valentina farcas_quirino conti carla fendi piero tosi

PIERO TOSI VISTO DA QUIRINO CONTI - ‘’PIERO ERA UN FILOSOFO, UN MORALISTA, E DUNQUE ANCHE UN LETTERATO. CHE PER PURA BIZZARRIA DEL DESTINO E PER RALLEGRARE L'UMANITÀ (FORSE ANCHE GLI DÈI) HA INTRAPRESO IL MESTIERE DEL CINEMA - AMICO DI LETTERATI, PITTORI, ARCHITETTI, MUSICISTI, POETI, ANTIQUARI, PER TOSI IL CINEMA NON ERA ALTRO CHE ‘’UN GRANDE OBLÒ: DAL QUALE SI AFFACCIANO UN VOLTO E UNO SGUARDO. NIENT'ALTRO’’

Quirino Conti per Dagospia

 

QUIRINO CONTI CARLA FENDI PIERO TOSI A SPOLETO

Quando insieme a Natalia Aspesi ci capitava di essere a Roma, avevamo preso l’abitudine di incontrarci per cena con Carla Fendi; che, orgogliosissima della sua città, ce ne svelava ogni perfezione e qualsiasi segreto. Tra questi, tra amici che sceglieva "pour faire beau le paysage", il più prezioso, il Magnifico, era Piero Tosi. Da lei richiesto come la meraviglia delle meraviglie: come un dono sempre atteso e mai deludente.

 

Incontrai e conobbi Piero Tosi dentro una foggia elegante e austera: camicia grigia, cravatta monocroma e in tono, abito del medesimo colore. Ma, da subito, di altro tono si rivelò la sua conversazione, che pungolata e stimolata dai presenti-complici lasciava noi – nuovi a quel cenacolo – incantati.

piero tosi con zeffirelli sul set de la traviata

 

Con la naturalezza del conoscitore narrava infatti volentieri non solo dei suoi esordi professionali nel teatro e nel cinema, ma anche degli studi e della giovinezza a Firenze, in piena guerra; e di amici e maestri straordinari: da Palazzeschi e Rosai a un singolarissimo antiquario che si spostava solo su un carrozzino tirato da un pony scampanellante; fino agli "americani", presenza salvatrice in quella città semi-distrutta.

 

piero tosi 1piero tosi 3

Raccontava che da ragazzo (poco più che un bambino) aveva persino lavorato accanto a loro in un ospedale militare fiorentino. E il suo racconto era sempre tra l'estasi di quel che vedeva e si incideva in lui – come ogni cosa – lasciando stigmate e ferite d'incanto; e caratteri e notazioni sociologiche assieme ad appunti più spregiudicati e arditi.

 

Costantemente immersi in un'anomala sensibilità già da allora totalmente definita. Era difficile, a quel punto, distinguere in lui il semiologo dal geniale costruttore di immagini. Lui che le leggende vogliono si attardasse per giorni attorno a una piega ma che poi, con la medesima precisione, concludeva le sue riflessioni affermando che il cinema non è altro che un grande oblò: dal quale si affacciano un volto e uno sguardo. Nient'altro.

 

piero tosi, lucia bose', danilo donati

In tal modo andavo scoprendo in lui una profonda consonanza con chi afferma che ogni epoca ha certo un abito, una forma, ma soprattutto un "volto", una fisionomia vincitrice; e dunque che gli abiti, seppure graziati dalla filologia e da quella poeticità che solo Piero sapeva misteriosamente imporre, in realtà avrebbero sempre dovuto cedere il passo a una “testa acconciata" e conformata a una “fisionomia interiore" che era solo di quel Tempo e non di un altro.

 

 

quirino conti piero tosi gabriella pescucci carla fendi giorgio ferrara

E poi i racconti su Silvana Mangano: che al Lido, mentre si girava Morte a Venezia, nella stanza d’albergo dove le stava costruendo addosso la madre di Tadzio, per un attimo vide come svanire davanti propri occhi, per poi ricomporsi nell’ovale di uno specchio in quell’aristocratica polacca. E su Anna Magnani, Alida Valli, Sophia Loren, Claudia Cardinale; e su quanti altri – un’infinità – sotto il suo sguardo magistrale aveva avviato verso un’anima e un’identità diverse. 

 

mostra in onore di piero tosi (9)

Uscendo da quelle serate con la prospettiva di un rapido rientro a Milano, ci sentivamo condannati a un esilio: dove, in altre serate nelle quali costituire adepti e neofiti, potevamo solo perpetuare il culto di Piero Tosi. Un culto sofisticato ma anche umanissimo: per come Piero – lo scoprimmo con il tempo – si concedeva e si concede agli affetti; e per come li coltiva fino all’immolazione di sé, si direbbe.

 

Tanto che, non di rado, divenne vittima di una voce a lui ben nota: quella di una distinta signora – in realtà un uomo – che dai Castelli Romani lo raggiungeva per farsi narrare ancora una volta qualcosa dell’amata Maria Callas. E lui, tollerante e paziente, scendeva nell’androne di casa per concedersi ancora una volta a quel bizzarro rito: nato chissà dove e come in una simile e curiosissima mania. 

tosi visconti mangano

 

Ho avuto la fortuna di lavorare con Piero in poche ma felicissime occasioni, tutte indimenticabili e tutte a Spoleto. La prima, per vestire Peppe Barra in un Théâtre minute che lo vedeva rinato come un Gilles di Watteau; quindi, impegnati con le voci bianche della Cappella Sistina, per farle divenire angeliche creature di un teatro seicentesco.

 

 

quirino conti piero tosi gabriella pescucci

Nella stessa occasione vestì tre gemelli identici: diciassettenni, cubani e danzatori classici; ne fece tre figure canoviane. Ma il suo capolavoro, forse perché l’ultimo nel tempo, e il primo riguardante un certo Settecento (lo aveva già affrontato altre volte, ma non in quella maniera), fu per Il matrimonio segreto di Cimarosa. Cosa ricordo? Un naufragio di rose albicocca nel più confortevole e rassicurante dei porti. Come volare sorretti da tenaci ali d'aquila. Senza un dubbio, un timore, un’ansietà. Perché, in modo che nulla trasparisse, il titanico Piero Tosi ogni cosa aveva caricato su di sé; rendendo a tutti la navigazione più leggera e sicura.

quirino conti piero tosi giorgio ferrara

 

Pochi sanno quanto colto e sofisticato fosse all’inizio il mestiere del cinema; ma per Piero fu davvero una storia di predestinazione: amico di letterati, pittori, architetti, musicisti, poeti, antiquari, insieme a ogni genere di creatura la più umile e semplice fosse stato nelle condizioni di raggiungere con la sua tenerezza, la sua bontà ma anche la sua inestinguibile curiosità.

Rubinstein TOSI

 

Un ultimo ricordo: in una trasferta collettiva a Salerno per un Nabucco, Carla Fendi volle invitarci a visitare la Certosa di Padula. Feci l’impossibile per guadagnarmi un posto accanto a Piero. Ne fui ricompensato: giacché per tutto il viaggio, applicandosi sulla mia spalla che gli era prossima, mi spiegò filologie e metafore di ogni evoluzione che quel giromanica aveva subìto tra Sette e Ottocento; con scarti e modifiche anche solo di qualche anno, neppure di decenni.

 

Ma questo era il Piero che poi si stupiva del fatto che tra Balenciaga e Givenchy fosse nata un’amicizia di stima proprio perché, tra loro – come novelli Foucault – quegli argomenti erano divenuti sostanza di incendiari dibattiti e confronti all’ultimo sangue.

quirino conti piero tosi

 

Quando poi le stelle divennero l’unico lume al nostro rientro in albergo, chiesi a Piero – legati com’eravamo entrambi al racconto di Proust sul bordello di Jupien sotto i bombardamenti – se a Roma si fossero vissute esperienze del genere. Naturalmente la sua documentazione si dimostrò vastissima: mi narrò di Firenze e non solo di Roma. Sorridendo e ridacchiando su notazioni e dettagli esilaranti.

 

Non avevamo fatto i conti però con un baldanzoso signore suo amico, ancora biondo e bellissimo, che da dietro, ascoltandoci, ci rimproverò: “Sempre con questi argomenti in bocca!”. Allora Piero, rivolgendosi a me con il tono mesto e pacato di un confessore francese seicentesco: “Vedi, è sempre così: con il tempo, i ragazzi di vita divengono bigotti!”. Rivelando in sé Balzac, Proust, Colette, Pasolini e tutta quella mole di letteratura che conosceva e ricordava come letture di ogni giorno.

 

piero tosi federico fellini

Perché Piero era un filosofo, un moralista, e dunque anche un letterato. Che per pura bizzarria del destino e per rallegrare l'umanità (forse anche gli dèi) ha intrapreso il mestiere del cinema. Ma per me, oltre che l'autore delle immagini più belle che abbia mai visto sullo schermo, un paziente, tenero e sensibile confidente.

 

Lunedì 12 Agosto, presso la Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini in via Giulia alle ore 17,00 ci saranno i funerali religiosi in forma privata mentre a settembre ci sarà la commemorazione ufficiale.

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)