raidue

La sua, di storia, l’ha finalmente raccontata nell’autobiografia che esce per Einaudi Stile libero, La cambio io la vita che… «Anche se avrei preferito farlo più avanti il libro, devono ancora succedere cose importanti», racconta Patty. «Ma vabbe’, c’era un contratto firmato, io l’ho fatto ed eccoci qua». Eccoci qua, davanti all’ultima diva italiana, cento milioni di dischi venduti nel mondo, dagli esordi al Piper di Roma a oggi, una vita pienissima che aspetta solo un bravo sceneggiatore per diventare un film.

 

Cominciamo da sua madre.

PATTY PRAVO

«Mamma l’ho conosciuta tardi. Aveva avuto un parto spaventoso e una depressione terribile che è durata un anno. Non poteva tirarmi su, quindi vivevo dai nonni paterni. Nonno le aveva preso una bella villa fuori città, lei poi si è risposata e ha avuto altri due bambini».

Chissà che rabbia.

«Per niente. Stavamo in due mondi separati».

Oggi vi frequentate?

«Sì e mi fa morire. Ha 91 anni, va in giro con ragazzi di 30-40 e li fa ubriacare con gli spritz. Va in moto con mio fratello e si incazza perché deve stare dietro. E poi le piace andare al poligono a sparare: becca il centro senza occhiali».

 

Sua nonna le ha fatto da mamma.

«Era più di una madre. A 8 anni mi spiegò che si abortiva con i ferri da maglia. Mi trattava come una ragazza».

Che cosa le ha insegnato?

«La libertà. Ma più che insegnarmela, ha assecondato la mia natura».

E suo padre?

«Mi divertivo un sacco con lui. Da bambina mi portava alle partite di calcio. Credo di essere stata la prima donna a entrare in uno stadio. Poi però non mi ci portò più perché facevo troppo casino».

PATTY PRAVO COVER

 

Che cosa faceva?

«Avevo questo campanaccio, quello delle mucche. La gente intorno si arrabbiava».

Parliamo dei suoi amori. Il più grande?

«Questi sono cavoli miei. Posso dirle che sono stata fortunata, ho avuto bellissime storie. Con Gordon (Faggetter, musicista inglese, suo primo marito,ndr), avevo 16 anni. Poi Franco Baldieri, che purtroppo è morto. Un incontro spirituale».

Baldieri era gay e lei ha detto che l’aveva capito da subito.

«E questo che vuol dire? Ci siamo voluti davvero bene».

Con Riccardo Fogli fu grande passione.

«Ci siamo divertiti come pazzi».

 

Ebbe poi una relazione a tre con due musicisti, Paul Martinez e Paul Jeffery.

sanremo patty pravo

«Erano già amici quando li ho conosciuti. Stavamo bene, loro non volevano mai uscire di casa, dovevo spingerli io a fare le loro vite!».

Qualche incidente?

«Un giorno sto dormendo, rispondo al telefono e penso sia Martinez. Gli dico: “Domani vado a Bali, vieni con me”. Il giorno dopo mi sveglia la donna di servizio: “C’è un signore tutto vestito di bianco che la aspetta”. Avevo sbagliato Paul! Era Jeffery, non Martinez».

Come sono finite queste storie d’amore?

«Per esaurimento. Si cambia e le strade si dividono».

 

Figli non ne ha mai voluti.

patty pravo

«Non avrei mai potuto. I bambini vanno tirati su bene, non si possono portare in tour con la tata. I figli dei grandi artisti hanno fatto tutti una brutta fine. E poi non si sa mai: che mamma sarei stata?».

Non ha mai desiderato la stabilità affettiva?

«È dura stare con una come me».

 

Il sesso quanto conta?

«Se il sesso non funziona, addio. Vedi una persona e sei attratta: è immediato per me».

Ha mai frustrato il desiderio?

«Ah no, se mi piace uno me lo faccio. Solo che adesso bisogna andare fuori dall’Italia. Qua vedo solo uomini sporchi e brutti».

Oggi è single?

«Sì, al momento purtroppo niente sesso. Ma spero di fare nuovi incontri con il prossimo tour».

 

Preferenze?

PATTY PRAVO

«Con gli italiani non mi prendo, non li capisco. Mi piacciono gli stranieri giovani, sui 35 anni. Ho bisogno di curiosità, velocità mentale. Biondi, al massimo castani e senza barba né peli, non muscolosi».

In tour fa sempre conquiste?

«Quasi sempre. Ma se non trovo nessuno, pazienza: scoperò con il pubblico».

Prego?

«La sensazione è simile: sul palco piangi, godi. È amore totale».

Frequenta tanti giovani?

«Sì, mi piace. I giovanissimi invece sono un casino, non sanno fare sesso, e a 16 anni vanno addirittura in discoteca».

Scusi ma detto dalla ragazza del Piper…

«Io il mio primo Cuba libre l’ho bevuto a 19 anni. Questi oggi si devastano: una rovina».

 

 

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Lei al massimo qualche canna con Jimi Hendrix…

«Con Jimi Hendrix nella Cinquecento ci fermarono una volta, fu una scena molto divertente. Comunque sì, una canna buona non fa mai male. Come dice il mio amico Keith Richards, bisogna usare solo roba buona. Non queste pillole di oggi che si comprano su Internet: sono da vietare».

Lei usava amfetamine e acidi.

«Sì, per una decina d’anni. L’ho fatto bene, potevo lavorare, poi mi sono stufata e ho smesso».

Le droghe favoriscono la creatività?

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«Dipende da cosa prendi e come. Piccole dosi di qualità aiutano. Se ti stravolgi no. Io ho fatto di tutto, ma mai la cocaina: l’ho sempre vista come la droga dei borghesi. Mi fa senso. Non mi piacciono né gli ubriaconi né i cocainomani: tutti gli altri mi stanno bene».

 

I desideri cambiano con gli anni?

«Cambiano sì. A volte l’orizzonte si stringe, a volte si allarga. So solo che vado sul palco e faccio felice la gente».

Quando ha scoperto il suo carisma?

«Amore, ci si nasce! Dicono che quando una donna ha un parto difficile è perché sta dando alla luce una persona particolare, come nel caso di mamma con me. Vuol dire che rompiamo le palle da subito».

 

La sua irruzione nell’Italia bigotta degli anni ’60 ha dato fastidio in effetti.

«Nelle radio libere mi invitavano e volevano parlare solo di politica, che io odio. I politici sono ladri, incolti, gentaglia».

Per chi vota?

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«Mai votato. Prima mi consideravo anarchica, oggi apolide. Quando vivevo vicino al Pantheon passavo tutti i giorni davanti al Parlamento. Alle guardie chiedevo: “È tutto pieno oggi?”. Se rispondevano di sì, dicevo: “Perfetto, allora passo dopo a tirare la bomba”. Se dovessero davvero mettere una bomba mi verrebbero a cercare…».

 

Che cosa pensa di Renzi e Berlusconi?

«Ma per me possono andarsene tutti… ».

Ha conosciuto Berlusconi?

«All’inizio degli anni ’90 partecipai a Una rotonda sul mare, il programma Tv. Berlusconi mi mandava a prendere tutte le settimane con un aereo privato. Poi una decina di anni fa ho fatto un concerto a casa sua in Sardegna. Una bellissima serata. Tra l’altro fa dei gelati buonissimi. Con me c’era la mia band, tutta gente di sinistra, che alla fine non era più di sinistra. Stavano tutti lì con quei gelati e lo adoravano».

Anche lei?

«Io canto per tutti. Mi sono esibita per l’Armata Rossa, per lo Scià di Persia, sono stata la prima italiana a cantare in Cina. Adesso sto facendo musica con i Tuareg, una cultura affascinante. Tra i Tuareg comandano le donne, lo sapeva?».

 

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Parliamo delle donne.

«Io non mi sono mai sentita vessata, nessuno mi ha mai dato fastidio, forse perché non l’ho mai permesso o forse perché non attiravo. Ma una cosa c’è».

Quale?

«I contratti. Gli uomini guadagnano di più delle donne, anche nel mio campo».

Nel suo campo, che cosa pensa delle cantanti di oggi?

«Non hanno cultura musicale e sono rovinate dalla tecnica, con ste vocine ahhh ahhh… Ma così non dai nulla, tutto il corpo deve partecipare, e poi ci deve essere l’anima».

Artiste che le piacciono?

«La signora Vanoni. Paola Turci. Elisa. Emma. Loredana Bertè. Alessandra Amoroso, anche se non mi piace il suo repertorio, canta benissimo in inglese».

Cantando in inglese, nei primi anni ’70, disse di no a una carriera negli Stati Uniti.

«Il grande capo dell’Rca voleva farmi diventare una star in America, ma rifiutai».

 

Qualche rimpianto?

«Mai! Non avrei potuto continuare a fare quei pezzi, con la minigonna… per carità».

RICCARDO FOGLI E PATTY PRAVO

L’anno prossimo compie 70 anni.

«Ah, io non so la mia età. Mi hanno fatto una festa a sorpresa a 50 anni, si erano nascosti tutti qua, a casa mia, mi hanno sconvolta. Non so neanche quand’è il mio compleanno».

Il 9 aprile. È un Ariete, a lei interessa l’astrologia.

«Ai tempi di Linda Wolf (sua ex manager e astrologa, ndr). Poi ci siamo separate».

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C’è stato un problema di soldi.

«Non voglio parlarne».

I giornali scrissero che era stata plagiata.

«Ne dicevano di tutti i colori su di me. Ma me ne sono sempre fregata».

Come ha fatto?

«O ti ammali o te ne freghi. Per me la gente sente la verità. Puoi fregarla per una settimana, un mese, ma non per cinquant’anni».

 

 

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