manzoni mostra sangiuliano sala

LA PESTE “ORRIBILE FLAGELLO” – MILANO RICORDA ALESSANDRO MANZONI, A 150 ANNI DALLA MORTE DELL’AUTORE DEI “PROMESSI SPOSI”, CON UNA MOSTRA ALLA BIBLIOTECA BRAIDENSE SU VIRUS REALI E LETTERARI - C’È ANCHE UNA LETTERA DI GIUSEPPE VERDI SUL COLERA – MILANO SI SENTE TRASCURATA DAL GOVERNO A TRAZIONE ROMANA? IL MINISTRO SANGIULIANO RASSICURA IL SINDACO SALA SULLA GRANDE BRERA (ATTESA DA 30 ANNI) E L’APERTURA DI PALAZZO CITTERIO...

Estratto dell'articolo di Pierluigi Panza per il “Corriere della Sera”

 

alessandro manzoni

Nel 2073 — ai tempi dell’intelligenza artificiale e del dominio dei robot — forse si celebreranno ancora i duecento anni dalla morte di Alessandro Manzoni e di certo allora, da qualche data base digitale, salterà fuori un passo dal capitolo XXXI dei Promessi sposi che parlerà anche di noi. In questo passo, Manzoni scrive che c’erano ancora in vita «pochi che potessero ricordarsi della peste che, cinquantatré anni avanti, aveva desolato una buona parte d’Italia». Lui si riferiva alla cinquecentesca peste di San Carlo, ma in quel 2073 si troverà forse il modo per ricordare anche il Covid 19, la «peste» che 53 anni prima, cioè nel 2020, aveva colpito proprio noi. Ci saranno «pochi» testimoni e sarà dunque ancora una volta lui, il sciur Manzoni, a ricordare a tutti il tema della fragilità umana.

 

Oggi siamo a 150 dalla sua morte e le celebrazioni per l’anniversario iniziano alla Biblioteca nazionale Braidense di Milano, che custodisce l’originale dell’ode Cinque Maggio , con una mostra sull’«orribile flagello» della peste ( Manzoni, 1873-2023. La peste orribile flagello tra vivere e scrivere , a cura della direttrice Marzia Pontone), inaugurata ieri dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, con il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il direttore di Brera, James Bradburne.

TRATTATO SULLA PESTE

 

La mostra (fino all’8 luglio) è una rassegna che, attraverso 114 opere, ripercorre in modo originale la figura dell’autore mediante due momenti della sua scrittura segnati anche della peste: I promessi sposi e la Storia della Colonna infame . Una tematica sentita come «obbligata a tre anni dalla pandemia», come osservato dal sindaco Sala. Sono esposti libri, carte, stampe, disegni su peste e morbi tra i quali una lettera di Giuseppe Verdi sul colera. La lettera viene dall’Archivio Ricordi, che da vent’anni è ospitato a Brera, e in essa il compositore scrive che il colera potrebbe allontanare il pubblico dai suoi spettacoli.

 

RENZO CHE VEDE DON RODRIGO TRA GLI APPESTATI

La peste, in effetti, ha sempre ostacolato i teatri e le pubbliche riunioni ma, da Boccaccio sino a noi, passando per Manzoni, Gozzano, Malaparte e Céline, favorito la letteratura che si crea in solitudine alla fioca lucerna: da qui i molti libri esposti raccolti nel documentato catalogo Scalpendi.

 

(...) La celebrazione dello scrittore milanese, italiano ed europeo, dal Dna 100% ambrosiano, riunisce in buoni intenti collaborativi il sindaco con il ministro Sangiuliano in visita nella capitale «morale», che si sente trascurata da un governo a romanissima trazione. Ma il ministro rassicura: «Milano è anche una capitale della cultura» e, quanto a Manzoni, «oltre a essere una delle più alte esperienze letterarie europee è anche una figura fondamentale del Risorgimento e dell’identità nazionale, oltreché di forte religiosità. La sua narrazione è ancora contemporanea e la sua universalità intatta a 150 anni».

 

gennaro sangiuliano

Sì, ma la Grande Brera attesa da trent’anni? L’apertura di Palazzo Citterio? «Darò impulso al progetto e sarò qui una volta al mese insieme al sindaco, per controllare l’avanzamento dei lavori». L’11 maggio dovrebbero iniziare infatti ennesimi lavori per fare del restaurato Palazzo Citterio la sede di «Brera Modern», dove saranno collocate le collezioni del Novecento (rimaste). No comment (il ministro se la cava con una coltissima citazione omerica) su direttori dei musei, sovrintendenti, cda e comitati scientifici da rinnovare.

beppe sala

 

Che Manzoni benedica Milano, dunque, e l’Italia intera. Da non credere, ma un passo avanti è stato davvero fatto anche a Brera: dopo trent’anni di grottesca attesa sindacal-burocratica — un terzo più del tempo servito per costruire la grande piramide — si è potuta aprire la porta (una semplice porta!) che unisce la pinacoteca alla biblioteca senza fare il giro dell’isolato.

palazzo citterio milanopalazzo citterio a milano 5palazzo citterio a milano 4palazzo citterio a milano 3palazzo citterio a milano 6

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....