marianna aprile stefano lorenzetto

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - MARIANNA APRILE, CAPOREDATTRICE DI "OGGI", SEGNALA ENTUSIASTA UN ARTICOLO SU "IL PARTITO DI FEDEZ"  DI ANNALISA CUZZOCREA: "IL PUNTO LO C’ENTRA OGGI @LA_KUZZO (AVEVAMO DUBBI?)". URGE FARSI VENIRE QUALCHE DUBBIO ALMENO SULL’ORTOGRAFIA -  TITOLO DELLA "STAMPA": "IL NEONATO LANCIATO AI SOLDATI CHE I GENITORI NON TROVANO PIÙ". SE I SOLDATI SONO INTROVABILI, CHE FINE AVRÀ FATTO IL NEONATO LANCIATO FRA LE LORO BRACCIA?

Stefano Lorenzetto

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

Nel suo fondo in prima pagina, Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, mazzuola Alessandro Sallusti: «Cita “i film di Giovannino Guareschi” (che non ha mai fatto film)».

 

MARCO TRAVAGLIO

In effetti l’espressione sallustiana è imprecisa, anche se il senso della sineddoche appare chiaro: il direttore del Giornale intendeva riferirsi alla fortunata saga cinematografica di don Camillo, tratta dai libri dello scrittore parmense. Ma anche l’appunto travagliesco è sbagliato.

 

giovannino guareschi 1

Guareschi, nel 1963, fu regista e sceneggiatore, insieme con Pier Paolo Pasolini, del film La rabbia, ritirato dalle sale dopo poche settimane (Alberto Moravia aveva accusato Pasolini di essersi contaminato con un reazionario). Le sei pizze della pellicola sono tuttora custodite da Alberto Guareschi, figlio di Giovannino, nel Club dei Ventitré, la casa-museo di Roncole Verdi.

 

le dirette skype di sallusti con gli ortaggi come sfondo

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Titolo in prima pagina sulla Stampa: «Il neonato lanciato ai soldati che i genitori non trovano più». Se i soldati sono introvabili, che fine avrà fatto il neonato lanciato fra le loro braccia?

 

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Walter Veltroni scrive in prima pagina sul Corriere della Sera: «Ci stiamo abituando a dire solo no, No a tutto. Il “bel paese dove il sì suona”, verso di Dante che rischiarava uno dei canti più cupi della Commedia, potrebbe ormai essere volto al suo contrario».

walter veltroni foto di bacco

 

Ma l’articolo il non compare nel verso dantesco: «Ahi Pisa, vituperio de le genti / del bel paese là dove ’l sì suona» (Inferno, XXXIII, 79-80). Se usi le virgolette, occorre precisione; se richiami e non citi esattamente, non metti le virgolette. Inoltre ci pare di poter aggiungere che l’imperfetto rischiarava è inappropriato: il verso di Dante rischiara ancora, e continuerà a farlo per sempre.

 

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HEIDI KLUM IN TOPLESS A MYKONOS

«Heidi Klum, tramonto da urlo: un topless brutale, a 48 anni la foto più spinta», titola il sito di Libero. Il testo spiega che «l’immagine arriva direttamente da Mykonos, l’isola greca in cui si sta godendo un po’ di mare fuori stagione. “Sunrise Mykonos”, scrive la Klum in calce alla foto.

 

Ed eccola su un terrazzo, al tramonto, alle sue spalle il mare». Tenuto conto che sunrise in inglese significa alba, e non tramonto, attendiamo fiduciosi l’urlo del direttore Alessandro Sallusti.

 

Il tweet di Marianna Aprile

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Marcello Radighieri affronta sulla Repubblica la crisi nella produzione di pere, pesche, susine e altra frutta: «Ancora una volta sembra centrare il clima». C’entra anche l’ortografia.

 

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Marianna Aprile, caporedattrice di Oggi, segnala entusiasta un articolo su «Il partito di Fedez» della sua collega Annalisa Cuzzocrea: «Il punto lo c’entra oggi @la_kuzzo (avevamo dubbi?) su La Stampa». Urge farsi venire qualche dubbio almeno sull’ortografia.

 

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Repubblica c'entra sempre

Nel titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano si legge: «Draghi ci spiegherà il perchè?», con l’accento sbagliato. Titolo sotto la testata: «Inflazione&tassi: perché è sbagliato avere paura».

 

A parte la cervellotica abolizione degli spazi fra i due sostantivi e la e commerciale, chi lavora al piano di sotto non potrebbe dire a quelli del piano di sopra che perché richiede l’accento acuto e non grave?

 

wilbur smith 13

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Dal Corriere della Sera: «Il luogotenente Marzo Mazzone, in forza al Secondo Nucleo sicurezza di Milano, carabiniere alla pari della moglie». La locuzione alla pari si riferisce a «persona che svolge un lavoro, specialmente di istitutrice, governante e simili, inserita in una famiglia, ricevendo vitto e alloggio e talora una modesta retribuzione».

 

Alla pari, nel senso di «allo stesso livello, allo stesso grado» o nel senso di «classificarsi, competere, considerarsi», richiede il con. In questo caso, la locuzione corretta doveva essere al pari di, che ha il significato di «come»: «Carabiniere al pari della moglie».

 

wilbur smith 9

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Dall’Ansa: «Wilbur Smith, uno degli autori più prolifici e famosi al mondo, è morto sabato 13 novembre a Cape Town, in Sudafrica. Aveva 88 anni. A darne notizia è stato il suo sito: “Se n’è andato in modo inaspettato, dopo una mattinata di lettura e scrittura, con al fianco la moglie Niso”».

 

Se c’è una cosa che ci si deve aspettare, soprattutto a 88 anni, è che la vita si concluda con la morte, ci pare.

 

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Filippo Merli nella rubrica Commenti di Italia Oggi: «In Italia stipendi più bassi rispetto al resto dell’Ue. In media un lavoratore guadagna il corrispettivo delle monetine gettate nella fontana di Trevi dai leader del G20». Al mese? Al giorno? All’ora? Ma, soprattutto, come ha fatto Merli a conoscere l’importo delle monetine? Potrebbe dircelo?

lancio della monetina fontana di trevi g20

 

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Alla seconda riga di un suo articolo, Jacopo Giliberto cita «90 miliardi di metri cubi dell’odiosamato metano». Più avanti parla di «media avicola trilussiana». La prosa aulico-creativa, degna del Caffè di Pietro Verri, si legge sul Sole 24 Ore. Solo che nell’ultima colonna Giliberto evidenzia «un contributo alla manodopera nazionale».

 

Forse intendeva scrivere occupazione, ma bisognerebbe chiedere al giornale della Confindustria.

 

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ALESSANDRO ZAN

Daniela Ranieri, penna di solito scintillante, sul Fatto Quotidiano affronta con questo incipit il tema della bocciatura del disegno di legge contro l’omotransfobia presentato da Alessandro Zan: «In questi giorni è diventata mainstream un’opinione che prima viaggiava solo in qualche canale criptato del dark web o in certi consessi alcolici della Garfagnana, dopo il nocino: se una legge approvata alla Camera non passa al Senato, la colpa non azzoppa la legge al Senato, ma di chi l’ha proposta, sostenuta e votata in entrambe le Camere». A giudicare dal periodo dopo i due punti, diremmo che in redazione al nocino preferiscono la grappa.

 

 

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