1. SOLA DI FRONTE ALLA PROPRIA VITA E AI PROPRI FIGLI, DUE RAGAZZI ADOLESCENTI DI 13 E 16 ANNI, AFFRONTANDO IL CINISMO HOLLYWODIANO E IL CICALECCIO ALCOLICO DI UNA SALA INDIFFERENTE, JODIE FOSTER RIVELA QUELLO CHE TUTTI SAPEVANO: CHE LEI È LESBICA 2. MA NON LO HA DETTO ESPLICITAMENTE, NON HA PRONUNCIATO LA PAROLA “LESBICA”: “ORA POSSO RIVELARVI DI AVERE COMPIUTO 50 ANNI E DI ESSERE SINGLE”. UNA FRASE DOVE, PER UN’ATTRICE, È FORSE LA PRIMA PARTE, PIUTTOSTO CHE LA SECONDA, A FAR MALE 3. E LA POTENTE COMUNITÀ GAY L’HA ACCUSATA SUBITO DI AVERE TARDATO TROPPO, DI NON ESSERE ABBASTANZA ATTIVA PER LA CAUSA, DI ESSERE ANCORA MOLTO EVASIVA. TWITTER È ESPLOSO DI CINGUETTII POLEMICI, DI RIMBROTTO, DI DUBBI SUL COMING OUT

1 - GAY, IL COMING OUT DI JODIE FOSTER "GRAZIE ALLA DONNA CHE HO AMATO"
Vittorio Zucconi per "la Repubblica"

Sola di fronte alla propria vita e al cinismo di una sala indifferente e bevuta, Jodie Foster rivela quello che tutti sapevano: che lei è lesbica.
In abito da gran sera, con il premio alla carriera stretto fra le dita, la grande attrice rivela quello che tutti da anni volevano sentirle dire. La ascoltano in un silenzio improvviso che spegne il cicaleccio alcolico, attori, giornalisti, produttori, agenti, imbucati, quel mondo di narcisi e di pettegoli nei quali questa donna è costretta a vivere da 47 anni, da quando, bambina di tre anni, fu risucchiata nel gorgo dello show business, delle apparenze e delle menzogne a colori.

Ma soprattutto lo dice di fronte ai propri figli, due ragazzi adolescenti di 13 e 16 anni che applaudono quella donna che è la loro mamma per sempre, lesbica o no.
«Oggi si può dire quello che ieri, cioè nell'età della pietra potevi confidare soltanto alla migliore amica e alla mamma», ha sorriso dopo avere giocato sull'equivoco della parola
single, per effetto di scena, «ebbene sì, lo posso dire sono.... single».

Ma la rivelazione di questa donna, per la quale un demente chiamato John Hinckley ferì gravemente Ronald Reagan e tre suoi uomini nel 1981, non è stata una rivelazione per nessuno. Per vent'anni, la Foster aveva avuto come compagna fissa una produttrice di Hollywood, Cydney Bernard, con la quale aveva cresciuto i due bambini avuti da padri rimasti sconosciuti, e la loro unione era ben nota, come nota e dolorosa per Jodie fu la loro separazione cinque anni or sono. La Foster l'ha ringraziata indicandola come «la mia eroica partner, ex partner in amore ma sorella di spirito nella vita».

Ma il confuso, sconnesso, appassionato "confiteor" dell'attrice davanti alla platea che le aveva appena assegnato il premio "Cecil De Mille" alla carriera, e davanti ai due figli, è stata molto più del volo di una donna sopra la nebbia dei pettegolezzi e delle foto da rotocalco per guardoni in rete o su carta.

Ha voluto essere la riproposizione, ad appena una settimana dal reinsediamento del primo presidente birazziale a Washington, il 20 prossimo, di quello che gli attivisti gay, e i sostenitori etero, bi, trans non importa, considerano come l'ultima grande barriera discriminatoria. Il divieto, nella maggioranza degli Stati americani e del mondo, di unioni riconosciute fra persone dello stesso sesso.

È stata probabilmente una semplice coincidenza se l'affermazione di questa donna vincitrice di Oscar, protagonista di grandi film come "Il Silenzio degli Innocenti", attrice bambina da quando aveva tre anni, è arrivata mentre in grandi nazioni ancora recalcitranti, come la Francia e l'Italia, il nodo dell'eguaglianza di tutti i cittadini davanti alle leggi matrimoniali e del diritto di adozione tornava sullo schermo dell'attenzione collettiva.

In Francia, con il corteo, sponsorizzato dalla Chiesa Cattolica, contro il progetto di legge voluto dal presidente Hollande per matrimoni gay e adozioni, che ha portato 350 mila cittadini devoti e inorriditi a sfilare nel centro di Parigi. In Italia, con la sentenza della Cassazione che ha detto ciò che ogni ricerca scientifica, ogni studio pedagogico, ogni sondaggi rilevano regolarmente, senza ancora riuscire a spezzare i pregiudizi: che non esistono prove di danni psicologici prodotti sugli ormai moltissimi bambini adottati e allevati da coppie delle stesso genere.

Il loro sviluppo, morale, umano e materiale, il loro orientamento sessuale da adulti, non sono migliori, né peggiori, né diversi, da quelli dei figli cresciuti da coppie eterosessuali, o da genitori "single". La qualità della loro crescita dipende dall'amore di chi li accudisce, non dal loro sesso.

Il coming out, la confessione, non sposta di nulla una controversia che sta inesorabilmente, inarrestabilmente arrivando a un punto critico di accettazione popolare. Il mondo dello spettacolo, e soprattutto della "Sodoma e Gomorra" nelle valli e nelle colline di Hollywood, è sempre stato visto dalla maggioranza degli spettatori come un universo di depravati e di anime perdute, di stelle da ammirare sullo schermo, ma da esecrare dai pulpiti.

Quel 47 per cento di americani, ormai una minoranza che decresce ogni anno, ancora opposti a matrimoni e adozioni gay è formato per la stragrande maggioranza da persone profondamente e spesso fanaticamente devote. La stessa Foster, che non ha mai neppure usato la parola «lesbica» suscitando parecchia riprovazione nella comunità LGBT, la lobby di gay e trans, si è sempre proclamata «atea». La sua ammissione è stata sottile, anche se chiarissima: «Ora posso rivelarvi di avere compiuto 50 anni e di essere single». Una frase dove, per un'attrice, è forse la prima parte, piuttosto che la seconda, a essere dolorosa.

C'è anche chi la accusa di avere tardato troppo, di non essere abbastanza attiva per la causa, di essere ancora molto evasiva. Twitter è esplosi di cinguettii polemici o entusiasti, di applauso e di rimbrotto, di dubbi su un suo strano proclama di stanchezza, con quel mondo dei "glitterati", degli uomini e delle donne che vivono nel glitter, nel luccichio della vanità e della popolarità.

Era parso che volesse segnalare il ritiro da una professione che la consuma da quasi mezzo secolo e che le ha tolto una vita privata nel patto faustiano della fama. Ma poi ha chiarito: resterà un'attrice, una donna, una madre. In attesa del giorno nel quale non ci sarà più bisogno per nessuno di pronunciare il nome del proprio amore.

2 - A CINQUANT'ANNI CON LA VOGLIA DI DIRLA TUTTA
L.S. per "la Stampa"

Nel suo discorso un po' commovente, un po' rivelatore e anche incredibilmente personale pronunciato domenica sera ai Golden Globes, Jodie Foster ha trovato le parole per ringraziare anche «My beautiful Cydney». Cydney risponde al nome di Cydney Bernard, 55 anni, sua convivente per 15 anni.

Prima d'ora, pur avendo rivelato da tempo i suoi orientamenti sessuali, non aveva mai ammesso una relazione lesbica con lei, ma si sa che è proprio con la Bernard, (un'assistente di produzione nel mondo del cinema prima di conoscere la più famosa Jodie e smettere di lavorare non prima di essere passata a produttrice), che la Foster ha allevato i suoi due figli, Charles di 14 anni e Kit di 12, che portano il cognome delle due mamme, Bernard e Foster.

Di tanto in tanto Jodie faceva un film, ma nei 15 anni passati assieme le due hanno condotto soprattutto una vita molto casalinga e molto lontana dai riflettori e dai gossip, nella villa di West Hollywood della Foster.

Andavano a passeggiare coi cani nelle colline, a volte facevano dei picnic, accompagnavano a turno i figli a scuola con due BMW decappottabili uguali, entrambe amavano cucinare e ricevere amici per i quali preparavano piatti rigorosamente organici. Cydney amava fare yoga, Jodie è più appassionata di kickboxing. Ogni tanto poi partivano, per una vacanza nel Sud della Francia o in qualche isola caraibica.

Una vita di coppia insomma che la Foster ha sempre tenuto avvolta nel mistero non solo per non dover rivelare apertamente la sua identità sessuale ma anche per ragioni di sicurezza dopo che nel 1981 John Hinckley tentò di assassinare il presidente Ronald Reagan per fare colpo su di lei. Anzi, è rimasta talmente colpita da quell'episodio che si dice che Jodie abbia fatto costruire nella sua villa una "Panic Room", come quella del film che lei ha interpretato nel 2002.

A un certo punto Jodie e Cydney si erano anche scambiate un «anello dell'eternità» di Tiffany, ma cinque anni fa l'attrice ha avuto la sua crisi di mezza età e ha lasciato Cydney, cinque anni più grande di lei, per una donna che ne aveva 13 di meno, Cynthia Mort, conosciuta sul set di The Brave One. Mentre la prima è una donna che ha sempre amato tenere un profilo basso, la Mort ama essere al centro dell'attenzione.

Veste in modo appariscente, ha una risata contagiosa e di mestiere fa la sceneggiatrice. Ha scritto per lo show Roseanne e per Tell me you love me, una serie della HBO che ha scatenato molto interesse ed ha ricevuto enorme pubblicità proprio per la sua aperta descrizione del sesso. Non si sa se la relazione dura ancora, da quanto detto l'altra sera, sembra di no. In ogni modo la Bernard resta la madre dei suoi figli, la sua "Beautiful Cydney".

3. JODIE DIXIT
Ho il forte desiderio di dire qualcosa che non ho mai detto in pubblico, una dichiarazione che mi fa essere un po' nervosa, forse non così nervosa come è il mio manager in questo momento, però voglio dirlo dinanzi a tutti, in maniera forte e orgogliosa, e ho bisogno del vostro sostengo. Sono... single! Sì, sono single.

Spero che nessuno di voi si senta deluso dal fatto che non ci sarà alcun grande discorso sul mio coming out stasera. Io ho fatto il mio coming out circa un migliaio di anni fa, all'età della pietra: erano i tempi in cui una giovanetta fragile poteva aprirsi con i suoi amici, con la propria famiglia e con i suoi colleghi, cioè con coloro che conosceva, e poi mano a mano orgogliosamente con quanti la conoscevano e con coloro che incontrava.

Ma ora mi viene detto che dalle celebrità ci si aspetta che rendano pubblici i dettagli della propria vita in una conferenza stampa, durante un reality in prima serata. Mi dispiace, però io non sono così e non lo sarò mai... Se anche voi foste personaggi pubblici fin da quando siete bambini, se aveste dovuto lottare per una vita normale contro ogni previsione, allora forse anche voi fareste della vostra privacy un baluardo da difendere a ogni costo. Ho rinunciato a tutto da quando avevo tre anni: è un reality show abbastanza lungo, non trovate?

 

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