letta meloni

QUALCUNO SI E' CHIESTO SE IL SOTTI-LETTA PIACE AGLI ELETTORI? - ENRICO LETTA PERDE LA SFIDA CON GIORGIA MELONI IN LIBRERIA - MENTRE IL VOLUME DELLA "DUCETTA" È IL PIÙ VENDUTO, IL SEGRETARIO DEM SI PIAZZA SOLO DICIOTTESIMO (TRA QUELLI A TEMA POLITICO) E VIENE SUPERATO PURE DA DI BATTISTA – ANCHE SENZA IL LIBRO ERA GIÀ CHIARA LA RICETTA LETTIANA: TASSE, IUS SOLI E UNA SPRUZZATINA DI QUOTE ROSA (PROPOSTE NON PRIORITARIE PER GLI ITALIANI)

Maurizio Zottarelli per “Libero quotidiano”

 

ENRICO LETTA - PH MASSIMO SESTINI

Il titolo è già un manifesto programmatico. «Anima e cacciavite. Per ricostruire l' Italia». Il cacciavite, probabilmente, perché fa molto "de sinistra", tanto che a Milano il popolino (che notoriamente tifa Milan, come Letta per l' appunto) è denominato «casciavitt»; anima perché, bè, perché in quest' epoca di buoni sentimenti una spruzzatina di anima non si nega a nessuno, tantomeno in un film, in una canzone o, come in questo caso, in un libro.

 

Quanto al «ricostruire l'Italia», non c'è dubbio che ci siano almeno 209 miliardi di motivi per cui anche il buon Letta abbia sentito l'urgenza di cimentarsi sull'argomento. In ogni caso, pare che la spinta decisiva all'opera letteraria sia venuta da una domanda che il segretario del Pd si è sentito molte volte rivolgere da giovani studenti emigrati all'estero come era lui fino a qualche mese fa:

 

enrico letta cover

«Perché tornare?». Già, perché? In realtà, pare che lo stesso quesito Letta lo senta ripetere ultimamente anche dadi versi dirigenti e attivisti democratici, così, rientrato in patria e per di più alla guida del principale partito della sinistra, il neo capo dei dem, ha sentito che era venuto il momento di fornire una risposta.

 

SOLITA RICETTA A dire il vero, anche senza la pubblicazione di un libro era già abbastanza chiaro di quali ingredienti fosse impastata la ricetta lettiana. Come la brillante proposta di introdurre una tassa di successione, dal vago sapore di patrimoniale, di cui gli italiani, ma nemmeno il premier Mario Draghi, sentivano alcun bisogno.

 

Con l'aggiunta, magari, di una spruzzata di ius soli e di una passatina di quote rosa. E fin qui, nelle convinzioni di Letta saremmo ancora al cacciavite, all'operatività meccanica; quindi, per dar spazio all'anima, il volume propone ampie portate di ideali, valori non negoziabili, appelli a «essere liberi», oltre all'immancabile lotta alle paure, alle ingiustizie, ai nazionalismi e, ovvio, al famigerato populismo.

 

ENRICO LETTA IN BICICLETTA SUL LITORALE PISANO - PH MASSIMO SESTINI

Capita così che, a riprova che di un libro simile non sentivano la necessità nemmeno a sinistra, dove hanno ancora da smaltire la vasta e collosa produzione veltroniana, arrivino le classifiche di vendita. Il libro di Letta è appena uscito e si sa che questi «instant book», come dice la parola, godono di una buona spinta iniziale dettata dalla curiosità e magari dalla notorietà dell'autore.

 

Eppure, tale generosa spintarella iniziale al cacciavite e all'anima di Letta è valso un balzo al diciottesimo posto della classifica dei «Bestseller in politica» di Amazon. Avete letto bene: diciottesimo posto. E non di tutti i libri, ma solo di quelli di tema politico.

 

DOPPIATO Per di più, scorrendo la classifica, la situazione per il segretario dem si aggrava. Al primo posto, infatti, manco a dirlo, c'è l'arcinemica, la regina dei nazionalismi e dei populismi, Giorgia Meloni, con il suo, «Io sono Giorgia». Anzi, a dirla tutta, Letta riesce nell'impresa di farsi battere due volte dalla Meloni che oltre a essere in testa alla classifica con il libro con copertina rigida, è quarta con il formato Kindle (ovvero quello elettronico).

giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 2

 

Per non farsi mancare nulla, poi il capo dem si fa doppiare anche da Marco Travaglio che con il suo «I segreti del conticidio» si piazza al secondo (copertina flessibile) e al quinto posto (formato kindle). Scendendo, si trova poi «Il sistema» (sesta posizione), il libro -intervista del direttore Alessandro Sallusti a Luca Palamara, in classifica ormai da mesi; subito dietro il grillino in fuga Alessandro Di Battista con «Contro!». Prima del leader del Pd ecco anche Oriana Fallaci (dodicesimo posto) e Hannah Arendt (quattordicesimo), certo due monumenti della cultura che, di sicuro, però, non godono dei vantaggi della novità.

 

il libro di giorgia meloni primo in classifica

A sopravanzare Letta arriva anche Bruno Vespa (diciassettesimo) e un gradino sopra, quasi uno sberleffo alle battaglie politiche del nostro, spunta il volume di Gianluca Magi sul gerarca nazista Goebbels. Ma forse, la sentenza definitiva e la lapide sulla fatica letteraria del povero Enrico sono poste all'ottava e all'undicesima posizione della classifica: ben dieci e sette gradini sopra il numero uno del Nazareno, compaiono rispettivamente il manuale e quiz d'esame «per il concorso delle dogane e dei monopoli» e quello per superare il concorso del Comune di Roma «per istruttori e funzionari amministrativi». Decidete voi dove stia l'anima e dove il cacciavite.

giorgia meloniGIORGIA MELONI - IO SONO GIORGIA giorgia meloni by mannelligiorgia meloni mario draghi

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?