PROIETTILI SU ‘A CAROGNA: LETTERA MINATORIA CONTRO L’ULTRÀ NAPOLETANO - IL GIP CONVALIDA L’ARRESTO DI CIRO ESPOSITO, RICOVERATO IN FIN DI VITA DOPO GLI SCONTRI DI ROMA - E LA CURVA DI NAPOLI DICHIARA GUERRA AI ROMANI

1 - ULTRÀ: GIP CONVALIDA ARRESTO CIRO ESPOSITO E FIORETTI
(ANSA) - Il gip di Roma ha convalidato il fermo per i tifosi del Napoli Ciro Esposito e Gennaro Fioretti, coinvolti negli scontri del pre-partita di Coppa Italia. L'atto istruttorio è stato svolto in ospedale in quanto i due, in particolare Esposito, sono stati gravemente feriti da colpi d'arma da fuoco.


2 - LETTERA AL MATTINO CON UN PROIETTILE PER GENNY 'A CAROGNA. «HAI LE ORE CONTATE»
Da "il Mattino"

Una busta indirizzata al Mattino e giunta in redazione alle 9 di questa mattina.
Dentro, un contenuto inquietante: un proiettile, fissato con il nastro adesivo a una lettera con la foto di Gennaro De Tommaso, alias "Genny 'a carogna".
«Vogliamo far pervenire al camorrista che appare in foto, Gennaro De Tommaso, il presente avvertimento, un risposta a quella scritta sul petto che auspica la liberazione del mafioso Speziale, assassino dell'ispettore Raciti». Inizia così la lettera indirizzata al Mattino.

«Stai attento, avanzo di galera - si legge nella lettera - Hai le ore contate. Penserai che sia una semplice minaccia. Aspetta e vedrai. Morte agli ultras!!! Carogna, attento a te, ai tuoi familiari e a tutti quei coglioni che sono alle tue spalle!!!».

«Anche voi della Società Calcio Napoli non siete esenti da responsabilità, così come i mass media che pubblicano solo ciò che fa loro comodo. Questa farsa è stata organizzata con l'assenso della federazione calcio e con la collaborazione dell'operatore tv della Rai. Vi seguiremo nei vostri spostamenti ed al momento opportuno colpiremo!! Che il tifoso napoletano ferito a Roma muoia a presto!! Non dorma tranquillo nemmeno il cronista Tv. Ogni promessa è un debito».


3 - LA CURVA A DICHIARA GUERRA AI ROMANI
Luigi Frasca per "il Tempo"

La curva A ha deciso: è guerra aperta al romano. Guerra per sempre. Al San Paolo è arrivato il Cagliari per una gara ininfluente per la stagione di entrambe le squadre. Agli ultrà del Napoli, però, della partita importa poco o niente: il pensiero non si scolla dai fatti di Roma di sabato sera.

Gli spari prima della finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, i feriti napoletani a terra come il presunto sparatore, il romanista Daniele De Santis, detto Gastone. «Non finisce così», scandiscono dalla curva A, il brodo di cultura delle frange più violente del tifo napoletano. Come a dire: quei corpi a terra non saranno gli ultimi. «Romani infami», «romanista poliziotto confidente», «romano bastardo» i cori dal primo all'ultimo minuto. E intanto spunta lo striscione «Ciro tieni duro», dedicato a Esposito, attaccato alle macchine del Policlinico Gemelli.

Poche ore prima della partita era arrivato il Daspo per Genny «'a Carogna», al secolo Gennaro De Tommaso. L'uomo della «trattativa» sul fischio d'inizio della finale di Coppa Italia dovrà stare lontano dagli stadi per cinque anni per l'«esposizione di striscioni o cartelli incitanti la violenza o recanti ingiurie o minacce» - ovvero la maglietta della vergogna «Speziale libero» - e «scavalcamento e invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive».

Il provvedimento emesso dal questore di Roma è arrivato anche all'indirizzo dell'altro ultrà napoletano appollaiato insieme a Genny sulle transenne della curva Nord, Massimiliano Mantice, 44 anni. Un Daspo di soli tre anni limitato a «scavalcamento e invasione di campo». Elementi che contribuiscono a eccitare gli animi, già alle stelle, del mondo ultrà partenopeo e non solo. Ieri la polizia ha effettuato un blitz a piazzetta Atri, centro storico di Napoli, feudo dei Mastiffs che hanno lì la loro sede. Gli agenti hanno trovato pacchetti di hashish e marijuana nascosti in ogni angolo: sotto le panchine, le auto in sosta e nei cestini della spazzatura.

E intanto «permangono critiche» le condizioni» di Ciro Esposito, ricoverato in rianimazione al Gemelli. «Prosegue l'assistenza alle funzioni vitali», ha fatto sapere in serata il Policlinico. Il suo avvocato ha annunciato il «ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo per il trattamento disumano tenuto dallo Stato italiano nei confronti di Ciro Esposito piantonato in ospedale da due agenti armati che stanno nella sua stanza senza nessuna precauzione igienica. Ci stanno loro e non ci possono stare i familiari». Già, lo Stato.

A farsi sentire è lo stato nello Stato, la galassia ultrà che in queste ore usa il web per autolegittimarsi contro il nemico di sempre, la polizia. Le pagine Facebook del tifo violento sono in fermento, dai napoletani della «Curva A coerenza e mentalità» alle realtà che convogliano il tifo organizzato di vari colori come «Ultras avanguardia ribellistica», «Casual people» e l'internazionale «Ultras style».

Le foto degli striscioni che inneggiano all'omicidio Raciti arrivano dagli stadi di A e B come dai campetti di periferia. «Speziale libero», «Gastone infame», «Ciro non mollare», «A.C.A.B. (acronimo di All cops are bastards , tutti i poliziotti sono bastardi) sono i temi, sempre gli stessi, ossessivi e ricorrenti, rilanciati da commenti, condivisioni e pollici alzati. Orgoglio hooligan che punta anche il dito contro l'informazione: «Giornalista terrorista», si legge in un post dove la penna diventa una pistola.

Poi le immagini di quando Pietro Arcidiacono, calciatore della Nuova Cosenza, serie D, aveva mostrato una maglietta analoga a quella de «'a Carogna». T-shirt che ieri allo stadio non si sono viste, ma che qualcuno aveva già cominciato a vendere sul web. La scritta «Speziale libero» era sovrastata dalla foto stilizzata di Genny sulla transenna, una sorta di Che Guevara ultrà da bancarella. Da teppista a eroe.

 

 

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