renzi berlinguer campo

1. PER SALVARSI CULO E STIPENDIO, CAMPO DALL’ORTO E VERDELLI TAGLIANO LA BERLINGUER 2. DIETRO IL BLITZ DEI TG, IN AGENDA IL 3 AGOSTO, LA NECESSITÀ DI RECAPITARE A PALAZZO CHIGI LA MENO GRADITA DELLE TESTE: QUELLA DELLA ANTI RENZIANA BIANCA BERLINGUER 3. BELLO E PRONTO ANCHE IL PRETESTO: BIANCA, VERRÀ DETTO, ERA DIRETTORE DA SETTE ANNI ED IL RICAMBIO SI IMPONEVA. PECCATO CHE ANTONIO DI BELLA NE ABBIA GIÀ FATTI OTTO!

1. FRECCERO: “È UN VERO E PROPRIO COLPO DI MANO’’

CAMPO DALL ORTO MAGGIONICAMPO DALL ORTO MAGGIONIfreccerofreccero

da Il Fattoquotidiano.it: “Con questi direttori Renzi ha la certezza di controllare definitivamente i tre telegiornali, che saranno schierati tutti sul "sì" nel referendum costituzionale. Questi nomi rispondono a una duplice strategia: oltre al referendum, l' obiettivo è spegnere l' incendio divampato con l' operazione trasparenza sugli stipendi dei dirigenti Rai. È un autentico regalo al presidente del Consiglio, che è rimasto molto turbato dalla questione stipendi e da come è deflagrata sulla stampa”.
 

direttori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodolidirettori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodolibianca berlinguer (3)bianca berlinguer (3)

“Verdelli non ha mai presentato un piano editoriale! Il piano editoriale si fa per iscritto, poi il documento deve essere consegnato formalmente. Invece di scritto non c' è ancora nulla. Verdelli ha presentato un piano guida, non un piano editoriale. E aveva garantito che le nomine avrebbero rispettato qualità definite esplicitamente nel piano. È tutto falso, è un vero e proprio colpo di mano”.
 

 

2. PER SALVARSI I VERTICI RAI TAGLIANO LA BERLINGUER

Marco Gorra per “Libero Quotidiano”

 

CAMPO DALL'ORTOCAMPO DALL'ORTO

Normalizzazione in vista per i telegiornali della Rai. Nonostante sembrasse assodato che alle nomine dei nuovi responsabili delle testate del servizio pubblico si sarebbe messo mano con la dovuta calma dopo l' estate, prende corpo l' ombra del blitz agostano.
Questo il quadro. L' ora X è fissata per mercoledì 3 agosto, ultimo cda prima delle ferie. Ordine del giorno in teoria esaurito con l' ordinaria amministrazione ma in pratica - stando alle immancabili voci di corridoio - pronto per essere arricchito dalla portata principale degli avvicendamenti nei tg. Gli organigrammi sarebbero già definiti: al Tg1 conferma per Mario Orfeo, al Tg2 fuori Marcello Masi e dentro Ida Colucci, al Tg3 fuori Bianca Berlinguer e dentro Antonio Di Bella.

VERDELLIVERDELLIRENZI E CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDARENZI E CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDA


L' ipotesi dell' intervento anticipato sui tg ha scatenato il putiferio che è facile prevedere. Al di là delle obbligatorie barricate da parte dell' opposizione (insorgono Forza Italia e Movimento Cinquetelle), appare rilevante la spaccatura che si delinea in seno al cda stesso. Portabandiera del dissenso è il consigliere Carlo Freccero che - oltre ad avere informato a stretto giro delle indiscrezioni il presidente grillino della Vigilanza Roberto Fico - si schiera apertamente contro l' ipotesi del cambio in corsa, definendola «una decisione ingiusta, scorretta, clamorosa». «Se Berlusconi avesse fatto una cosa del genere, saremmo scesi in piazza», rincara la dose l' ex direttore di Rai2 e Rai4, «ma evidentemente Berlusconi era un dilettante allo sbaraglio».


Ecco, il punto è esattamente questo. Perché questo ventilato turbo-avvicendamento suona troppo come una mossa integralmente politica anche per un' azienda come la Rai dove il puro criterio editoriale viene tradizionalmente temperato da considerazioni di altra natura. In altre parole: la sensazione di trovarsi di fronte ad una partita di giro tra azienda e azionista di riferimento è forte, molto forte.

BIANCA BERLINGUERBIANCA BERLINGUER


Gli addetti ai lavori la spiegano come segue. Il direttore generale Antonio Campo Dall' Orto è all' angolo: non bastasse l' auspicato cambio di verso da imprimere alla Rai che stenta ancora a manifestarsi, le recenti polemiche sui compensi dorati di molti telegiornalisti che non fanno nulla hanno gettato luce pessima sulla nuova stagione del servizio pubblico. Logico che da parte governativa si vada perdendo la pazienza e si invochino drizzoni immediati.


Da cui la necessità di accelerare lo spoil system e di recapitare a Palazzo Chigi la meno gradita delle teste: quella della Berlinguer. Che il Tg3 rappresenti una spina nel fianco per il Pd è d' altronde noto, così come lo è che a Palazzo Chigi farebbero i salti di gioia se si riuscisse a sostituire l' attuale direttore con un successore meno geloso della propria indipendenza.

 

Antonio Di Bella Antonio Di Bella

E si arriva all' effetto domino. Prima tessera: via la Berlinguer per rimettere in sella Di Bella (bello e pronto anche il pretesto: Bianca, verrà detto, era direttore da sette anni ed il ricambio si imponeva. Peccato che il successore designato ne abbia già fatti otto).

 

Seconda tessera: via Masi e Colucci promossa, per dare l' idea di un turnover tutto sommato organico e per allontanare il sospetto di stare compiendo un' operazione chirurgica sulla sola terza rete. Terza tessera: conferma per Orfeo, perché il Tg1 resta pur sempre il Tg1 e non è il caso di agire sull' ammiraglia dell' informazione con determinati criteri da elefante a spasso per cristallerie.

RENZI CON ANTONIO CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDARENZI CON ANTONIO CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDA


Se il quadro sopra delineato sia destinato a restare un' indiscrezione o a diventare realtà lo diranno i prossimi giorni. Di sicuro c'è che chi potrebbe fare chiarezza immediata in merito ha scelto di trincerarsi dietro il più assoluto dei riserbi. Nonostante le richieste di chiarimenti, infatti, il dg Campo dell' Orto non ha proferito parola in merito, preferendo concentrarsi sul nuovo piano dell' informazione affidato al direttore editoriale Carlo Verdelli e la cui presentazione, assicura, è imminente. Sempre che non arrivino prima le nomine.

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?