MADURO E PURO - PER COSTRINGERE IL POPOLO A FESTEGGIARE, E COSÌ SMORZARE LE PROTESTE DELLE OPPOSIZIONI, MADURO VUOLE ANTICIPARE LA PASQUA

Roberto Pellegrino per "Libero quotidiano"

È il Venezuela, ma assomiglia di più al romanzo di Orwell. E se qualcuno si rammaricava che la scomparsa di Hugo Chávez potesse cancellare le bizzarre riforme antimperialiste per dare al Paese un corso non solo più democratico, ma anche di buon senso, si è ricreduto con l'avvento di Nicolás Maduro - eletto il 13 aprile 2013 con una percentuale risibile, 50,78% contro il 48,95% di Henrique Capriles - da mesi autore di una repressione secondo la sua personale ricetta dittatoriale: affamare e bastonare la gente, iniziando dagli studenti.

Senza ombra di dubbio, il suo carisma non è paragonabile a quello del "Comandante", da cui ha ereditato la paranoia di essere assassinato dagli Stati Uniti. Lui che ha all'attivo già una serie memorabile d'idee strampalate che non fanno rimpiangere Hugo, come l'ultima: anticipare la Pasqua di una paio di settimane per non dare adito all'opposizione di tramare contro di lui, ridistribuendo così la felicità, ma in realtà, riorganizzare i suoi militari per fronteggiare nuovi scontri con studenti e oppositori.

E poi in Venezuela è tradizione passare al mare le feste: così le piazze si svuotano. Una proposta che aveva avanzato anche con il Carnevale e il Natale. Maduro, infatti, lo scorso novembre, decise che in Venezuela il Natale dovesse arrivare con largo anticipo in nome della «suprema felicità sociale per il popolo», ma in realtà, solo per far combaciare le tradizionali festività con la "Fiera natalizia socialista" e mettere sulla graticola l'opposizione "anti-chavista" che, invece di intimorirsi, si divertì a scimmiottarlo.

«Celebrare "la Navidad" in anticipo - disse Maduro - è come un vaccino contro chi vuole inventare situazioni di confusione o violenza nel Paese. E chi è amareggiato può sempre fare festa o cantare qualcosa di Francesco Pacheco», popolare compositore venezuelano. E poco importa se l'inflazione «ufficiale» è al 56%, quella reale vola al 500%, il Pil è caduto del 4%, il «bolivar» non è più «fuerte» e il cambio di 6,3 con il dollaro è vanificato al mercato nero con un aumento del 1200 per cento.

La sua realizzazione più surreale rimane la felicità per legge, quando un anno fa, raccontando per l'ennesima volta in Tv la favola di Chávez reincarnatosi in un uccellino-consigliere, creò il vice-ministero per la Felicità Suprema del suo popolo.

Ma non fu l'uccellino a suggerirlo, bensì la moglie Cilia Flores in un gran gesto di marito sensibile e attento, che sa ascoltare la consorte, dando anche prova di quote rosa da tinello. Il vice-ministero per la Felicità Suprema, entrato in funzione qualche mese fa, deve «supervisionare le Missiones», come sono stati battezzati in Venezuela i programmi sociali introdotti a Caracas nel 2003 grazie all'aiuto dell'Avana.

In pratica squadroni di medici, oculisti e professori in trasferta da Cuba e affittati in cambio di barili di petrolio per migliorare benché manchi tutto, la vita dei "ranchitos", le favelas venezuelane. Un'opera apparentemente meritoria, unica al mondo nel suo genere, ma che negli ultimi anni più che per il bene, si è fatta notare per i crescenti casi di denunce di corruzione e numerose inefficienze.

Poi, Maduro se la è presa col Carnevale, avanzando le medesime deliranti ragioni sull'unico obiettivo di dare, in qualsiasi modo, ai venezuelani la «Felicità Suprema». Come se la felicità, uno degli elementi ovviamente fondamentali per l'essere umano, si possa misurare in modo tangibile o imporre per legge.

Probabile che Maduro, cinguettando con la moglie e l'anima di Chávez, si sia ispirato allo Stato del Bhutan, dove da anni hanno affiancato al Pil, il Fil, la Felicità interna lorda. Il fatto, poi, che lui sia un seguace del guru indiano Sai Baba e sia solito consultare l'I-Ching, lo avrà influenzato. Una cosa è certa: a quasi un anno di presidenza, Maduro non ha fatto rimpiangere a comici e umoristi Chávez.

 

MADURONicolas Maduro LE PROTESTE IN VENEZUELA HUGO CHAVEZ E ERNESTO SAMPER

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