michele placido lina wermuller romanzo criminale

“LINA WERTMÜLLER MI PRENDEVA A CALCI, MI SBATTEVA CONTRO IL MURO, MI GRIDAVA CHE ERO UN ATTORE DORMIENTE” - MICHELE PLACIDO: “SOGNAVO DI RECITARE PIRANDELLO QUANDO ERO UN GIOVANE POLIZIOTTO. ORA TORNO ALLE ORIGINI - AL MIO PAESE, ASCOLI SATRIANO, NON SAPEVANO NEMMENO COS’È IL TEATRO, MI PRENDEVANO IN GIRO, DICEVO 'ESSERE O NON ESSERE' E MI GRIDAVANO 'MA ‘NDO VAI'. ROMANZO CRIMINALE? DI QUEL CAST, KIM ROSSI STUART E RICCARDO SCAMARCIO MI SONO RIMASTI AFFEZIONATI, PIERFRANCESCO FAVINO NON L’HO PIÙ SENTITO E MI SPIACE”

Valerio Cappelli per corriere.it - Estratti

 

michele placido

Per Michele Placido, Luigi Pirandello è la chiusura di un cerchio, anzitutto emotivo. È l’autore che lo accompagna da sempre. «L’uomo dal fiore in bocca l’ho interpretato più di 500 volte ».

 

Ora ne assembla il monologo, come regista, drammaturgo e in scena con Valentina Bartolo, unendolo alla corrispondenza con Marta Abba e La carriola. Accade in Pirandello. Trilogia di un visionario al debutto il 31 a Ferrara e poi in tournée. «Ho lo stesso senso di riconoscenza che ebbi per La Piovra, la fiction più vista. Per me questo è un ritorno alle origini».

 

Perché?

«Pirandello è stato l’inizio della mia carriera. Ero poliziotto e alla biblioteca della caserma preparai proprio il monologo de L’uomo dal fiore in bocca.

 

Ero sospettato di non fare gruppo con gli altri poliziotti, ragazzi pasoliniani che puzzavano di minestroni del Sud, ma il colonnello era innamorato del teatro, sapeva a memoria quel monologo, mi aiutò a impostare la voce e a portarlo all’esame di ammissione all’Accademia Silvio d’Amico.

 

lina wertmuller

Su quel monologo feci un piccolo spettacolo in Puglia, volevo farlo vedere a mio padre ma venne a mancare ed è il mio cruccio. Al mio paese, Ascoli Satriano, non sapevano nemmeno cos’è il teatro, mi prendevano in giro, dicevo Essere o non essere e mi gridavano ma ‘ndo vai. Pirandello divenne il mio Vangelo, il mio padre putativo. L’ho sempre tenuto con me».

 

(...)

Lei ama il teatro.

«Mario Cecchi Gori mi fece causa e dovetti pagare una penale per aver rinunciato a un film con Johnny Dorelli e Monica Vitti. Preferii recitare Le baccanti a Siracusa. Ho sempre seguito il mio istinto. In Accademia ero ritenuto inaffidabile avendo occupato la scuola per seguire quel gigante di Volonté.

 

michele placido foto lapresse

Fischiai I giganti della montagna di Pirandello, ritenendolo una rottura di scatole, messo in scena da Strehler, che poi divenne il mio maestro. Era il ’68, ed era tutto da contestare. Strehler aveva saputo della mia protesta. Più tardi mi prese come protagonista de La Tempesta, il provino lo fecero tutti gli attori della mia generazione. Giorgio mi stimava molto. Mi offrì l’Amleto ma non potei. Mi chiamava lo zingaro per la vita che conducevo».

 

Oggi a teatro regna il conformismo.

«Si fischia solo all’opera. Per carità, abbiamo grandi registi e attori. Ma si apprezzano soprattutto le proposte di chi viene dalla tv. Meteore. E a teatro vanno quasi solo persone anziane. I giovani vedono le serie sul pc. Serve un ricambio generazionale. Sto provando a Roma il mio spettacolo al teatro dell’università, ho dato accesso agli studenti del Dams: mi stanno regalando emozioni incredibili».

michele placido foto lapresse

 

Ha avuto grandi maestri.

«Strehler, Patroni Griffi, Luca Ronconi e Lina Wertmüller che alle prove di Wesker mi prendeva a calci, mi sbatteva contro il muro, mi gridava che ero un attore dormiente. Grande scuola».

 

Se in sala squilla un cellulare, come reagisce?

«Accade anche in chiesa e il parroco non reagisce. Carmelo Bene faceva un avviso con la sua voce metallica: se ci fosse stato un qualsiasi rumore avrebbe interrotto lo spettacolo e chiesto i danni. Bisogna trovare la via di mezzo. Allo squillo insistente di una signora dissi: quello seduto accanto sarà suo marito. Feci allusioni all’amante. Il pubblico applaudì».

 

A teatro si sente mai come un sopravvissuto?

romanzo criminale

«No, io ci credo ancora. A 78 anni ho ancora voglia di combattere, di cercare di cambiare le cose. Dovremmo ripetere la rivoluzione di Vittorio Gassman e del suo teatro popolare, cercando di abbassare i prezzi. I tendoni nelle periferie. Nei miei due anni a Tor Bella Monaca, fuori dal teatro era pieno di ragazzi drogati che ci schernivano. Dissi loro: voi non avete un bar dove bere una birra. Ve ne costruiremo uno. Poi restate a vedere lo spettacolo. Il teatro ha una funzione sociale, non è retorica».

 

Si deve ritrovare l’utopia?

michele placido la piovra. 4

«Sì. Penso all’Orlando Furioso di Ronconi a Spoleto con le carriole meccaniche tra il pubblico, senza platea. Bisogna ritrovare quelle cose lì, e le prove a tavolino, come feci io per Romanzo Criminale. Ma gli attori quando hanno successo dimenticano tutto. Di quel cast, Kim Rossi Stuart e Riccardo Scamarcio mi sono rimasti affezionati, Claudio Santamaria disse che sbagliava a fare a modo suo, Pierfrancesco Favino non l’ho più sentito e mi spiace. Questo è un mestiere che si fa insieme.

michele placido 2michele placido 5MICHELE PLACIDO ORNELLA MUTImichele placido la piovra. 3michele placido 9michele placido 6michele placido 4michele placido 7michele placido 3MICHELE PLACIDO E LA MOGLIE FEDERICA VINCENTI

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?